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  • Immagine del redattoreLuca Ruocco

Giù la Visiera - Ferrari 2020


Marco Canoniero / Shutterstock.com

LA SCUDERIA

Tra polemiche, aspettative contenute ed una monoposto ancora acerba, il cammino verso Melbourne per la Scuderia Ferrari non è di certo proseguito in discesa. Tralasciando per un momento il merito tecnico-regolamentare della vicenda riguardante la Power Unit 2019 della rossa, la lite ha coinvolto praticamente tutti i partecipanti al mondiale: le squadre, i motoristi e la Federazione. Segno di come dietro le quinte si stia combattendo una battaglia politica che ben presto si allontana da flussometri, intercooler ed olio motore, avvicinandosi al contrario ad economia e gestione del potere. Quanto in fondo interessa davvero, in particolare ai team di vertice, in tempi di rinnovo del patto della Concordia. Intanto, in merito alla performance della SF1000 in pista si sprecano i più disparati commenti: da chi vede la monoposto italiana in serissima difficoltà, relegata a lottare ai margini del centro gruppo e superata da Racing Point, fino a chi pensa che a Maranello si siano nascosti talmente tanto da far sì che la Ferrari possa rivelarsi, alla fine, la sorpresa del mondiale. Questi sono solo i due estremi dello spettro d’opinioni: in mezzo troviamo analisi di un passo gara oggettivamente promettente, anche se non a livello Mercedes; una vettura visivamente sottosterzante, ma anche a detta dei piloti con maggiore carico aerodinamico ed una finestra d’utilizzo più ampia, il che potrebbe aiutare nel passo gara, vero cruccio del 2019; infine, qualche perplessità riguardante la velocità di punta, confermata dagli stessi uomini in rosso. È molto, molto probabile si sia alle prese con un problema di drag, ossia resistenza all’avanzamento; quanto in fretta risolvibile dipenderà dalla natura del progetto e dalla capacità di reazione degli ingegneri emiliani. Poi, come ammesso da Binotto, la Power Unit non avrà ancora raggiunto le potenze della scorsa stagione (non è dato sapere se a causa dell’intervento FIA, sembra però avere un ruolo importante la ricerca di maggiore affidabilità), ma di certo pensare di trarre conclusioni in merito alla potenza di un motore dai test è quantomeno fuorviante. Tutti i motoristi elaborano piani di lavoro nei quali di certo si evita di mostrare interamente il proprio potenziale. Le scelte mediatiche di Binotto hanno prodotto una serie di dichiarazioni volte a raffreddare qualunque tipo di entusiasmo, ammettendo ripetutamente l’inferiorità della SF1000 rispetto alle concorrenti. Probabilmente si è cercato di mantenere contenute le aspettative, ribadendo al contempo la necessità di migliorare moltissimo se si volesse puntare al mondiale. In tutto questo, però, non bisogna scordare un concetto: la SF1000 proviene da una monoposto capace di siglare 9 Pole Position su 21 GP. Sono stati corretti e rivisti gli obiettivi progettuali per arginare le mancanze manifestate in particolare nel ritmo gara. Fino ad ora, la vettura ha partecipato solo a dei test. Qualche piacevole sorpresa, magari, la riserverà davvero.


SEBASTIAN VETTEL

Di quanto la stagione 2020 sia importante in termini di futuro, per Sebastian, abbiamo parlato approfonditamente qui. All’alba della stagione è interessante ragionare su altri aspetti della vita da pilota Ferrari di Vettel, di come siano cambiate le sfide che lo aspettano in un’annata che per quanto vissuta da tutti con metà sguardo puntato al 2021, pone comunque in palio titoli validi quanto tutte le altre. Se all’arrivo in Ferrari nel 2015 Sebastian era affiancato da Raikkonen, pilota validissimo nell’indirizzare lo sviluppo vettura grazie ad un’esperienza ultradecennale, oggi il tedesco deve inevitabilmente farsi carico di tale ruolo. Non si può infatti immaginare neanche lontanamente che le sensazioni di Leclerc, per quanto anch’esse importantissime, possano contribuire alla crescita della vettura quanto quelle di un quattro volte campione del mondo. Aspetto che, è bene ricordarlo, potrebbe giocare incredibilmente a favore di Vettel in vista di una riconferma nel 2021. Allo stesso tempo, per la prima volta il pilota di Heppenheim si ritrova a dover condividere il ruolo di prima guida dichiarata. Come reagirà? Non si può escludere sia capace di appropriarsene nuovamente, magari a suon di arrivi davanti al monegasco. Infine, la SF1000 sembra poter godere di un retrotreno stabile e ricco di carico aerodinamico, caratteristica che esalta lo stile di guida del tedesco. Potrebbe essere Vettel la sorpresa positiva tra i piloti nel 2020?


CHARLES LECLERC

Svanito, definitivamente, l’effetto sorpresa. Al contrario, salite alle stelle le aspettative. Per la prima volta dai tempi del kart, Leclerc correrà la nuova stagione nella stessa scuderia di quella precedente. Lo farà con il peso di milioni di tifosi sulle spalle, con l’onere e l’onore di essere il nuovo maggiore indiziato a riportare l’iride piloti a Maranello, dove manca ormai da 13 anni. Dentro alla storia di Leclerc in Ferrari, anche se lunga solo una stagione, si può trovare tutta la poesia – ma anche la crudeltà – dell’epopea di un pilota della rossa. Esaltato senza riserve quando capace di suscitare emozioni speciali, elevato in cima al mondo, attore principale di quella interminabile tragedia che è la storia della Rossa in F1. Il tutto anche a costo di chi si è amato, difeso e coccolato fino al giorno prima. Di certo alcune prodezze di Charles hanno velocizzato, e non poco, il processo: le pole a ripetizione, la battaglia con Verstappen a Silverstone, le fughe per la vittoria terminate sul più bello in Bahrain ed Austria, l’apoteosi monzese. Contemporaneamente, hanno anche nascosto alcune lacune ammesse dallo stesso monegasco, come ad esempio la qualità del passo gara rispetto a Vettel, la gestione delle gomme perfettibile o il livello dei dettagli tecnici trasmessi agli ingegneri. Tutti aspetti migliorabili con l’esperienza. Ora, SF1000 permettendo, è tempo di fare sul serio. Quanto vale Leclerc al gioco iridato?

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