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Immagine del redattoreLuca Ruocco

Russell in Mercedes e perché seguire il GP di Sakhir


Quella che doveva essere una settimana di riposo, breve interludio tra due corse a mondiali assegnati, si è trasformata in un uragano di rivelazioni, annunci, smentite e interviste esclusive. Il Circus, ancora scosso dal terrificante incidente di Grosjean, in trentasei ore si è ritrovato senza il proprio campione in carica, positivo al Covid-19, con un giovane arrembante sulla vettura migliore e due esordienti in griglia. Il tutto mentre le monoposto si apprestano ad affrontare la corsa più folle dell’intera stagione. Non resta che scoprire i dieci motivi per cui seguirla.


IL CIRCUITO

L’impianto di Al Sakhir, sorto nel 2004 sulle ceneri di un allevamento desertico ormai abbandonato, poté godere al momento della sua concezione di un’intuizione ai tempi rara, o quanto meno ancora lontana dal diventare moda imperante: immaginare l’autodromo come un unione di tracciati, creando collegamenti, deviazioni e scorciatoie a partire dalla pista principale. Il Bahrain International Circuit offre ancora oggi una decina di configurazioni diverse, di cui quattro omologate al Grado 1 FIA, la licenza necessaria ad ospitare una corsa di F1. Se lo scorso fine settimana le monoposto hanno affrontato la pista nella sua conformazione abituale, da domani seguiranno il disegno dell’Outer Circuit, il circuito esterno. Dopo aver affrontato il primo complesso di curve senza variazioni, i piloti approcceranno la quarta curva cambiando leggermente traiettoria e punto di frenata, dato che la piega destrorsa si aprirà subito verso sinistra per abbandonare il settore centrale della configurazione abituale. A distanza di pochi secondi seguirà una veloce chicane cieca in contropendenza che immette nel terzo e ultimo rettifilo della tornata, coincidente a quello imboccato dopo la penultima curva nella pista abituale. Affrontata l’ultima svolta senza variazioni di sorta, il giro verrà chiuso ampiamente sotto la soglia del minuto.


LE SFIDE DELLA CONFIGURAZIONE

In tanti hanno paragonato l’anello esterno di Al Sakhir ad un semi-ovale, o una sorta di Monza molto più breve ma altrettanto veloce. Da un punto di vista tecnico, però, la sfida potrebbe rivelarsi ben più complessa del previsto. Il susseguirsi di staccate rilevanti metterà senza dubbio in crisi l’impianto frenante; nonostante si corra tre ore più tardi rispetto alla scorsa settimana (qualifiche e gara verranno disputate alle 18 italiane), le temperature rimarranno miti, e l’asfalto ovviamente non subirà alcuna variazione. La lunghezza contenuta dei rettifili renderà le poche curve presenti nel giro decisamente rilevanti in termini prestazionali, oltre a ridurre la necessità di scaricare l’aerodinamica delle monoposto per fendere l’aria ad altissime velocità. L’unione di questi fattori potrebbe portare qualche scuderia ad azzardare un assetto più vicino a quello di Spa o Silverstone piuttosto che alla configurazione monzese, il tutto a vantaggio di un migliore consumo degli pneumatici in gara e una frenata più stabile. Non sussiste alcun dubbio, invece, sull'importanza che il traffico assumerà tanto in gara quanto, soprattutto, in qualifica: nel corso del Q1 potrebbe rivelarsi ostico compiere anche un solo giro pulito.


IL BALLO DEL DEBUTTANTE

L’esordio ai piani alti per George Russell, promessa dell’automobilismo britannico, si è materializzato nel più imprevedibile dei modi. Sostituire Lewis Hamilton al volante della migliore monoposto del secolo è un’occasione che va al di là della più fervida immaginazione del giovane inglese. Sulla carta le W11 dovrebbero dominare senza problemi la nuova configurazione del tracciato, indipendentemente dalle regolazioni che effettivamente richiederà. Quale risultato sarà quindi accettabile per Russell, punta di diamante dell'accademia Mercedes? Senza perdersi in sortite all’insegna della comprensione, e dimenticando per un momento l’incognita traffico, George dovrà puntare a rimanere il più vicino possibile a Bottas. Possibilmente a stargli davanti. L’inglese, sottoposto ad una pressione decisamente poco invidiabile, sarà perfettamente consapevole dell’importanza di sorprendere, lasciare a bocca aperta addetti ai lavori e ingegneri Mercedes. Per carità, le sfide non mancano: la W11 è incredibilmente più veloce della Williams, gestisce le coperture in maniera diversa e i suoi avversari sono di tutt’altro livello. Un fine settimana senza errori ai margini del podio, unito ad un buon lavoro ai box, sarebbe più che sufficiente. Sono queste, però, le occasioni in cui un grande campione coglie l’attimo. Ecco perché Russell non può che puntare ai gradini alti del podio.


BOTTAS, IL DIMENTICATO

L’eccitazione che circonda il lato opposto del box Mercedes non può lasciare Bottas indifferente, anche se il finlandese difficilmente perderà l’abituale compostezza. Valtteri è il favorito d’obbligo alla vittoria finale – Verstappen permettendo -, anche se un trionfo potrebbe non bastare. Il numero 77, infatti, dovrà tenere lontano Russell, altrimenti anche una vittoria potrebbe vederlo comunque sconfitto. Figurarsi cosa potrebbe accadere se, clamorosamente, terminasse la corsa dietro al giovane inglese. Incuriosisce, e non poco, come in questo fine settimana solo la Mercedes non abbia nulla da perdere. Hamilton potrebbe vedere sminuiti i suoi indiscutibili successi se Russell si dimostrasse subito competitivo; viceversa lo stesso George potrebbe vedere segnata l’ascesa in Formula Uno e, infine, Bottas è costretto a dominare senza avere alcuna certezza che ciò possa bastare. Il solo vincitore: Toto Wolff.


LA SOPRESA IBERICA

No, non parliamo di Fernando Alonso improvvisamente al volante della Renault. Per quello bisognerà attendere il test giovani di Abu Dhabi (sigh!). Piuttosto, nel caso dovesse rivelarsi vincente una configurazione aerodinamica stile Monza, la McLaren potrebbe scavalcare la Red Bull come accaduto in Brianza nel ruolo di seconda forza in pista. Senza Hamilton, ciò potrebbe significare ghiotte occasioni di vittoria per Norris e, soprattutto, Carlos Sainz. Il madrileno è in forma smagliante, domenica ha corso ai limiti della perfezione e, in condizioni di scarsa aderenza, ha già dimostrato di essere secondo a pochi. Potrebbe essere lui, clamorosamente, la sorpresa di Al Sakhir?


RIMETTERSI IN PIEDI

Racing Point e Renault: poche settimane fa, le due scuderie ultra-favorite alla conquista del terzo posto in classifica costruttori. Oggi, due compagini impegnate in una rincorsa alla McLaren che appare a dir poco ostica. Non tanto per le prestazioni pure – la MCL35 difficilmente è la migliore delle tre – quanto per la gestione in pista della monoposto. Dai piloti al muretto, passando per l’affidabilità, il team di Woking si sta sempre più confermando una spanna superiore agli avversari. Ricciardo da solo può poco in Renault, Ocon sembra in difficoltà, Perez dovrà confrontarsi con le conseguenze della rottura di domenica (sarà penalizzato?) e Stroll non conquista punti pesanti dal GP d’Italia. La corsa sull’anello esterno offrirà diverse occasioni: le due scuderie sapranno sfruttarle per riaprire la lotta al bronzo iridato?


I TORMENTI ROSSI

Evitando di giocare con la sorte, mettiamo subito in chiaro che il risultato del GP del Bahrain è peggiorabile, purtroppo. Eppure, la Ferrari con la seconda corsa nell’emirato persico può cogliere un’importante occasione di miglioramento. Difficilmente le SF1000 potranno puntare a risultati pesanti vista la mancanza di cavalli, ma non è detto che il tracciato diverso, paradossalmente, finisca per penalizzare ulteriormente il Cavallino. L’assenza di diverse curve lente permetterà di adottare un set-up meno sottosterzante, andando incontro alle preferenze di Leclerc; una settimana di studio potrebbe aver risolto, almeno parzialmente, le criticità nell’adattamento all’asfalto abrasivo. Infine, il tracciato inedito e cortissimo offrirà sicuramente diverse opportunità, tecniche e sportive: starà agli uomini in Rosso saperle cogliere.


IL NIPOTE DI EMMO

Pietro Fittipaldi sarà il sostituto di Romain Grosjean in Haas. Il giovane brasiliano, nipote del mitico Emerson Fittipaldi, prenderà per la prima volta il via di un Gran Premio nelle vesti di vero e proprio outsider. Pietro, tester Haas negli ultimi due anni, riteneva probabilmente chiusa la strada della massima serie fino a qualche giorno fa, tanto che da tempo si sta costruendo come pilota poliedrico tra Endurance e corse sprint. Non avrà niente da perdere in Bahrain, un po’ come accadde a Kobayashi nel 2009 all’esordio con al Toyota, proprio in Brasile. Il curriculum di Fittipaldi non è fantasmagorico, ma è accaduto in passato che qualche pilota si esalti imprevedibilmente al volante di una F1. Sarà anche il suo caso?


IL MISTERO WILLIAMS

Liberiamo subito il campo da possibili equivoci: Jack Aitken, sostituto di Russell in Williams, merita indiscutibilmente un assaggio di Formula Uno. Il pilota anglo-coreano, vincente a cavallo di ogni categoria propedeutica, ha pagato nel corso della carriera la mancanza di fondi (in F2 corre con la Campos, scuderia di centro-bassa classifica) e qualche difficoltà a cogliere l’attimo in contesti importanti, come quando perse malamente il confronto con Russell in Gp3 a pari vettura. Quanto stride, nella decisione Williams di lasciare libero George, è la ratio stessa che l’ha accompagnata. È comprensibile la volontà di accontentare il proprio pilota, così come di certo sarà stato raggiunto un accordo economico con Mercedes. Come può, al contempo, una scuderia ancora in lotta nella classifica Costruttori (la Haas è a 3 punti dalla Williams, un 8° posto in gara, l’Alfa Romeo a 8, un 6°) privarsi del proprio pilota migliore alla vigilia della corsa più folle della stagione, ghiottissima occasione per chi altrimenti fatica a raggiungere i primi dieci? Mistero.


IL FINALE IN FORMULA 2

Quattordici punti tra Schumacher ed Illott. Quarantasei lunghezze in palio a cavallo di qualifica, gara 1 e gara 2 su un circuito che promette corse spettacolari e imprevedibili. Trovate qui la guida completa al finale di stagione in Formula 2, ma di certo non si può dimenticare quanto alta sarà la tensione allo spegnimento dei semafori, sia sabato (13.10) che domenica (13.20). Un motivo in più per non perdere un attimo del fine settimana del Gran Premio di Sakhir.

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