A furia di procedere in fila per tre, basta una settimana di pausa perché sembri un secolo che non si corrono gare di Formula 1. Invece, dopo soli dieci giorni dall’appuntamento iberico, il Circus sbarca in una delle sue culle: Spa-Francorshamps. Tra circuito, meteo, mappe motore, Leclerc, Raikkonen e la ‘lotta’ al vertice non mancano di certo motivi per seguire il Gran Premio tra i boschi delle Ardenne. Scopriteli assieme a Giù la Visiera!
IL CIRCUITO
Spa. L’università della Formula Uno. La Pista con la P maiuscola, l’unico tracciato del mondiale dove basterebbe venissero disputate le sole libere del venerdì per soddisfare le aspettative dei palati più fini. Un misto di curvoni veloci figlio del collegamento tra le statali che univano i paesini di Malmedy, Spa-Francorshamps, Masta, Rivage e Blanchimont, prima nell’epica versione lunga quattordici chilometri abbandonata a fine anni ’60, poi, dal 1983, nella sicura ma altamente sfidante versione odierna. Dalla griglia di partenza situata – per le corse in monoposto – prima del tornantino destrorso di La Source, si procede spediti nella discesa che immette nel celeberrimo complesso di Eau Rouge – Raidillon, al quale segue il lunghissimo rettifilo in falsopiano del Kemmel. Terminato il primo settore si frena forte per affrontare la chicane di Les Combes subito seguita dalla piega secca a destra di Malmedy. Da questo momento inizia una discesa che non lascia un momento di respiro: al tornante largo di Rivage segue un’insidiosissima piega sinistrorsa (qualcuno la dedica a Jacky Ickx) che dopo un breve allungo immette nel doppio – e folle – curvone di Puhon. I piloti si trovano dopo qualche secondo ad affrontare la chicane di Fagnes, dov’è imprescindibile indovinare la linea corretta, per poi trattenere il fiato sperando di affrontare al meglio la beffarda destrorsa di Stavelot, dalla quale è importantissimo uscire bene per lanciarsi, dopo la semplice Paul Frére, nell’infinito rettifilo di ritorno. La curva di Blanchimont per quanto famosa è ormai una sfida solo per le categorie minori, mentre l’ultimo ostacolo è la chicane Bus-Stop, dov’è facilissimo perdere del tempo vista la leggera pendenza capace d’ingannare anche i più esperti.
IL METEO
Spulciare tra le varie previsioni meteorologiche per il fine settimana è un ottimo esercizio per comprendere quanto il clima, a Spa, in realtà sia del tutto imprevedibile. Fondamentalmente, a parte la giornata di domani che dovrebbe essere ventosa ma soleggiata, per quanto riguarda qualifiche e gara non esiste opinione comune. MeteoFrance prevede scrosci durante entrambe le sessioni con probabilità del 50%, MeteoBelgique alza la posta addirittura alle intere giornate. Insomma, le squadre saranno chiamate a tenere gli occhi aperti e non sbagliare alcuna chiamata, pur assettando le vetture da asciutto, dato che le probabilità di rovesci sono troppo basse per scommettere su una corsa interamente bagnata e, quindi, da alto carico. Domenica assisteremo ad una corsa folle?
PARTY MODE – LA VENDETTA
Sembra il nome di un film thriller di bassa lega ma, in realtà, riassume bene la piccola vittoria politica della Mercedes, dotata del motore che più di tutti dovrebbe soffrire il divieto d’utilizzo delle mappature più spinte in qualifica. Il provvedimento entrerà infatti in vigore solo da Monza, risparmiando la corsa di Spa. Secondo le ultime indiscrezioni la modalità unica per mappature e gara dovrebbe riguardare il solo motore a combustione interna (ICE), mentre sarebbero ancora ammesse varie strategie d’interazione tra i motori elettrici MGU-K e MGU-H (al quale è collegato il gruppo turbocompressore) e la batteria. La stessa mappatura unica del sei cilindri dovrebbe consentire ai federali un più semplice controllo della parte elettrica, sulla quale sembrano concentrarsi i sospetti di utilizzi al di là delle zone grigie del regolamento…
LA SFIDA AERODINAMICA
Spa è da sempre uno dei più sfidanti circuiti del mondiale dal punto di vista del set-up. Il primo e il terzo settore richiederebbero vetture con assetti molto simili a quelli di Monza, mentre il secondo si avvicina molto di più alle necessità di Silverstone o di Suzuka, il che porterebbe ad adottare ali molto più cariche. Dato che i consumi non rappresentano un patema eccessivo, la decisione verte sul privilegiare il consumo gomme a scapito della velocità sul dritto e del tempo in qualifica o viceversa. A meno di non disporre di una Power Unit eccezionale. Solitamente la pista belga, primo appuntamento dopo la pausa estiva, vede l’introduzione di novità di rilievo a livello meccanico; quest’anno, complice il calendario stravolto, qualche scuderia potrebbe introdurre pacchetti di novità aerodinamiche rilevanti e non solo dedicate alla massima efficienza possibile.
GLI AGGIORNAMENTI RED BULL
A proposito di aggiornamenti aerodinamici, sia Mercedes che Red Bull sono le indiziate principali ad introdurre in Belgio un serio pacchetto aerodinamico. Il che comprenderebbe, oltre alle ali d’adattamento ai lunghi rettifili, componenti ‘permanenti’ in vettura come fondo, bardgeboards e soffiaggi sottoscocca. Se per le W11 qualunque miglioramento, per quanto ben accetto, non potrebbe che perfezionare un pacchetto già iper-competitivo, per le RB16 il discorso è opposto. Gli ingegneri di Milton Keynes riusciranno finalmente a sbloccare il potenziale insito nella vettura disegnata da Adrian Newey o in realtà la monoposto 2020 si rivelerà sì competitiva, ma capace di vincere GP solo in circostanze eccezionali?
LO STRANO RAPPORTO HAMILTON-SPA
Ormai Lewis corre contro i record e i miti, c’è poco da fare. Allora, se di miti parliamo, forse Spa è il suo tallone d’Achille. L’inglese ha vinto tre volte tra le Ardenne, il che è un dato inconfutabile, ma non ha mai convinto. Non è mai stato universalmente riconosciuto come Re di Spa, epiteto passato tra le mani di Senna, Schumacher e Raikkonen. Toglie qualcosa alla carriera dell’esa-campione? Probabilmente nulla, ma non mancherà la volontà di convincere i più scettici, di interpretare al meglio curve e cambi di pendenza che separano piloti e fenomeni, approfittandone al contempo per affossare definitivamente le motivazioni del povero Bottas. Il quale, tra l’altro, sembra soffrire Spa ancora di più del compagno di squadra.
ALLA RICERCA DEL DNA
Spa è un luogo speciale per la Jordan. Lo è anche per la Force India. E pure per la Racing Point. Che poi in fondo sono tutte la stessa scuderia, il cui destino sembra irrimediabilmente intrecciarsi con i cordoli giallo-rossi della pista vallona. Prima vittoria ottenuta nella celeberrima (e bagnatissima) edizione 1998, ad opera di Damon Hill, prima pole position dell’era Force India con Fisichella e prima gara disputata con il nome Racing Point (ottenendo, tra l’altro, un 4° e un 5° posto). Insomma, le vetture inglesi, storicamente a loro agio nel veloce, a Spa hanno trovato quasi costantemente un felice terreno di caccia. Sarà così anche nel 2020? La W10 versione rosa è una vettura eccellente ovunque e dotata di un motore d’altissimo livello: basterà per battere le Red Bull ed agguantare il primo podio stagionale? Intanto la Renault, nella serata di martedì, ha ritirato la protesta nei confronti dei condotti dei freni posteriori. È l’inizio della fine di un contenzioso appena incominciato…?
A LORO AGIO NEL VELOCE?
Renault e McLaren condividono molto più di quanto si pensi: Power Unit, obiettivi strategici e, solo per questa stagione, anche Daniel Ricciardo. Eppure dopo aver visitato diverse piste, ed adottato le più svariate configurazioni, l’impressione è che anche la filosofia aerodinamica converga verso una precisa qualità: l’efficienza. In fondo la MCL35 ha eccelso a Zeltweg, mentre la RS20 a Silverstone, circuiti sicuramente tutt’altro che lenti. Se poi aggiungiamo all’equazione un motore ingiustamente bistratto nel tempo ma potente quanto – se non più – l’unità Honda, allora ben si comprende come Ocon, lo stesso Daniel, Norris e Sainz possano puntare ad un importante bottino di punti. Resta solo da comprendere quanto, nel caso, dovesse rimanere distante Racing Point.
BASTANO DODICI MESI
Come cambia il mondo della Formula 1 in dodici mesi. Un anno fa Charles Leclerc vinceva il primo Gran Premio in carriera, dopo un fine settimana difficilissimo ma quasi del tutto dominato in pista, e segnava la prima di quattro pole position consecutive. Oggi si ritrova a chiedersi, come tutti noi, quale possa essere lo stato di forma della Rossa in Belgio. La SF1000 dovrebbe presentarsi a Spa in una configurazione simile – se non identica – a quella di Silverstone, potendo contare per assurdo su un telaio che a bassi carichi sembra gestire meglio le coperture rispetto agli avversari di centro gruppo. Basterà per raggiungere la zona punti o le mancanze di motore si riveleranno insuperabili? Il tutto attendendo i primi, seri sviluppi concettuali per questa sfortunatissima monoposto.
IL RE DI SPA
Lui sì che è il Re di Spa. In carica, verrebbe da aggiungere. Perché pochi piloti sanno interpretare Spa-Francorchamps come il finlandese quattro volte vincitore del Gran Premio del Belgio, Kimi Raikkonen. Obiezione, direte voi: Hamilton (3) ha vinto quasi lo stesso numero di corse tra le Ardenne, ed anche Vettel ha sollevato il trofeo dedicato al vincitore tre volte. Eppure Kimi ha sfiorato almeno altre due vittorie e soprattutto ha portato al trionfo l’impresentabile Ferrari F60 nel 2009. Il campione del mondo 2007 sembra realmente dotato di un collegamento unico con i saliscendi belga, e vederlo all’opera anche solo per un giro gratifica i palati più fini. La C39 dovrebbe faticare enormemente: riuscirà ad esaltare anche lei?
Il Circus della Formula 1 torna in Belgio un anno dopo il tragico incidente che vide coinvolti Anthoine Hubert e Juan Manuel Correa nella corsa del sabato di Formula 2. SENZAF1ATO coglie l'occasione per augurare al pilota statunitense di tornare al più presto alla guida di una monoposto e, soprattutto, per ricordare Anthoine. Ragazzo sorridente, promettente e spinto da un sogno che accomuna chiunque veda sfrecciare una vettura della massima serie in pista, sia esso un pilota o un semplice tifoso. Oggi come un anno fa, che la terra gli sia lieve.
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