Dieci sfide, ognuna diversa dall’altra, attendono le scuderie che si schiereranno al via del mondiale 2021. Sarebbe ingiusto, scorretto ed anche un po’ demoralizzante concentrarsi sul mero distacco nei confronti della Mercedes. Il cronometro rimarrà di certo indicatore unico e spietato delle possibilità di vittoria, ma se gli uomini Williams ritenessero insoddisfacente qualunque conquista diversa dal trionfo, tanto varrebbe evitare qualunque spesa e lasciare il box spoglio. Siccome il ragionamento, fatta eccezione per la salvifica speranza Red Bull, potrebbe essere applicato senza variazione alcuna alle altre squadre, serve individuare traguardi alternativi, obiettivi differenti dalla vittoria ma non per questo meno probanti.
La missione più ardua del 2021 attende la McLaren e il suo nuovo alfiere, Daniel Ricciardo. Il team di Woking dovrà superare un esame contemporaneamente singolo e triplo, divisibile solo idealmente in sezioni separabili in realtà profondamente connesse.
LA SFIDA FINANZIARIA
Per quanto riguarda la scuderia di Formula Uno, e lei soltanto, il futuro dei conti appare da circa un mese decisamente più roseo. Il gruppo McLaren è infatti diviso in tre sotto-società: il costruttore di automobili sportive e granturismo da corsa, la squadra che partecipa alla massima serie e la divisione che si occupa di tecnologie applicate. Escludendo dal discorso quest’ultima, più volte indicata come prossima alla cessione, l’anello debole della catena è anche quello principale. La pandemia ha infatti rappresentato il colpo di scure sulle vendite delle supercar di Woking, per altro già in sofferenza da tempo rispetto alla concorrenza italiana. Sin da aprile un corposo piano di licenziamenti ha investito l’intera azienda (Formula Uno compresa), assieme al quale due importantissime iniezioni di denaro provenienti dal Bahrain – la famiglia reale è azionista di maggioranza della McLaren – hanno contribuito ha garantire la sopravvivenza del gruppo. Il momento complesso non è finito, tanto che l’avveniristica sede di Woking rimane in vendita, ma le acque si sono relativamente calmate, soprattutto per la scuderia di Formula Uno. A inizio dicembre, infatti, un consorzio di investitori statunitensi ha finalizzato l’acquisto di una rilevante porzione delle quote della scuderia. Il cronoprogramma vedrà gli investitori raggiungere il 33% della proprietà (dal 15% iniziale) a fronte di una spesa pari a 185 milioni di dollari. L’operazione, oltre a garantire una vera e propria scialuppa di salvataggio nel caso il gruppo automobilistico faticasse al di là delle attese, permetterà di completare una serie di investimenti già programmati ma forzatamente 'congelati' durante il 2020. La scarsa liquidità del gruppo rischiava infatti di compromettere la costruzione della nuova galleria del vento, oltre che l’aggiornamento del simulatore con un apparecchio di ultima generazione. Non sarà possibile recuperare il tempo perso, ma a medio-lungo termine, anche avvicinandosi alla soglia del budget cap, senza l’ammodernamento delle strutture sarebbe stato impossibile reggere il passo degli avversari, tanto sulla carta quanto poi, effettivamente, in pista.
L’INCOGNITA MERCEDES
Ad una prima lettura potrebbe apparire come un discorso al limite della follia, quasi eretico. La Power Unit Mercedes è la migliore da sette anni, soprattutto considerando l’intero pacchetto (disposizione degli elementi, potenza, affidabilità, consumi); come può rappresentare un’incognita, e non un vantaggio immediato? Perché sulla carta, e solo sulla carta, rappresenta un indiscutibile passo in avanti.
La criticità è facilmente riscontrabile già solo a partire dal nome della monoposto di Woking 2021: MCL35M. Una sola, per quanto significativa, emme di differenza, capace però di celare agli sguardi più distratti una sfida tecnica pressoché titanica. La McLaren, infatti, non godrà come i concorrenti di due gettoni di sviluppo riguardanti il telaio; siccome non sarebbero sicuramente bastati per adattare il motore Mercedes ad una scocca pensata per l’unità Renault, alla scuderia di Woking sarà permesso cambiare il minimo e indispensabile numero di componenti necessario ad ospitare la Power Unit AMG. Spetterà ai tecnici della FIA decidere quanto lasciare che le maglie si allarghino. Se i punti d’attacco del telaio e i radiatori, per esempio, non potranno che cambiare, non è detto lo debba fare la scatola del cambio, importantissima per i punti d’attacco delle sospensioni. Potrebbe bastare modificare l’ingranaggeria interna. Meno flessibili saranno le concessioni della Federazione, più la monoposto inglese soffrirà inevitabilmente di un accoppiamento ben lontano dalla perfezione. La base è ottima – non si conquista un terzo posto nel campionato costruttori per caso – ma non è assolutamente detto ciò possa bastare ad evitare un'iniziale perdita di competitività.
L’ADATTAMENTO DI RICCIARDO
Quanti ricordano la buffa retromarcia di Ricciardo a Baku nel 2019, quando tentando di uscire da una via di fuga colpì il povero Kvyat, assieme a lui finito lungo dopo un contatto di gara? Fu il momento peggiore dell’avventura francese di Ricciardo. L’australiano non si trovava a suo agio soprattutto in frenata, anche se ammetteva candidamente come ogni aspetto del passaggio ad una scuderia di centro gruppo lo avesse messo in difficoltà. Daniel, da campione qual è, ritrovò in fretta uno stato di forma sempre migliore, culminato con i due podi della passata stagione.
Non è assolutamente scontato che il passaggio in McLaren si riveli meno ostico. Un giorno e mezzo di test è poco per tutti, figurarsi per chi non solo dovrà adattarsi ad una nuova scuderia, ma anche ad una nuova Power Unit. Il che richiederà nuove procedure e nuovi software di gestione dell’unità motrice, da imparare in contemporanea alla scuderia, il tutto in un arco di tempo estremamente ristretto. Senza dimenticare che, per quanto simpatico e apparentemente alla mano, Lando Norris non vorrà di certo sfigurare nel confronto interno, perfettamente consapevole del vantaggio che due stagioni di esperienza in squadra gli concederanno.
Ognuno di questi tre aspetti renderà la stagione 2021, per la McLaren, una vera e propria sfida continua. La più complessa dell’intero Circus. Saranno all’altezza, gli uomini di Woking?
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