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Immagine del redattoreLuca Ruocco

Bandiere a Scacchi - GP Imola 2021


Ancora una volta ricorriamo ad una sorta di figura retorica per evitare il nome completo della corsa nel titolo dell’articolo. Eppure, forse è stata proprio la lunghezza spropositata della denominazione l’unica, ultra-sorvolabile imperfezione del Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna. Pioggia, sorpassi, emozioni e colpi di scena hanno ribadito, nel caso non bastassero ospitalità, organizzazione e bellezza della pista, quanto Imola meriti di rimanere in calendario la prossima stagione, anche solo per permettere al pubblico di affollarla come la città, la regione e l’Autodromo avrebbero meritato. Intanto, godetevi le Bandiere a Scacchi di una corsa da cineteca: chi le avrà conquistate tutte e cinque?


LEWIS HAMILTON, 2°: 🏁🏁🏁

Lewis è perfetto tanto nel giro di qualifica quanto nella porzione iniziale di corsa, dove mantiene il ritmo di Verstappen nonostante il danno all’ala e sfoggia le solite, impressionanti doti di guida sul bagnato. Montate le gomme da asciutto si fa ingolosire dal rallentamento di Max, impegnato in una serie di ostici doppiaggi, e commette un errore tanto inusuale quanto marchiano nel passare la Williams di Russell, finendo lungo alla Tosa. È bravo a non impantanarsi e a recuperare senza foga, ma con chirurgica precisione, fino al secondo posto finale; ci riesce, però, solo grazie ad un immenso colpo di fortuna nella tempistica della bandiera rossa. Sbaglieremo di certo, ma la sbavatura ha tutti i connotati di un chiaro segnale del timore che Lewis nutre nei confronti di Verstappen, ben più rilevante di quanto l’inglese ammetta.


VALTTERI BOTTAS, DNF: 🏁

Non serve infierire, dato che il solo trovarsi a battagliare con Russell, al di là degli esiti del duello (fortunatamente irrisori vista l’entità del botto), racconta della corsa del finlandese più di mille parole. Un incidente, tra l’altro, prototipo del contatto di gara, figlio di responsabilità del tutto condivise. Piuttosto, Bottas pasticcia in qualifica, e dopo la corsa adduce a scuse insufficienti per giustificare una prestazione clamorosamente al di sotto delle aspettative. Appena piove, va in tilt.


MAX VERSTAPPEN, 1°: 🏁🏁🏁🏁🏁

Maturo. È questo l’aggettivo che meglio si calza ad un fine settimana vincente, raccontato al meglio dall’espressione post-gara di Max. Tranquillo, soddisfatto ma per niente euforico, visto che lo sguardo puntato al campionato riconosce un bottino di giornata, per Hamilton, particolarmente benigno considerate le circostanze. Verstappen sbaglia solo in qualifica (ed alla ripartenza); per il resto è perfetto e cattivo al via, velocissimo sul bagnato, attento coi doppiati e imprendibile sull’asciutto. Incute timore, e non solo a chi ne ammira le gesta.


SERGIO PEREZ, 11°: 🏁🏁

Nelle ore successive alla qualifica, chi scrive era fermamente convinto delle ottime possibilità di vittoria del messicano. Strabiliante sul giro secco, nonostante non sia il suo punto forte, dotato di una strategia, almeno sulla carta, incredibilmente interessante. Invece Sergio fatica a rimanere a galla nel diluvio di Imola sin dalle prime tornate, pagando un distacco importante da Leclerc, finendo in testacoda dietro alla Safety Car e gettando alle ortiche anche il regalo della bandiera rossa, girandosi alla Villeneuve. Per tanti motivi, questa corsa farà male al messicano.


LANDO NORRIS, 3°: 🏁🏁🏁🏁🏁

Un errore minimo in qualifica gli preclude una seconda fila altrimenti meritatissima. Al via rischia di toccare Ricciardo e perde diverse posizioni. In poco tempo, però, guadagna nuovamente la giusta concentrazione e, sfruttando la mostruosa efficienza del pacchetto McLaren-Mercedes, costruisce un podio principalmente figlio di una magistrale prestazione personale. La bandiera rossa annulla i 26 secondi di distacco da Leclerc, ma sia alla ripartenza che nella successiva difesa della posizione l’inglese è perfetto. Continuerà così?

DANIEL RICCIARDO, 6°: 🏁🏁🏁

L’unico momento realmente positivo del fine settimana è il Q3, quando il talento e l’esperienza di Daniel gli permettono di agguantare una terza fila del tutto imprevedibile. In gara, però, le difficoltà di adattamento alla MCL35M tornano prepotentemente in gioco: sul bagnato è lento, tanto che deve lasciar sfilare Norris, mentre sull’asciutto perde velocemente contatto dai migliori e termina la corsa pressato da Stroll e Gasly. Conquista la sufficienza grazie alla mancanza di errori.


LANCE STROLL, 8°: 🏁🏁🏁

Nessuno poteva aspettarsi che a salvare la scuderia di famiglia fosse proprio Lance, indicato solo a giorni alterni come meritevole del sedile donatogli dal padre. Al contrario, mentre la dirigenza si rende ridicola a mezzo stampa, Stroll si esalta sul bagnato e costruisce una corsa convincente, non velocissima ma attenta e priva di errori, a meno del sorpasso (penalizzato) fuori pista su Gasly. Proprio ciò che serve ad una squadra in difficoltà tecnica.


SEBASTIAN VETTEL, DNF: 🏁🏁

La situazione è di certo migliore rispetto al Bahrain, ma Sebastian ammette candidamente di non possedere ancora la giusta confidenza in qualifica. La corsa bagnata offre una ghiotta opportunità per recuperare dalla 13° casella; la monoposto, però, cuoce i freni posteriori ed ha problemi al cambio, la scuderia pasticcia con procedure e strategia, e per Vettel la corsa diventa un calvario nelle retrovie ricco di penalità. Sicuramente ci si aspetta di più dal tedesco, ma una scuderia di Calimeri non è certo fonte di prezioso aiuto…


ESTEBAN OCON, 9°: 🏁🏁

Scomparso dai radar durante la corsa, in realtà, grazie alla penalizzazione di Raikkonen, termina la gara nella stessa posizione conquistata dopo una qualifica tutto sommato positiva. La A521 si rivela lenta sul bagnato e troppo poco veloce sull’asciutto per superare un Alfa Romeo, il che stride con il podio della passata stagione; Estaban, però, non guida oltre i limiti del mezzo e in ripartenza ostacola palesemente Vettel rientrando in pista dopo un lungo, mossa misteriosamente dimenticata dai commissari di gara.


FERNANDO ALONSO, 10°: 🏁🏁

L’asturiano ad Imola sorprende negativamente, forse addirittura sé stesso. L’onestà con la quale ammette di aver trovato la monoposto tutto sommato bilanciata e di non essere semplicemente riuscito a sfruttarne a pieno il potenziale è disarmante; meglio, però, che fine settimana del genere accadano adesso e non quando, eventualmente, l’Alpine ritroverà competitività.


CHARLES LECLERC, 4°: 🏁🏁🏁🏁🏁

La straordinaria dote del monegasco in qualifica, sempre più simile ad una costante, permette alla Ferrari di scegliere un set-up maggiormente improntato al ritmo gara e anche ad un possibile arrivo della pioggia. Graziato dalle divinità delle corse nel giro di ricognizione (era un omaggio a Prost nel ’91?), Leclerc conferma i progressi sul bagnato della Turchia sbarazzandosi in fretta di Perez e costruendosi poi un podio meritatissimo, addirittura alle spalle di Verstappen una volta superato Hamilton nella ghiaia. La bandiera rossa rovina i piani del Cavallino Rampante e Charles, complice una ripartenza non eccezionale (la radio guasta non l'ha aiutato, qui un’analisi dettagliata dell’accaduto), non riesce a passare Norris a causa di una vettura troppo poco veloce sul dritto ma comunque dotata di un passo migliore della McLaren (non si pressa per venticinque giri un avversario senza averne molto di più). Insomma, Leclerc è una garanzia. E Portimao, sulla carta…


CARLOS SAINZ, 5°: 🏁 🏁 🏁

Non si può negare che Carlos si complichi la vita enormemente in qualifica non riuscendo a mettere insieme un giro pulito in nessuno dei tentativi a disposizione. Lo spagnolo si riscatta in partenza e sul bagnato mostra un ritmo spettacolare, secondo solo a quello di Hamilton e Verstappen. Purtroppo per Sainz, ai giri velocissimi il numero 55 alterna qualche errore di troppo, il che preclude un sorpasso alle McLaren che avrebbe giovato non solo alla sua gara, ma anche a quella di Leclerc. Nel finale, su pista asciutta, mostra nuovamente un ottimo ritmo chiudendo in scia al compagno. Regalerà molte soddisfazioni ai tifosi della Rossa.

PIERRE GASLY, 7°: 🏁 🏁 🏁

Non ha colpe Pierre, e il suo voto risente inevitabilmente della sciagurata scelta di gomme iniziale della scuderia faentina. È vero, per carità, che un acquazzone dopo il via lo avrebbe visto involarsi in testa; quando però ci si gioca punti pesanti, certi errori costano il doppio, e la classifica conferma la penuria di risultati, decisamente grave quando rapportata al potenziale a disposizione. Gasly mostra comunque un buon passo nei pochi momenti in cui corre liberamente: in futuro, assumere il ruolo di guida significherà anche dettare la corretta scelta di gomme.


YUKI TSUNODA, 12°: 🏁

La sorpresa del Bahrain sprofonda ad Imola mostrando, in fin dei conti, tutta l’inesperienza di un ragazzo al quinto anno in monoposto. Il giapponese spinge troppo nelle prove libere finendo per non trovare mai un giro all’altezza del potenziale; in qualifica sbatte e in gara, dopo aver evitato errori nelle retrovie, si fa prendere dalla foga alla ripartenza. Imola, per lui, è stata una grande occasione di crescita. E di rammarico.


KIMI RÄIKKÖNEN, 13°: 🏁 🏁 🏁 🏁

Meritava enormemente l’arrivo a punti dopo una corsa caotica, gestita ottimamente e soprattutto corsa su una vettura in netta crisi d’assetto dal sabato mattina. La penalità pagata a fine gara è formalmente corretta ma alquanto astrusa: Kimi, giratosi nella tornata di formazione dopo la bandiera rossa, doveva recuperare la posizione di partenza trattandosi di Rolling Start, e non cederla a chi lo aveva passato come se fosse operativa la Safety Car (proprio il gesto evitato da Perez, poi penalizzato); il regolamento sportivo fa parte del gioco, ma almeno un’Alfa meritava di terminare a punti.


ANTONIO GIOVINAZZI, 14°: 🏁 🏁 🏁

Al limite del paradossale, Antonio vive un fine settimana casalingo estremamente sfortunato. In qualifica un’incomprensione sulle tempistiche di fine sessione lo vede sverniciato da Mazepin ed eliminato in Q1; in gara, dopo una corsa attenta, mentre è in coda al compagno e 10° viene richiamato ai box per rimuovere una visiera a strappo finita nel condotto di raffreddamento dei freni. Sciagurato.


MICK SCHUMACHER, 16°: 🏁 🏁 🏁

Il testacoda in regime di Safety Car è imbarazzante. A parte quell’episodio, Mick porta a casa un fine settimana eccellente. In qualifica è largamente superiore al compagno di squadra, tanto da portare la Haas in zona Alfa Romeo. In gara è più veloce anche di tre secondi al giro nei confronti di Mazepin, recupera diverso tempo perso a causa della toccata e, insomma, si destreggia alla grande in condizioni difficili. Oltre le aspettative.


NIKITA MAZEPIN, 17°: 🏁

Colleziona testacoda durante tutto il fine settimana. L’unico episodio che lo vede incolpevole è la toccata con Latifi. Per il resto, però, è quasi incommentabile.


GEORGE RUSSELL, DNF: 🏁 🏁

L’incidente con Bottas è un puro esempio di contatto figlio delle dinamiche di una corsa bagnata. L’adrenalina post-botto è sacrosanta; le dichiarazioni a mente fredda, però, dovrebbero evitare di accusare l'avversario di qualsivoglia volontarietà specifica in una manovra di difesa. Perché non solo non si ottiene il ritorno mediatico sperato, ma soprattutto si colleziona una figura barbina, pur considerando i punti iridati in gioco fondamentali per la Williams. Scuderia per la quale, in fin dei conti, George non ne ha ancora collezionato neanche uno.


NICOLAS LATIFI, DNF: 🏁

Nelle prove libere appare competitivo, anche più del compagno di squadra. Esaltato da una monoposto più in forma del solito, sbatte al termine delle libere del sabato ma comunque centra un dignitoso Q2 in qualifica. In gara sbaglia subito e s’incastra con Mazepin rientrando in pista. Un’ottima occasione di terminare a punti buttata via.


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