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Immagine del redattoreLuca Ruocco

Giù la Visiera - I 10 motivi per cui seguire il GP di Singapore


amadeustx / Shutterstock.com Singapore, ca Settembre 2015. Panorama dal Marina Bay Hotel sul circuito di F1

Il circus della F1 si sposta nella notte orientale, per il gran premio più lungo – in termini di tempo – della stagione. Pista da alto carico, buone doti di trazione e forte stress per i freni, il tracciato cittadino potrebbe nuovamente ribaltare gli equilibri, sia nella lotta tra top team che a centro gruppo. Ecco a voi i 10 motivi per cui seguire la corsa di domenica prossima.


LA FAME DEL CAMPIONE

Lewis Hamilton non vince un gran premio di F1 da… due appuntamenti. Fa sorridere, ma almeno a lui sarà sembrata un’eternità, vista la pausa estiva ed il muro di nome Leclerc che si è trovato davanti in Belgio e a Monza. Quando un pilota del genere perde due gare sfiorandone il successo, diventa difficile si faccia sfuggire la terza. Soprattutto in un tracciato dove parte da netto favorito, anche grazie al giro di qualifica da cardiopalma della scorsa edizione. Sarà allora fame da vittoria, anche per chiudere definitivamente il discorso mondiale.


I DISTURBATORI

Dal Gran Premio d’Austria, a parte a Silverstone, almeno una tra Red Bull e Ferrari è sempre riuscita a mettere i bastoni tra le ruote della regina Mercedes. Sarà così anche nella notte equatoriale? Sicuramente Max Verstappen parte per l’ex protettorato inglese con una buona dose di fiducia, soprattutto vista la brillante qualifica ungherese di inizio agosto. Il grande carico aerodinamico sviluppato dalla RB15 dovrebbe fare il resto, coadiuvato inoltre dai probabili classici aggiornamenti d’inizio autunno. Le vetture di Maranello sembrerebbero invece, almeno sulla carta, soffrire la natura della pista, anche se non quanto Budapest, vista la singola tipologia di curve (90°) di Singapore. Le buone doti di frenata ed il nuovo motore maggiormente parco nei consumi e con migliore guidabilità potrebbero rendere meno drammatica di quanto si pensi la situazione.


IL PRIMO VERO ESAME

Alexander Albon si ritroverà, sorprese permettendo, per la prima volta a guidare su un tracciato favorevole alla sua Red Bull. Da questo weekend diventeranno quindi più esigenti i parametri di confronto con il suo compagno di squadra, sia dal punto di vista della velocità pura che della capacità di conquistare un bottino di punti che permetta alla squadra di avvicinarsi nuovamente alla Ferrari. I muretti in uscita dalle curve si faranno quanto mai vicini.


SOTTOSOPRA FERRARI

Charles Leclerc continuerà la personale ascesa verso il ruolo di primo pilota indiscusso in casa Ferrari? Potrà mostrare di possedere quel qualcosa in più sui tracciati puramente cittadini che prometteva di farci assaporare nelle qualifiche di Monaco, prima di essere vittima della voglia di pazzo rischio degli strateghi della Rossa? Dall’altra parte del box, sulla pista che lo vide annichilire la concorrenza negli anni Red Bull (eccezionale la prestazione del 2013), Sebastian Vettel è chiamato all’ennesimo riscatto. Il pacchetto di novità aerodinamiche promesso per la gara potrà ridargli, almeno parzialmente, quella fiducia nel retrotreno necessaria ad esaltarne lo stile di guida? Un’eventuale lotta in pista ne turberà la serenità, oscurando nuovamente la velocità pura del tedesco che non è mai mancata totalmente? La notte di Singapore presenterà l’ennesima puntata del sottosopra di casa Ferrari, con le due metà del box tanto fisicamente vicine quanto lontane nell'umore, nei gesti, nel recentissimo passato.


DEBOLI MINACCE

La convincente prestazione delle Renault a Monza ha davvero rappresentato un punto di svolta nella lotta al quarto posto? Difficile a dirsi, sembra molto più probabile che le monoposto transalpine siano state semplicemente esaltate dai lunghi rettilinei brianzoli, assumendo il ruolo di una specie di SF90 di centro gruppo. Certamente non si può criticare l’eccellente potenza e guidabilità mostrata dal finalmente affidabile propulsore, come mostrato dalla risposta di Sainz all’attacco di Albon alla Roggia, ma l’unità motrice purtroppo per gli uomini di Enstone non è una discriminante rispetto alla McLaren, avversaria per il quarto posto in classifica costruttori. Su un circuito ad alto carico Sainz e Norris dovrebbero godere di un importante vantaggio sulla carta, per calmare definitivamente gli appetiti della compagine francese. Sarebbe allora una piacevolissima sorpresa per Ricciardo ed Hülkenberg trovarsi in una situazione diversa da quella di deboli minacce.


SUL FILO DEI CENTESIMI A CENTRO GRUPPO

Se Renault non dovesse confermarsi in lotta con McLaren, viaggiando con un buon vantaggio sul resto del pacchetto di mischia, potrebbe rimanere invischiata in una lotta che si preannuncia sul filo dei centesimi. Singapore ha spesso rappresentato buon terreno di caccia per le squadre minori alla ricerca di punti pesanti, grazie a gare spesso pazze ed imprevedibili vista la natura di tracciato cittadino di Marina Bay. Diventa davvero imprevedibile capire chi potrà spuntarla: sapranno rialzarsi dopo due gare pasticcione ma dal buon potenziale in Alfa Romeo? Kimi riuscirà a digerire una pista che non ha mai amato o Giovinazzi potrà aspirare ad una bella figura, quanto mai provvidenziale in chiave mercato? In Toro Rosso Gasly può puntare, nel circuito dove anche Palmer riuscì a battere il compagno di squadra (si sussurra sia diventata una leggenda poco creduta delle notti equatoriali), al miglior risultato di squadra? Le Racing Point troveranno un passo decente su una pista da alto carico, evitando scontri fratricidi alla prima curva come lo scorso anno? Tutto è possibile sulle strade del Leone.


LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL

A Singapore un tunnel c’è. Passa sotto una tribuna, spesso teatro di tamponamenti degni del miglior ingorgo mattutino, ed è perfettamente illuminato. A differenza di quello dove sono cadute, in modo diverso, Williams ed Haas nel corso di questa stagione. Se per la prima scuderia le premesse sono – relativamente – incoraggianti dato il passo ungherese, nella squadra statunitense nessuno, visto l’andamento delle gare estive, può sapere cosa aspettarsi. Per Magnussen e Grosjean, le cui vetture non presenteranno l’uscente sponsor principale Rich Energy ma ne manterranno i colori, anche una buona qualifica non sarà garanzia di raggiungere la zona punti a fine gara; al contrario, in Williams l’accesso al Q2 sarebbe salutato come il miglior momento della stagione. In attesa si accendano le luci anche nel tunnel dalle parti di Grove.


UNA COSA TRANQUILLA

Dopo lo spettacolo opinabile offerto nel Q3 a Monza, alle scuderie che accederanno alla fase finale delle qualifiche a Singapore si è quasi tentati di chiedere semplicemente tranquillità. Certo, le scie hanno un effetto nefasto a Marina Bay, e saranno quindi cercati distacchi il più ampi possibile dalle vetture antecedenti, mentre a Monza era imprescindibile renderli minimi per fermare il cronometro su tempi davvero competitivi (a meno che non si disponesse di una Ferrari, vedi distacco minimo di Vettel dalla pole). Alcuni appassionati hanno anche apprezzato il gioco di strategie alla base della farsa del sabato brianzolo, qui si spera invece che tutti i piloti possano trovare un giro pulito, perché si dimostri chi ne ha di più. Fino a quando non sarà, fatichiamo ancora a capire in quale curioso modo, la qualifying race a mostrarcelo.


SPETTACOLO & PENALIZZAZIONI

Si è molto discusso se le manovre difensive di Leclerc a Monza meritassero o meno una penalizzazione. Al di là di come la si pensi, è innegabile che l’atteggiamento dei commissari, dopo le controversie canadesi e della successiva gara in Francia, sia radicalmente cambiato. L’attacco di Verstappen in Austria, così come la difesa di Leclerc in Italia o il duello tra lo stesso monegasco e Max a Silverstone, non sono mai stati nemmeno posti sotto investigazione. Correttamente, almeno secondo chi scrive. Vedremo se a Singapore sarà confermata la manica larga, magari con l’intervento in caso di necessità della bandiera bianco nera. Ricordiamo come a sventolarla sia il direttore di gara Michael Masi, e non i commissari, che rimangono liberi di investigare indipendentemente l’episodio per il quale la stessa è stata esposta. Intanto, non resta che augurarci altri duelli corretti, per continuare il filotto di gare altamente emozionanti che continua da Spielberg, nonostante il dominio Mercedes in campionato.


UN MERCATO… TIEPIDINO

Quella che gli inglesi chiamano silly season, il periodo nel quale aleggiano sul paddock le più disparate bombe di mercato, dove sussurri ed indiscrezioni si rincorrono fino a disegnare schieramenti completamente ribaltati rispetto all’anno precedente, in realtà quest’anno è passata veloce ed alquanto indolore. Solo il secondo sedile Red Bull rimane in sospeso, conteso tra Albon, Kyvat e Gasly, partecipanti ad una giostra impazzita dove chi vince finisce ad essere sbranato da un certo olandese che proprio piano non va. Si raggiunge quindi Singapore con i grandi (si fa per dire) movimenti già compiuti, vedi conferma di Bottas in Mercedes ed approdo di Ocon in Renault. Così la città del Leone si dovrà accontentare di essere protagonista al massimo di qualche conferma annunciata (Giovinazzi in Alfa), o qualche passaggio di consegne emozionante come una coda allo sportello postale (Hülkenberg in Haas, Latifi in Williams). Il mercato rimane perciò tiepidino, a meno che un colpo di prestigio, come una Safety Car al momento giusto in gara (evento a volte fortuito, a volte molto meno a Singapore, qualcuno ha detto crash gate?), lo scaldi improvvisamente.


Aggiornamento del 19-09-2019: stamattina, prima che iniziassero le classiche interviste del giovedì ai protagonisti del circus, il team Haas ha confermato per la stagione 2020 come piloti Romain Grosjean e Kevin Magnussen. Si è certamente cercato di non introdurre novità in un quadro che ha palesemente dimostrato durante la stagione come il vero problema sia la vettura. Ci permettiamo però di sottolineare come sia percepibile una certa dose di masochismo nella scelta compiuta, dato che ultimamente la coppia ha portato a casa con costanza più contatti che punti, letteralmente. Rimane così un mistero dove possa accasarsi Nico Hülkenberg per la prossima stagione: Alfa Romeo? Red Bull, evento sorprendente e che sicuramente rappresenterebbe una grossa novità sia per lui che per la scuderia austriaca? Altri posti vacanti non sembrano essercene, se non in altre categorie. Intanto, la temperatura del mercato mica è cambiata.

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