Dieci mesi fa, mentre veniva redatta la prima puntata di Giù la Visiera, solo un folle avrebbe immaginato che, ventidue corse dopo, Verstappen e Hamilton si sarebbero presentati ad Abu Dhabi a pari punti.
Ringraziando in anticipo chiunque abbia letto e commentato la rubrica durante la stagione più lunga della storia, procediamo per un’ultima volta alla scoperta di un fine settimana ad altissima tensione, si spera degna conclusione di un campionato stupendo, senza scordare co-protagonisti e ritiri illustri.
Pronti? Allora, Giù la Visiera!
Per chi fosse nuovo, o per chi volesse rinfrescare la memoria, ricordiamo lo schema che vi aspetta: la pista introduce ai segreti del tracciato; il programma ricorda quando si corre – e quale categoria corre – durante il weekend; su di giri racconta chi arriva favorito; insabbiati, invece, chi deve riscattarsi dopo una corsa o un momento difficile; in scia si concentra sui pretendenti, stiano essi puntando ad un podio, una vittoria o qualche punto; i sussurri del paddock la controversia da tenere d’occhio nel ‘pacato’ mondo dei GP e, infine, a ruote fumanti illumina il duello da seguire. Buona lettura!
LA PISTA
Si è parlato moltissimo dei cambiamenti che – per fortuna – hanno interessato il tracciato di Yas Marina.
Nato nel 2009 su un’isola artificiale creata appositamente per ospitarlo (!), l’impianto emiratino ha deluso sin dalla prima edizione le più pessimistiche aspettative, rivelandosi lento, scenograficamente monotono e per nulla adatto ai sorpassi. La situazione è relativamente migliorata dal 2011, con l’introduzione della doppia zona DRS, ma la preponderanza di curve ad angolo retto e chicane lente e strette ha da sempre reso quasi impossibile seguire un avversario da vicino, complice il pressoché immediato surriscaldarsi delle coperture posteriori.
Dopo anni di richieste da parte di piloti e addetti ai lavori, l’edizione 2021 del Gran Premio di Abu Dhabi si terrà su una pista ristrutturata dalla Dromo di Jarno Zaffelli, padre – tra gli altri circuiti – della versione rivista di Zandvoort.
I principali cambiamenti ai quali la pista di Yas Marina è stata sopposta sono tre: l’eliminazione della chicane alla fine del primo settore – quella dove Liuzzi e Schumacher si scontrarono nel 2010 innescando una serie di eventi che tolse il titolo ad Alonso -, il che porterà i piloti ad affrontare direttamente il tornante sinistrorso che immette sul rettifilo principale; il completo rifacimento della sezione che segue il secondo rettifilo, con la sostituzione della tripla chicane e della piega che la seguiva con un'unica, grande parabolica; la velocizzazione di alcune delle pieghe ad angolo retto dell’ultimo settore.
Buona parte delle svolte, poi, hanno visto cambiare il proprio angolo di camber, reso positivo (la pista sale dall’interno all’esterno, ndr) per favorire le vetture impegnate in aria sporca.
I tempi dovrebbero scendere di una quindicina di secondi, il che significherà un tracciato molto più veloce e meno severo sulle coperture posteriori; tuttavia, le numerose fasi di accelerazione da bassa velocità renderanno ancora vincente un assetto a medio-alto carico e le mescole prescelte dalla Pirelli, complice l’asfalto poco abrasivo, rimarranno le più morbide della gamma: C3, C4 e C5.
IL PROGRAMMA
Il fine settimana di Abu Dhabi non rappresenterà l’appuntamento finale solamente per la Formula 1; il campionato di Formula 2, infatti, si chiuderà a Yas Marina tra sabato e domenica, con l’australiano Oscar Piastri (Alpine Academy) a un passo dalla conquista del titolo.
Negli Emirati Arabi le due categorie verranno affiancate dalla F4 UAE, completando un programma che vedrà azione in pista dal mattino fino alle prime luci della sera, con la corsa di Formula Uno che – come da tradizione – scatterà pochi minuti prima del tramonto.
Tutte le sessioni di F1 e F2 saranno trasmesse integralmente da SKY SPORT F1; TV8 trasmetterà in diretta qualifiche e gara.
SU DI GIRI
Pensavate ce ne fossimo scordati, vero? E invece no!
Il personaggio Su di Giri di questa settimana non può che essere Kimi Räikkönen, giunto all’ultima corsa di una carriera infinita, meno trionfale di quanto meritasse ma responsabile di un affetto e un rispetto da parte dell’intero motorismo che, francamente, vale più di una decina di ulteriori coppe nella stanza dei trofei.
Lui si mostrerà, al solito, sagace e disinteressato; noi, però, crediamo che in fondo, senza mostrarlo assolutamente, un minimo di commozione la proverà. In fondo Kimi continua ad amare lo scendere in pista e, se l’Alfa Romeo dovesse confermare lo stato di forma di Jeddah, potrebbe anche togliersi qualche soddisfazione in termini di punti.
Intanto, non resta che ringraziarlo per un’avventura esaltante, a tratti ilare ma, soprattutto, meravigliosamente genuina.
INSABBIATI
Giunti alla ventiduesima edizione stagionale, non avremmo mai pensato di includere una nuova entità nella categoria meno ambita di Giù la Visiera.
Eppure, grazie al fine settimana para-catastrofico di Jeddah, la FIA e Michael Masi meritano senza dubbio una menzione d’onore. Dal tracciato pericoloso alla gestione curiosa di fasi delicate della corsa – se anche fosse prassi comune, la trattativa con Red Bull andrebbe gestita diversamente, vista la mancanza di autorevolezza troppo interpretabile in TV -, i quesiti riguardo un'azione spesso lacunosa non mancheranno di certo ad Abu Dhabi.
È in programma qualche cambiamento, qualche contromisura, qualche mossa che ristabilisca la fondamentale figura dell’arbitro della maggiore competizione motoristica?
IN SCIA
Se è vero il vecchio adagio del motorismo secondo il quale il cronometro non mente mai, allora il Gran Premio di Jeddah è stato incredibilmente bugiardo riguardo le prestazioni della Ferrari.
Leclerc e Sainz sono stati per gran parte della corsa la terza e la quarta vettura più veloce in pista, con il monegasco capace di rifilare 10’’ a Norris nei primi 10 giri – alla vigilia l’inglese era iper-favorito nel confronto diretto -, mentre il duo del Cavallino ha recuperato circa 20’’ su Ricciardo e Gasly nella seconda parte di gara, rosicchiandone circa la metà ad Ocon.
I risultati non sono arrivati a causa del botto di Sainz, della bandiera rossa e del contatto tra Leclerc e Perez; Abu Dhabi, però, potrebbe sorridere alla SF21 ancor più della pista araba.
Ammesso e non concesso l’asfalto liscio fornisca abbastanza grip alla Rossa, le prestazioni horror del 2020 potrebbero rimanere un lontano ricordo, con i Carletti impegnati ad estrarre ogni briciolo di potenziale dalla vettura (e dalla Power Unit finalmente spremuta al massimo…) per chiudere con il sorriso una stagione non certo esaltante, ma che è a un passo dal raggiungere tutti gli obiettivi preposti.
Qualcosa che in pochissimi, alla presentazione della SF21, ritenevano possibile.
I SUSSURRI DEL PADDOCK
I test post-GP di Abu Dhabi apriranno ufficiosamente la stagione 2022, con i piloti titolari di quasi tutte le scuderie (mancherà la Williams) impegnati a guidare le monoposto-muletto dotate degli pneumatici Pirelli a 18’’.
L’attività di sviluppo, ripresa in febbraio dopo lo stop dovuto al Covid, vedrà la Casa milanese presentare a Yas Marina il prototipo finale di un prodotto rivoluzionario per il mondo dei Gran Premi. Interpretarlo al meglio sarà fondamentale: non a caso la Ferrari, da tempo concentrata sul 2022, ha colto ogni occasione per sostituire le squadri rivali nei test e accumulare chilometri d’esperienza.
In occasione del test si scoprirà qualche dettaglio tecnico in più sulle nuove monoposto? Oltre all’importanza dell’ala anteriore, qualche sussurro rivelerà possibili rivoluzioni copernicane negli schemi sospensivi?
A RUOTE FUMANTI
Abbiamo tergiversato, magari furbescamente, ma è giunto il momento di parlare di loro due, i contendenti al titolo che giungono all’ultima corsa a pari punti.
Max e Lewis. Il Mondiale Piloti deciso in una manche secca, unica, si spera talmente bella da far scordare immediatamente le polemiche di Jeddah.
La magia di una sfida tanto tesa, con l’olandese in vantaggio in quanto a vittorie e l’inglese dotato di una monoposto ultimamente più prestante, risiede tutta nella mancanza di qualsivoglia schema, di ogni possibile forma di previsione. Da sabato alle 14 inizieranno ventiquattro ore da vivere con il cuore in gola, durante le quali conterà di certo il motore Mercedes o il telaio Red Bull, l’adattarsi più o meno bene alle gomme più morbide o l’evitare qualunque guaio di affidabilità; più di tutto, però, varranno le persone.
I meccanici. Gli strateghi. I battibeccanti Team Principal.
Più di tutti, i piloti. Gli eroi con molte macchie e tantissime paure chiamati ad entrare nella leggenda, a disegnare traiettorie perfette in qualifica e staccate incredibili in gara. Coloro i quali hanno reso esaltante una stagione che doveva essere interlocutoria, sfiorandosi o esagerando con i contatti, rimontando o scappando via dalla pole position.
Sperando con tutto il cuore che lo spettacolo sia il più corretto possibile, un vero e proprio duello a ruote fumanti, non resta che augurarsi che a vincere sia davvero il migliore.
Buon Gran Finale!
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