Il Circus più veloce del mondo piazza le sue tende a Tuzla, sobborgo della parte asiatica di Istanbul, per la nona edizione del Gran Premio di Turchia. La corsa ottomana darà il via all’ultimo terzo di stagione: dal duello iridato tra Hamilton e Verstappen alla crescita di McLaren e Ferrari, passando per la lotta a centro e fondo gruppo, non mancano gli spunti d’interesse verso un fine settimana che si preannuncia spettacolare.
Per chi fosse nuovo, o per chi volesse rinfrescare la memoria, ricordiamo lo schema che vi aspetta: la pista introduce ai segreti del tracciato; il programma ricorda quando si corre – e quale categoria corre – durante il weekend; su di giri racconta chi arriva favorito; insabbiati, invece, chi deve riscattarsi dopo una corsa o un momento difficile; in scia si concentra sui pretendenti, stiano essi puntando ad un podio, una vittoria o qualche punto; a ruote fumanti illumina il duello da seguire e, infine, i sussurri del paddock la controversia da tenere d’occhio nel ‘pacato’ mondo dei GP. Buona lettura!
LA PISTA
Tra i circuiti nati nella prima decade del XXI secolo, l’Istanbul Park è senza ombra di dubbio uno dei più riusciti.
Il tracciato, ideato come molti altri da Hermann Tilke, è tra i più completi al mondo in quanto a caratteristiche tecniche e solo la mancanza di una tradizione motoristica in Turchia ne ha decretato il sostanziale abbandono dal 2011 fino al 2020.
La pista si sviluppa a cavallo di numerosi saliscendi, offrendo un ventaglio di curve medio-lente nel primo settore, la celeberrima curva 8 nel secondo (quattro apici, da affrontare in pieno a 280 km/h) e una combinazione rettifilo-staccata-curve lente nel settore finale.
Lo scorso anno l’asfalto posato da pochissime settimane rese impossibile la vita ai piloti, determinando condizioni di aderenza del tutto precarie nelle uniche sessioni asciutte disputate al venerdì. Per questo fine settimana, al contrario, un’operazione di lavaggio ad alta pressione della pista dovrebbe aver reso il manto stradale mediamente abrasivo, il che potrebbe rendere complicato preservare le coperture a mescola C2, C3 e C4 prescelte dalla Pirelli. A tal proposito, il disegno del circuito impone carichi elevati sugli pneumatici, complice l’assetto a medio-alto carico adottato dalle monoposto.
Il grado d’ala posteriore utilizzato sarà una delle maggiori variabili tecniche del fine settimana, dato che un asfalto meno liscio del previsto potrebbe aiutare nell’innesco delle mescole diminuendo il carico ideale richiesto, a tutto vantaggio dell’efficienza nei numerosi tratti a gas spalancato. La potenza del motore è meno rilevante ad Istanbul di quanto potesse essere, ad esempio, a Sochi; l’assetto meccanico deve invece assecondare la piattaforma aerodinamica senza preoccuparsi di forti sconnessioni.
Il clima dovrebbe rimanere fresco per l’intero fine settimana, con temperature intorno ai 20°C e cielo poco nuvoloso per venerdì e sabato, mentre domenica aumenteranno le probabilità di pioggia.
IL PROGRAMMA
Nessuna categoria di rilievo internazionale affiancherà la Formula Uno nel fine settimana turco. Le sessioni della massima serie saranno come di consueto integralmente visibili in diretta su SKY SPORT F1, mentre TV8 trasmetterà in chiaro le qualifiche (sabato alle 18.30) e la gara (domenica alle 18).
SU DI GIRI
In molti, compreso chi scrive, non avrebbero mai pensato di includere nuovamente in questa categoria la McLaren. Monza, infatti, somigliava ad un caso isolato, un picco di competitività avvicinabile ma non più ripetibile; invece, due settimane e un circuito molto diverso dopo, gli uomini papaya hanno abbandonato Sochi delusi avendo sfiorato la vittoria con Lando Norris.
Si è scritto molto riguardo il coraggio dell’inglese nel disobbedire alla scuderia o le responsabilità della scellerata scelta di rimanere in pista mentre la pioggia aumentava d’intensità; ciò nonostante, la vera sorpresa del GP di Russia è stato il passo della McLaren numero 4 sull’asciutto.
Come accaduto alla Ferrari a Silverstone, correre in aria libera e condizioni amiche ha mostrato un potenziale altissimo, molto vicino a quello Mercedes e tale da giustificare uno stato d’euforia che supera il fastidio di aver mancato la vittoria.
Istanbul rappresenterà l’ennesimo colpo di scena nella stagione della squadra di Woking o, come suggerirebbe la logica, vedrà una MCL35M a metà tra le prestazioni russe e quelle olandesi, dove Norris e Ricciardo finirono nella parte bassa della top-ten?
INSABBIATI
Sono due le scuderie che hanno abbandonato Sochi con le pive nel sacco: Alpha Tauri ed Aston Martin. Se la prima paga un periodo ricco di errori dal punto di vista operativo ma prestazionalmente felice, la seconda sta invece vivendo un proseguo di stagione ben al di sotto delle attese.
Le monoposto verdi non sono cresciute minimamente rispetto alla fase iniziale del campionato, e gare ricche di occasioni come Monza e Sochi hanno comunque rispecchiato il potenziale naturale delle AMR21, ossia la quinta/sesta fila.
Giustamente, lo sguardo rivolto a futuro di Stroll senior ha evitato isterismi e, tra la costruzione della nuova fabbrica e una campagna acquisti roboante (Withmarsh l’ultimo), il clima in squadra rimane promettente. Per quanto ancora, però, una compagine abituata a raggiungere obiettivi oltre il preventivabile sopporterà corse senza possibilità di sorpassi e ai margini della zona punti?
IN SCIA
L’Istanbul Park è uno dei feudi della Scuderia Ferrari, vincente dal 2006 al 2008 con Felipe Massa. La pista turca, poi, ha rappresentato uno dei migliori ambienti per la sciagurata SF1000, il che lascia ben sperare – assieme al nuovo ibrido e alla conformazione del tracciato – per le prospettive della Rossa verso il fine settimana (o meglio, per quelle di Leclerc, dato che Sainz partirà dal fondo con la PU nuova).
Una delle scuderie clienti del Cavallino Rampante giunge invece ad Istanbul forte del migliore risultato da due anni a questa parte: l’ottavo posto di Raikkonen a Sochi, infatti, ha rappresentato una vera e propria boccata d’ossigeno per l’Alfa Romeo. Nulla di cui esaltarsi, certo, ma l’ottimo passo di cui era dotata la C41 in Russia lascia ben sperare in vista delle corse finali, durante le quali approfittare di qualunque occasione per racimolare punti.
Ricucire il distacco che separa la compagine italo-svizzera dalla Williams (16 lunghezze) è pressoché impossibile, ma provarci non costa nulla, no?
A RUOTE FUMANTI
Il duello da seguire nel fine settimana non può che essere quello iridato, che vede contrapposti Max Verstappen e Lewis Hamilton.
Ne abbiamo parlato approfonditamente nello speciale dedicato di Giù la Visiera; in questo spazio ci limiteremo agli scenari che interessano il Gran Premio di Turchia (dove Red Bull sfoggerà una livrea speciale originariamente dedicata all’ultimo GP del Giappone per Honda).
In casa Mercedes hanno ammesso candidamente la possibilità di montare una nuova PU ad Hamilton già ad Istanbul, in caso di qualifiche complesse o gara sicuramente bagnata; l’eventualità di una sostituzione, quindi, si è tramutata in certezza, anche se i tecnici della Stella non vogliono sprecare a prescindere una ghiotta occasione per Lewis, dato che il tracciato ottomano dovrebbe sorridere alla W12.
Allo stesso tempo, il primo e il terzo settore sembrano disegnati apposta per esaltare la RB16B di Verstappen: riuscirà l’olandese a riguadagnare il comando della classifica?
I SUSSURRI DEL PADDOCK
Ultimo sedile Alfa Romeo a parte, il paddock turco dovrebbe vedere l’attenzione concentrata sulla sfida mondiale, tanto intensamente da ridurre il numero di retroscena da tenere d'occhio.
Giù la Visiera, quindi, si trova costretta a lavorare di fantasia. Prima di Austin dovrebbe essere resa pubblica la prima bozza di calendario 2022; complici i mondiali 2022 in Qatar che inizieranno a dicembre, le 23 corse dovrebbero essere condensate in 36 settimane, da metà marzo a metà novembre, mediante un massiccio uso dei tripli fine settimana di gara.
Ripetitività dei fine settimana di gara a parte, chi pensa alla salute mentale di meccanici e addetti ai lavori in pista dal martedì alla domenica e lontani per mesi dalle proprie famiglie?
Serve a poco celebrare la sostenibilità o il rispetto per tutti se poi, i primi ad essere dimenticati, sono gli ultimi del proprio microcosmo.
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