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  • Immagine del redattoreLuca Ruocco

Giù la Visiera - Alfa Romeo 2020


LiveMediaSRL / Shutterstock.com

LA SCUDERIA

L’Alfa Romeo è forse la più grande incognita del 2020. Addirittura più della Haas, schiava nel 2019 di un problema aerodinamico di difficilissima comprensione che ne ha completamente minato la stagione. Al contrario, la scuderia italo-svizzera ha iniziato alla grande il campionato, salvo perdere poi inesorabilmente prestazioni dopo la gara di casa a Monza. I piloti non sono un problema, la dirigenza sembra funzionare discretamente bene (assicurarsi lo sponsor Orlen di Kubica non era impresa banale vista l’agguerrita concorrenza), eppure i più sembrano considerare l’ex team Sauber incapace di ripetere, almeno in termini di punti, i risultati del 2019. La monoposto continua a seguire una precisa impostazione progettuale, con l’ala anteriore più estrema nell’essere esternamente scaricata dell’intero lotto di vetture, e può usufruire di un motore che, per quanto chiacchierato, sembra poter essere potente ed affidabile. Dove risiedono allora i maggiori dubbi? Probabilmente nel problematico sviluppo dello scorso autunno, nel ritorno di Simone Resta in Ferrari, direttore tecnico che ha potuto impostare una propria visione progettuale per un solo anno solare, ed in generale in una vettura che ha lasciato moltissime perplessità dopo i test di Barcellona. Al di là di qualche buon giro veloce di Kubica, il passo gara mostrato nelle simulazioni di Raikkonen e Giovinazzi è sembrato veramente poco incisivo. Solo ad Hinwil sanno quanto è prestazionale la base della C39: basteranno dei corposi aggiornamenti uniti ad un lavoro di ottimizzazione per estrarne buoni risultati, oppure un piccolo team del genere passerà presto allo studio della C40 per il 2021?


KIMI RÄIKKÖNEN

L’ultimo campione del mondo Ferrari vivrà nel 2020 quella che potrebbe essere l’ultima stagione di una lunghissima carriera nella massima serie, 19 anni dopo l’esordio a Melbourne nel 2001. Nella sua prima stagione in Alfa Romeo Kimi ha saputo confermare la natura di pilota consistente, preciso e naturalmente portato a conquistare tanti punti quanti concessi dalla vettura che guida. Questo, almeno, fino a Monza. Dopo il fallimentare aggiornamento di Singapore Raikkonen sembra infatti aver perso forma, il che ha avuto conseguenze relative, vista la scarsa velocità della monoposto, se non l’avvicinarsi di Antonio Giovinazzi in termini di prestazioni sia sul ritmo gara che, soprattutto, in qualifica. Il finlandese sostiene di godere appieno della competizione nella massima serie, vivendola come un hobby. Basterà ciò a fornirgli la grinta necessaria all’esaltazione di una monoposto che non sembra nata per dominare il centro gruppo? Saprà confermarsi un vero e proprio cacciatore di piazzamenti a punti, il che sarebbe quanto mai fondamentale per la scuderia svizzera? Un’eventuale stagione molto positiva potrebbe portare Vasseur ad offrire il rinnovo a Raikkonen, con la consapevolezza che la sua esperienza nella messa a punto di una F1 sarebbe preziosissima nello sviluppo delle nuove vetture 2021? Sono tutte domande alle quali Kimi, tra una risposta pacata e l’altra, saprà dare sicuramente risposta. In pista.


ANTONIO GIOVINAZZI

La stagione della verità. Nulla di più, nulla di meno. Insomma, la pressione su Antonio sarà enorme. Il principale motivo è uno solo: dovesse surclassare Raikkonen nelle prestazioni, o comunque portare a termine un campionato encomiabile, Antonio avrebbe qualche chance di giocarsi il sedile Ferrari al fianco di Leclerc per il 2021. Lo scenario rimarrebbe comunque altamente improbabile – è complesso immaginare la Ferrari affrontare una rivoluzione tecnica senza piloti davvero esperti -, ma qualche spiraglio si aprirebbe. Molto più realistica, ma sempre legata al mercato, è l’eventualità di mantenere il sedile in Alfa Romeo, ritiro di Raikkonen o meno. Il che potrebbe, per assurdo, far sorgere qualche opportunità maggiormente solida con vista Maranello a medio termine. Andando al sodo, quanto è richiesto ad Antonio è tornare a mostrare gli sprazzi di classe cristallina emersi in GP2, con rimonte da sogno e gare incisive e mai banali. Il percorso verso prestazioni del genere sembra essere iniziato a metà 2019: all’Alfa Romeo farebbe incredibilmente comodo continuasse rafforzandosi nel 2020.

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