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Immagine del redattoreLuca Ruocco

Giù la Visiera - Williams 2020


Motorsports Photographer / Shutterstock.com

LA SCUDERIA

Al peggio non c’è mai fine, si dice. Eppure, immaginare una stagione peggiore per un team di F1 rispetto a quella vissuta dalla Williams nel 2019 è praticamente impossibile. Un calvario ininterrotto, dall’Australia ad Abu Dhabi, con radici profonde – i primi due giorni di test saltati per un ritardo nell’assemblaggio della vettura furono eloquenti – e probabilmente non del tutto emerse in pubblico. L’allontanamento di Paddy Lowe, stra-pagato per risollevare le sorti della scuderia grazie all’enorme bagaglio di esperienze (e successi), fu probabilmente il classico sacrifico di un capro espiatorio: sarà bastato? Di certo la sfida tecnica davanti alla quale si sono trovati gli ingegneri di Grove nel progettare la FW43 ha davvero del proibitivo. La disastrosa progenitrice, infatti, mediamente risultava più staccata dalla nona forza in griglia rispetto a quanto lo fosse la McLaren dalla Mercedes, e tutti hanno perfettamente presente quanto sia complesso per le squadre di centro gruppo avvicinarsi alle tre grandi. I test di Barcellona hanno fornito qualche dato incoraggiante, e di certo l’ambiente vuole mostrare di saper tornare in corsa: il messaggio di Russell primissimo in pista alle 9.00 della mattinata inaugurale di prove non lascia spazio ad interpretazioni. La Power Unit, per quanto relativamente inaffidabile durante i test, aiuterà proprio come l’incremento dei componenti in vettura di produzione Mercedes. Collezionare qualche ingresso in Q2 e qualche punto in gare asciutte sarebbe già un grandissimo successo, capace di ridare il sorriso ad una scuderia che, è bene ricordarlo, nonostante annate disastrose rispetto alla sua storia continua a resistere e a combattere per un futuro migliore. Intanto, sin da Melbourne, sarà fondamentale ricominciare a partecipare davvero ad un Gran Premio della massima serie.


GEORGE RUSSELL

‘Sembravo un rookie tanto ero inconsistente’. Parole di George Russell, pronunciate durante il meeting post-gara a Silverstone nel 2019, volte a sottolineare le enormi difficoltà alle quali era sottoposto un pilota Williams ad ogni gara della scorsa stagione. Peccato che il giovanissimo inglese, 22 anni appena compiuti, esordiente lo fosse davvero. E che diversi aspetti della sua stagione, per quanto eccezionale visto il 21-0 nei confronti di Kubica in qualifica, lo confermassero. Le difficoltà nel confermare in gara il vantaggio sul compagno di squadra mostrato sul giro secco o le numerosissime posizioni perse durante i primi giri della corsa (quasi sempre a vantaggio del solo Kubica, ovviamente) sono alcuni esempi. Per non parlare dell’enorme fiducia in sé stesso – tratto comune a tutti i piloti – da provare a contenere maggiormente, al fine di evitare uscite come la pessima battuta verso Raikkonen (‘bevevi già al tempo?’) lasciata cadere nel vuoto dalla sala stampa durante i test a Barcellona di qualche giorno fa. Nonostante ciò, il futuro è dalla sua parte, grazie a prestazioni oggettivamente impressionanti ed all'appoggio Mercedes. Sembra difficile il compagno di squadra possa metterlo in difficoltà nel 2020, così provare a combattere durante una corsa con altre monoposto, FW43 permettendo, deve per forza di cose rappresentare l’obiettivo stagionale. Tenendo bene a fuoco il sedile di Valtteri Bottas.


NICHOLAS LATIFI

L’unico esordiente del 2020. Pilota dalla storia più travagliata di quanto il patrimonio di famiglia possa lasciare intendere – il padre, primo industriale alimentare canadese, ha importanti quote McLaren ed accompagna il figlio con una generosa sponsorizzazione nell’avventura Williams -, Latifi avrà tanti occhi puntati addosso quanti avversari pronti a soffiargli il sedile grazie ad una valigia più corposa della sua. Il canadese non ha mai brillato nelle serie inferiori, anche se l’aver iniziato tardissimo a correre rispetto ai colleghi non depone di certo a suo favore. Un’aggressiva mononucleosi, che lo privò dei primissimi test con la nuova F2 all’alba del 2018, ne ha rallentato l’ascesa nella categoria propedeutica, dove ha potuto condurre l’assalto al titolo – poi fallito – solo nel 2019. Avrebbe ottenuto il sedile senza gli aiuti economici di cui gode? Molto probabilmente no. Merita per questo di essere subito derubricato a pilota senza speranze? Niente di più sbagliato. Sperando per lui, la scuderia ed il compagno di squadra che la FW43 possa rivelarsi competitiva, starà a Nicholas zittire gli scettici e mostrare un’importante crescita rispetto al passato. È arrivato in cima al Motorsport: restare in sella sarà la parte più difficile.

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