Continua l’abbuffata di Formula 1 post lockdown. Il terzo Gran Premio consecutivo vede – per fortuna – il Circus spostarsi dall’Austria fino in Ungheria, alla periferia di Budapest. Quali sono i dieci, più interessanti spunti d’interesse del fine settimana magiaro? Ve lo racconta Giù la Visiera!
IL CIRCUITO
Conformazione del tracciato a parte – ci torneremo tra un attimo -, il vero lato positivo del correre all’Hungaroring è la possibilità di vedere all’opera le monoposto 2020 su una pista diversa rispetto a quella situata sulle alture della Stiria. I giudizi emersi dalle due corse al Red Bull Ring non verranno di certo ribaltati, allo stesso tempo però qualche cambiamento, oltre che auspicabile, è più che prevedibile. Le curve della pista magiara potrebbero inoltre aiutare a rivedere e correggere sentenze che appaiono scolpite nella pietra, soprattutto a causa del ritmo incessante a cui costringe il susseguirsi di GP senza sosta. Soprannominata la Montecarlo senza muretti, la pista alle porte di Budapest richiede massimo carico aerodinamico, ottimo bilanciamento e grande reattività nei cambi di direzione, oltre che una perfetta gestione delle coperture. La qualifica, data la difficoltà nei sorpassi, assume un ruolo fondamentale nell’andamento del weekend. Il primo settore vede susseguirsi tre brevi rettifili intervallati da due tornanti, il primo più stretto e secco del secondo; il tratto centrale della pista è il più variegato, con la velocissima curva 4, la sinuosa e impegnativa curva 5, la chicane stretta e due esse di medio alta velocità; il terzo e ultimo settore, oltre a una curva destrorsa a 90°, è caratterizzato dai due, lunghissimi tornanti finali, capaci di esaltare le vetture migliori del lotto amplificando i distacchi tanto sul giro secco quanto in gara.
IL CONTENZIOSO RACING POINT – RENAULT
Nella tarda serata di domenica i commissari del GP di Stiria dichiararono ammissibile la protesta Renault nei confronti della Mercedes Rosa, ossia la Racing Point RP20, protagonista di una corsa dal ritmo eccezionale. La squadra transalpina sembra aver scovato il punto debole, almeno a suo dire, del progetto-copia della futura Aston Martin: le prese dei freni anteriori e posteriori. Per meglio comprendere la strategia della Régie serve ricordare un piccolo ma significativo cambiamento regolamentare annunciato lo scorso autunno: da questa stagione, le suddette prese non rientrano più tra le componenti acquistabili da un fornitore esterno, sia esso una scuderia o una semplice azienda, bensì devono necessariamente essere costruite e progettate dalla singola squadra. La ratio della norma ha del logico: dato che le prese ormai sono veri e propri dispositivi aerodinamici, atti non solo a raffreddare dischi e pastiglie ma anche a creare soffiaggi che fuoriescono secondo i dettami degli ingegneri dai cerchi, come un alettone o il fondo richiedono proprietà intellettuale esclusiva. La somiglianza tra le prese Racing Point e quelle della passata stagione Mercedes è netta, almeno esteriormente. Se dovesse essere così anche all’interno, il mantra ‘abbiamo semplicemente copiato da fotografie’ ripetuto incessantemente dagli ingegneri di Silverstone comincerebbe a perdere credibilità, aprendo un importante contenzioso rispetto alla natura della RP20. Liberty Media ha promesso risposte già questo fine settimana: possibile che analisi tanto delicate vengano condotte in quattro giorni o poco più? I risultati del GP d’Ungheria rimarranno sub-judice come quelli della corsa in Stiria?
VETTEL – ASTON MARTIN
L’approdo di Sebastian in Aston Martin (oggi Racing Point) dal 2021 è ormai dato per certo da più fonti, con possibile annuncio in uno dei due fine settimana in cui si correrà a Silverstone. Le voci verranno confermate o smentite dai diretti interessati? Si cercherà di minimizzare quello che ormai è un segreto di pulcinella o, confermando la trattativa, l’attenzione si sposterà definitivamente sul compagno di Vettel? Rimarrà Stroll, figlio del proprietario, costringendo Perez verso Haas o Alfa Romeo, oppure la dirigenza punterà a mantenere un’altissima qualità dei piloti confermando il messicano?
LECLERC
Se il terzo motivo per cui seguire il Gran Premio ha come protagonista principale Vettel, il quarto non può che avere Leclerc. Il trattamento riservato a Charles nelle ultime due settimane è forse l’esempio perfetto del turbinio di opinioni, commenti e giudizi tranchant al quale siamo obbligati da Gran Premi in rapida successione. Da eroe senza più bisogno di crescere a ragazzo inesperto e inaffidabile in sette, cortissime giornate: non è uno scherzo, nei giorni successivi al GP è stato veramente possibile leggere atrocità del genere. L’errore di Leclerc in partenza è stato gravissimo e indifendibile, soprattutto visto il contesto in cui è maturato, ma non intacca minimamente il valore del ragazzo né l’enorme fortuna (e lungimiranza) della Ferrari nell'averlo a disposizione. I saliscendi della pista magiara sono un’occasione perfetta per tornare a stupire. Charles ha sempre imparato in un battibaleno: in Ungheria ci sono ottime probabilità che dimostri di aver compreso la necessità di rimanere tranquillo al via, tenendo al contempo a bada manie d’onnipotenza.
UN JOLLY PER LA SF1000
Le ultime voci raccontano di una Ferrari pesantemente modificata tra Silverstone e Barcellona. In Ungheria, fossero presenti delle novità, sarebbero unicamente sottopelle, nella disposizione dei radiatori alla ricerca di un minore bloccaggio aerodinamico (il che richiederebbe probabilmente accorgimenti al disegno del cofano motore). L’Hungaroring, in realtà, è un vero e proprio bonus per una vettura lenta sul dritto e poco potente. Evitare di introdurre ulteriori aggiornamenti aiuterà a comprendere la bontà della base della SF1000 sul tracciato a lei – sulla carta – più congeniale di tutto il 2020. Al di là del discorso pioggia (nel quale il carico aerodinamico ha un ruolo, sì, ma non più importante dei difetti sospensivi), il Cavallino Rampante confermerà i miglioramenti in curva intravisti a Spielberg? Un corretto bilanciamento aiuterà, pur restando dietro a Mercedes e Red Bull, a contenere il distacco rispetto al minuto del 2019?
LA SPERANZA RED BULL
Secondo i giornalisti inglesi presenti a febbraio a Barcellona, la Red Bull mostrava un bilanciamento invidiabile e un’agilità superiore a Mercedes soprattutto nel veloce. A Spielberg abbiamo invece scoperto che la RB16, dopo aver subito uno scotto clamoroso pagando distacchi evidentissimi, sarebbe risultata più veloce delle W11 solo nei tornantini 3 e 4. Le rilevazioni GPS hanno così creato enorme aspettativa per le prestazioni Red Bull in Ungheria, con Verstappen indicato tra i papabili alla vittoria. Era così anche prima dell’Austria, e noi sinceramente crediamo si tratti unicamente di set-up: quando in Mercedes venerdì monteranno un pacchetto da alto carico, le frecce nere domineranno in lungo e in largo senza problemi. Piuttosto, in casa bibitara sarà interessante seguire il confronto Verstappen-Albon: il thailandese, dovesse confermarsi molto più lento di Max, finirebbe per esaltarne le doti o per alimentare ancora più dubbi riguardo una sua sostanziale differenza rispetto al giubilato Gasly?
LA SFIDA IRIDATA
Nonostante Hamilton abbia vinto moltissimo in Ungheria, Bottas ha sempre mostrato ottime doti sul tracciato storicamente caro ai piloti finlandesi, data la consistente presenza di tifosi azzurro-crociati. Valtteri dovrà anzitutto trovare la tornata perfetta in Q3, in modo tale da presentarsi all’esame della domenica nel migliore dei modi. La gestione delle gomme a Budapest è complicata e sfidante, ed Hamilton è senza ombra di dubbio il migliore in materia. Raggiungere la mini-pausa con una vittoria (e la testa della classifica) potrebbe essere il miglior modo di approcciare alla doppia, insidiosissima trasferta di Silverstone, dove Lewis non ha avversari. Un’impresa del genere sarà possibile o Re Lewis schiaccerà nuovamente il proprio avversario senza tanti riguardi?
MCLAREN E RENAULT
Le due sfidanti di Racing Point e Ferrari a centro gruppo si presentano a Budapest puntando obiettivi diametralmente opposti. I ragazzi di Woking dovranno probabilmente contenere i danni su un tracciato, almeno sulla carta, poco adatto alla MCL35, a suo agio soprattutto nel veloce. La scuderia di Enstone dovrebbe al contrario trovare finalmente terreno congeniale alla RS20, a Barcellona tra le migliori vetture nel lento. Arriveranno finalmente punti pesanti per la Régie? La McLaren manterrà il clamoroso secondo posto tra i Costruttori?
ALPHA TAURI
L’oggetto del mistero al Red Bull Ring. L’AT01 sembrava destinata ad inserirsi prepotentemente nella lotta a centro gruppo. Motore Honda, base Red Bull 2019 e una squadra collaudata, attenta e sempre convincente nella gestione in pista, oltre a due piloti poco costanti ma molto veloci. Invece le vetture bianco-blu sono rimaste in un limbo a metà tra Renault ed Haas/Alfa Romeo, probabilmente più vicine alle seconde che alle prime. Una pista lenta e tortuosa aiuterà la monoposto o ne amplificherà i difetti?
A FONDO GRUPPO
Alfa Romeo, Haas e Williams. Se per l’ultima ritrovarsi finalmente in una lotta con altre squadre è un gran risultato, dopo un 2019 da incubo, per le prime due l’Hungaroring potrebbe rappresentare l’ennesima, triste conferma di una stagione iper-complessa all’orizzonte. Il team italo-svizzero è probabilmente il migliore dei tre nel passo gara, mentre grazie al motore Mercedes è facile che almeno Russell svetti in qualifica. Una corsa pazza aiuterà nel conquistare punti o le sei monoposto condurranno una solitaria e malinconica corsa per non finire ultime?
コメント