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  • Immagine del redattoreLuca Ruocco

Giù la Visiera - Alpha Tauri 2020


LiveMediaSRL / Shutterstock.com

LA SCUDERIA

Migliorare i risultati del 2019? Difficilissimo. Perché è vero, l’obiettivo di squadra rimane ancora il quinto posto in classifica costruttori, mai raggiunto dalla Toro Rosso. Eppure scalzare Renault, o chi per essa, entrando nella metà alta delle scuderie non è detto sarebbe percepito altrettanto positivamente, almeno a livello d’opinione pubblica, quanto i due podi della passata stagione. Il terzo posto di Kvyat ad Hockenheim ed il secondo di Gasly in Brasile, seppur figli di circostanze estreme, rappresentano un traguardo che è vero, non aumenta gli introiti economici, eppure carica l’ambiente, aumenta la consapevolezza nei propri mezzi e l’immagine della scuderia quasi più di sostanziosi bottini di punti privi di acuti al gusto di champagne. L’Alpha Tauri AT01 mantiene la stessa filosofia progettuale della STR14: utilizzare il più possibile componenti della Red Bull della passata stagione, integrandoli con la nuova Power Unit Honda, per poi concentrarsi su poche aree fondamentali di sviluppo da ottimizzare quanto più possibile. Una formula che ha dimostrato più volte di poter funzionare. Allo stesso tempo, però, va considerata l’importanza del cambio regolamentare 2021: è facile infatti che scuderie relativamente piccole come Alpha Tauri debbano ben presto limitare lo sviluppo delle proprie monoposto per concentrarsi sulla generazione di automobili che esordirà tra meno di un anno. Proprio in un contesto del genere, il non poter sviluppare al massimo l’ottima base della quale dispone sicuramente Alpha Tauri, operazione quasi sempre riuscita negli ultimi anni, potrebbe limitare il recupero del team faentino nei confronti di squadre maggiormente preparate ad inizio stagione come McLaren o Racing Point. I test di Barcellona hanno mostrato una vettura solida, a detta di Tost solo leggermente sottosterzante, e dotata di un passo gara competitivo ma che non svetta a centro gruppo. Quanto in alto riuscirà ad arrivare la scuderia italo-austriaca?


PIERRE GASLY

Di una cosa si può essere certi: l’ambiente Alpha Tauri fa bene a Pierre Gasly. Dopo un 2018 convincente, la chiamata in Red Bull e la prima metà del 2019 da incubo, il ritorno a Faenza è stato provvidenziale per Pierre. Il pilota francese a Interlagos ha conquistato il podio in maniera molto meno rocambolesca rispetto a Kvyat in Germania, data la schiacciante supremazia che era stato capace di dimostrare per tutta la corsa a centro gruppo, il che ha coronato una seconda parte di stagione nella quale ha veramente brillato. Battendo senza particolari problemi un compagno forte di una stagione intera sulla STR14 ed almeno eguagliando i risultati del predecessore Albon, a lui preferito dalla dirigenza Red Bull. Sarà proprio il rapporto con il team maggiore la chiave di lettura della stagione di Gasly: quali sono i risultati da ottenere per guadagnarsi una seconda chance al fianco di Verstappen? Servirà cominciare a guardarsi maggiormente intorno, individuando altre strade come Sainz tre anni fa, magari forti di ottimi risultati, in modo tale da allontanarsi da un ambiente che tanto ha dato al francese ma tanto, tantissimo ha saputo togliere in soli sei mesi? Le prime corse del 2020 saranno fondamentali per il futuro di Pierre, il quale sembra meritare molto di più rispetto a quanto finora gli è stato riconosciuto.


DANIIL KVYAT

Il paradosso è che il russo, nato nel 1994, ormai possa essere considerato grosso modo un veterano. Ed in fondo tutta la stagione che lo aspetta verterà intorno a questo punto. Quante reali possibilità ha Kvyat di tornare a correre per la Red Bull? Purtroppo per Daniil neanche la carta esperienza, in vista di una rivoluzione regolamentare come quella del 2021, sarà di grande aiuto: considerando l’anno di stop nel 2018, il russo ha corso un numero di gare paragonabile a quello di Verstappen, e così le reali possibilità di approdare al livello superiore sembrano essere contenute. Un ragionamento del genere, al contrario, può valere per l’Alpha Tauri: perché privarsi di un pilota veloce, consistente ed aggressivo, che ha dimostrato di saper arrivare più volte a podio, proprio quando l’intera griglia dovrebbe avvicinarsi nelle prestazioni? Il primo passo verso la conferma, e verso una stagione della quale essere soddisfatti, sarà battere nelle prestazioni ed in classifica Gasly. In fondo, niente di nuovo nella vita di un pilota di F1.

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