Dopo una sola settimana di pausa si riparte. Altri tre Gran Premi, altre tre sfide impossibili alla Mercedes più forte di sempre. Perché, allora, seguire la prima delle due corse inglesi? Scopritelo assieme a Giù la Visiera!
IL CIRCUITO
Il serpentone di vetture di Formula 1 che approccia al primo giro le S di Maggotts – Becketts è scolpito nell’immaginario di qualunque appassionato di corse. Esattamente come il brusco scarto di una monoposto che si tuffa nella velocissima curva Copse, o la leggera discesa che segue la staccata della Stowe. Insomma, Silverstone regala ad ogni stagione alcuni dei fotogrammi più apprezzati dell’intero campionato, tanto da convincere anche chi si trova a migliaia di chilometri di distanza che quel luogo, quella pista tanto rapida deve necessariamente avere qualcosa di speciale. La natura piatta del tracciato, ricavato unendo le strade di servizio di un aeroporto della Seconda Guerra Mondiale, ha storicamente permesso medie altissime, solo momentaneamente diminuite in occasione dell’ultima ristrutturazione. Le vetture odierne affrontano (in qualifica) 9 curve su 18 in pieno, 7 delle quali ad oltre 250 km/h. Sembrerebbe una sfida abbordabile, ma richiede precisione e controllo assoluti, come dimostra l’incontrastato dominio nell’ultimo decennio dell’idolo di casa, Lewis Hamilton. I punti di sorpasso sono pochi, pur regalando spesso manovre di pregevole fattura: al nuovo complesso Arena (formato da Village, The Loop e Aintree, prima vera frenata del giro) seguono la staccata di Brooklands e la lunghissima Luffield, la difficilissima curva Stowe e la chicane Vale, che precede la secca svolta a destra Club al termine della quale è situato il traguardo.
LO SPETTACOLO
Al di là della strabiliante dimostrazione velocistica delle monoposto, negli ultimi anni Silverstone ha offerto corse piacevoli e molto spesso movimentate. Nonostante qualche pilota e diversi appassionati rimpiangano il disegno dei primi anni 2000, il nuovo tracciato inaugurato nel 2010 si sposa bene con la generazione di vetture ibride. I punti di sorpasso sono aumentati, e la pluralità di traiettorie possibili in diverse curve lente permette difese creative o contrattacchi disperati, il che ha reso meno dipendente dalla pioggia l’eventuale spettacolarità del GP. Il duello Verstappen-Leclerc nel 2019 impreziosì una corsa dominata dalle Mercedes, la vittoria di Vettel nel 2018 arrivò al termine di una gara tiratissima e del tutto incerta, la battaglia Alonso-Vettel del 2014 lasciò a bocca aperta e le Williams (!) nel 2015 presero il comando durante le prime fasi provocando il giubilo collettivo. Insomma, anche senza il meraviglioso pubblico britannico, la corsa non dovrebbe deludere.
IL METEO
A costo di scadere nel più banale dei luoghi comuni, è impossibile non accennare all’imprevedibilità del meteo inglese. In realtà l’ultima corsa bagnata a Silverstone risale al 2015, quando Hamilton vinse una gara dal tracciato in continua evoluzione a causa della pioggia sempre più copiosa, il che mise in difficoltà le Williams al comando dopo una partenza prodigiosa. Ad oggi, secondo la BBC, il fine settimana dovrebbe rimanere asciutto con punte di forte caldo il venerdì (31°C, come nel 2018 il giorno della corsa), a cui seguirebbero due giornate caratterizzate da velature sparse e massime intorno ai 22°C.
MERCEDES E RED BULL: SFIDA AL VERTICE?
È bene evitare qualunque fraintendimento: in realtà, le possibilità che la Red Bull riesca ad infastidire la corazzata Mercedes a Silverstone sono bassissime. Non tanto per lo storico idillio tra le frecce d’argento e la pista del Northamptonshire, il clima mite che eviterebbe problemi d’affidabilità sulle W11 o la proverbiale maestria di Hamilton tra le velocissime pieghe del tracciato. Semplicemente, l’intero pacchetto Mercedes sembra imbattibile questa stagione, il che renderebbe eventuali miglioramenti Red Bull utili solamente, nel migliore dei casi, a contenere il distacco. Per il bene dello spettacolo speriamo di sbagliarci, ma non è detto che le instabilità aerodinamiche della RB16 siano di facile risoluzione: in tal caso la minaccia Racing Point sarebbe quantomai da tenere in considerazione. Per il terzo gradino del podio, s’intende.
IL DUELLO IN ROSA
Silverstone, per la Racing Point, è quasi più di una gara di casa, considerando che la sede del team (nato nel ’91 con il nome di Jordan) si trova esattamente di fronte ai cancelli della pista. Lo scorso anno la Mercedes W10 annichilì la concorrenza, soprattutto in gara, il che lascia presagire – a meno di magagne d’affidabilità – un grande appuntamento per la futura Aston Martin tra le mura di casa. L’unico elemento destabilizzante in una stagione ancora più fortunata rispetto a quanto sperato – almeno in termini prestazionali – potrebbe essere il duello Stroll-Perez. I due sembrano infatti destinati a contendersi il sedile affianco a Vettel dal 2021 (a proposito: Silverstone potrebbe essere terra d’annunci interessanti). La logica direbbe Stroll, visto che il padre possiede tanto il team quanto Aston Martin, ma una Casa con serie volontà di vittoria può permettersi di scartare il pilota più forte? Lance riuscirà a confermare lo stato di forma dell’Ungheria, continuando ad instillare il dubbio che in sia lui, e non Perez, la scelta migliore nonostante il cognome?
Aggiornamento di venerdì 31-07: Sergio Perez, dopo essere risultato positivo al COVID-19 nella giornata di giovedì (un primo test inconcludente aveva immediatamente determinato contromisure tra le quali l'isolamento dello stesso messicano), salterà sicuramente entrambi i Gran Premi a Silverstone. Sperando possa tornare già a Barcellona, in Racing Point la ricerca di un sostituto si è fatta frenetica. Tra i due piloti di riserva Mercedes, Gutierrez e Vandoorne, il favorito sarebbe stato il messicano ex-Haas; il colpo di scena è giunto nella serata di giovedì quando diverse fonti hanno indicato come la scelta sia ormai ricaduta su Nico Hülkenberg, subito sottopostosi ai necessari controlli medici. Come se la caverà il tedesco?
UNA STORIA INFINITA
Woking (o Colnbrook prima) non sarà tanto vicina a Silverstone, ma la storia d’amore tra la McLaren ed il Gran Premio di Gran Bretagna ha radice antichissime ed incredibilmente solide. Hunt, Prost, Senna, Hakkinen e Hamilton sono solo cinque dei nomi che hanno via via infiammato gran parte del pubblico presente sugli spalti. Il ritorno ai giorni di gloria è ancora lontano, nonostante gli innegabili progressi, ma Sainz e Norris potrebbero trovarsi decisamente a loro agio sui piatti curvoni dell’ex aerodromo. La MCL35, molto più competitiva in Austria che in Ungheria, dovrebbe esaltare il potenziale dell’unità motrice Renault (ai livelli Honda, sopra Ferrari) avvicinandosi nuovamente a Racing Point, con serie possibilità di mantenere a distanza le Rosse. Fino ad ora le (poche) carenze della monoposto sono state magistralmente coperte da una gestione in pista senza il minimo errore. Sarà così anche a Silverstone? Gli uomini in arancione riusciranno a mantenere il terzo posto in classifica costruttori?
PARARE I COLPI
In attesa che debutti tra Silverstone 2 e Barcellona la SF1000 del tutto rivista, il che dovrebbe dotare la Scuderia di una base sulla quale implementare un significativo cambiamento di rotta progettuale (un Filming Day, come riportato da Giuliano Duchessa, avverrà il 5 luglio sempre in Inghilterra), le Rosse viaggiano verso Silverstone pronte a correre in assoluta difesa. Le medie sul giro sempre più elevate hanno reso il tracciato ancora più sensibile alla potenza del motore e, soprattutto, alla resistenza aerodinamica. Un cocktail potenzialmente micidiale per le monoposto di Vettel e Leclerc (il quale è chiamato a cancellare due fine settimana così e così). Allo stesso tempo, però, la potentissima SF90 sfiorò la pole per poi perdersi miseramente in gara. Riusciranno gli ingegneri emiliani nell’impresa di bilanciare al meglio le scorbutiche vetture per regalare qualche sorpresa – ossia dei punticini – in vista di domenica? Insomma, serve tirare fuori l’intero potenziale a disposizione, indipendentemente dalla quantità.
FINALMENTE AGGIORNAMENTI?
L’Alpha Tauri AT01 è tra le sorprese negative di questo inizio di 2020, c’è poco da girarci intorno. Dalla scuderia faentina – forte del ritorno della propria, meravigliosa corsa di casa: Imola! – ci si aspettava molto di più. Diverse componenti Red Bull, un motore Honda poi rivelatosi lontano dalla fantasmagorica unità Mercedes, due piloti in forma ed un gruppo tecnico in ascesa: cos’è andato storto? Perché le vetture bianco-blu hanno perso contatto rispetto a Renault, McLaren e Ferrari in maniera tanto netta? A Silverstone, dopo le prime tre corse in versione Melbourne, potrebbero arrivare le prime novità. Avranno effetto?
TROVARE CARICO
La situazione in casa Alfa Romeo volge al drammatico. Nessuno può negare – e sicuramente non succede ad Hinwil – che la C39, ormai, sia una monoposto da ultima fila. Non in gara, dove la Williams retrocede clamorosamente (per quanto ancora?), ma in qualifica senza ombra di dubbio. Come tirarsi fuori dalle sabbie mobili? Il telaio del Biscione soffre enormemente la carenza di carico aerodinamico, tanto che nonostante il motore Ferrari (un innegabile seppur a volte sopravvalutato problema) Raikkonen e Giovinazzi spesso prevalgono nei rilevamenti della velocità di punta. La situazione economica del team permetterà qualche aggiornamento o la speranza di cogliere ulteriori punti è tutta riposta in gare matte e improbabili opportunità da cogliere? Serve migliorare subito, soprattutto pensando a quanto mostrato ad inizio 2019.
LE ALTRE
Williams, Renault e Haas. Tre scuderie, tre stati d’animo del tutto opposti alla vigilia del Gran Premio di Gran Bretagna. La squadra di Grove, rinfrancata da un’eccezionale qualifica di Russell a Budapest, deve necessariamente risolvere gli enormi problemi che ne affliggono il passo gara. Il motore Mercedes promette faville in qualifica, ma in corsa servono telaio e bilanciamento; in fondo, però, partecipare alla gara di casa è già un passo avanti. In Renault il focus sembra ormai del tutto spostato al 2022. Certo, la scuderia transalpina ha protestato contro le RP20 e tenta in tutti i modi di rimanere aggrappata al treno McLaren. Al contempo, però, tra arrivo di Alonso e dichiarazioni varie, sembra che la fiducia verso la RS20 non sia enorme (arriveranno comunque aggiornamenti venerdì). L’aria di casa (i reparti telaio hanno base ad Enstone) aiuterà? In Haas l’umore sembra invece essere alle stelle, dopo il magnifico 10° posto di Magnussen in Ungheria. La squadra funziona e sembra volenterosa di ribaltare una situazione difficile. Silverstone non è il luogo migliore sulla carta, ma saranno proprio episodi come quello magiaro a convincere Gene Haas riguardo il proseguo dell’avventura. Il contrario servirebbe a molto, molto poco.
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