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  • Immagine del redattoreLuca Ruocco

Bandiere a Scacchi - GP Abu Dhabi 2022


L’ultimo Gran Premio della stagione offre una corsa strategicamente intensa a cavallo dell’intera griglia di partenza, con qualche bel sorpasso a condire il tutto e un saluto emozionante nel finale. Pronti a scoprire chi avrà conquistato tutte e cinque le bandiere a scacchi?


MAX VERSTAPPEN, 1°: 🏁🏁🏁🏁🏁

Nel finale, appena si libera della Williams di Alex Albon, ferma il cronometro su uno stratosferico 1.29.3 con gomme ormai oltre i trenta giri di vita. La logica conseguenza è che ad Abu Dhabi Verstappen abbia grosso modo giocato con la concorrenza, trottando ad un ritmo che gli dia certezze assolute riguardo la tenuta delle sue Pirelli. Un trionfo noioso, perciò? Non ci sono dubbi, come non ne esistono riguardo il nome del favorito assoluto all’iride 2023. Imbattibile.


SERGIO PEREZ, 3°: 🏁🏁🏁

Dopo la corsa abbozza una pacata lamentela riguardo la gestione strategica del muretto Red Bull, che evitando di imporre un ritmo più sostenuto a Verstappen avrebbe compromesso la gara del messicano, facendogli perdere secondi preziosi durante il secondo stint. La realtà è che fino alla seconda metà del GP, quando il carico di carburante diminuisce, Sergio è in netta difficoltà con il consumo delle coperture anteriori, il che lo forza su una strategia a due soste. La scarsa lucidità nel sorpasso su Hamilton e il conseguente tempo perso, poi, è il riassunto perfetto della stagione di Checo: tanto vicino quanto tremendamente lontano.


LEWIS HAMILTON, DNF: 🏁🏁🏁

Il duello iniziale con Sainz compromette l’intera corsa di Hamilton, che atterrando violentemente su un cordolo vede la sua vettura sbilanciarsi enormemente verso l’anteriore. Una volta ceduta la posizione allo spagnolo, Lewis tenta il contrattacco immediato e da quel momento le sue coperture si surriscaldano, rendendo i minuti che lo separano dalla prima sosta una sorta di agonia. Ritrovato il bilanciamento sulle Hard, Hamilton si dimostra più veloce di Russell ma non abbastanza da rendere competitiva la strategia sulla singola sosta. Il ritiro, perciò, non lo priva di granchè.


GEORGE RUSSELL, 5°: 🏁🏁🏁

Per tutto il fine settimana l’eroe di Interlagos palesa qualche difficoltà in più rispetto al compagno di squadra. Le W13 pagano enormemente la resistenza aerodinamica congenita al progetto nei lunghi rettifili di Abu Dhabi, questo è vero, ma a parte qualche isolato sprazzo di corsa George non sembra mai poter impensierire le Ferrari davanti a sé. Non lo ammette apertamente ma anche per lui la bandiera a scacchi deve aver rappresentato una liberazione.


CHARLES LECLERC, 2°: 🏁🏁🏁🏁🏁

La tempesta mediatica che ha circondato Maranello nell’ultima settimana – comprensibile solo in Italia, dato che all’estero bollano le voci come esagerate e si chiedono che senso possa mai avere cambiare l’ennesimo Team Principal – ha reso infinitamente più complesso il compito di Leclerc e dell’intera Scuderia, ossia la difesa delle seconde posizioni in entrambi i mondiali. Come se non bastasse, il recente stato di forma delle F1-75 non prometteva di certo faville. Al contrario, dopo un venerdì complicato gli ingegneri hanno confezionato un assetto quasi perfetto e, nel limite di un Verstappen superiore, Charles ha completato l’opera ottenendo il miglior risultato possibile. Una qualifica eccellente alla quale è seguita una delle corse meglio gestite della stagione, sia dal punto di vista del pilotaggio, sia da quello strategico. Proprio quello che serviva, verrebbe da concludere: Leclerc è ciò che serve alla Ferrari per tornare sul tetto del mondo, e una Ferrari così precisa è quello che serve a Leclerc. Se la follia non avesse residenza a Maranello, in inverno dovrebbe bastare qualche correttivo che renda tale precisione una costante.


CARLOS SAINZ, 4°: 🏁🏁🏁

Sin dal venerdì, Carlos aveva una missione precisa: rimanere lontano dai guai, aiutare Leclerc nella caccia al secondo posto tra i piloti e, soprattutto, occuparsi di portare a casa quanti più punti possibile. Considerato che il lungo duello con Hamilton lo allontana immediatamente dai primi, a Sainz non resta che evitare qualunque errore e mostrare un buon passo per il resto della corsa. Rispetto a Leclerc, però, manca il guizzo per tutto il weekend.


LANDO NORRIS, 6°: 🏁🏁🏁🏁🏁

Mirabolante. E, badate bene, la scelta dell’aggettivo ha origine unicamente nella necessità di allontanarsi dai sinonimi, ormai tutti usati e riusati in questo 2022. È ormai innegabile che Norris, al volante di una McLaren tutto fuorché eccezionale, abbia inventato una nuova zona della griglia di partenza, un limbo a metà tra i migliori e il centro gruppo. Limbo nel quale Lando sguazza senza mai commettere un errore; nel 2023 otterrà finalmente una monoposto alla sua altezza?


DANIEL RICCIARDO, 9°: 🏁🏁🏁

Il Gran Premio con il quale saluta la McLaren – e, immaginiamo noi, l’intera Formula Uno, dato che i sedili scarseggeranno nel 2024 – è tutto sommato positivo, almeno rispetto agli standard 2022. Una buona qualifica, impreziosita dall’ingresso in Q3, una gara attenta in avvio e relativamente competitiva nel passo, una difesa convincente nel finale. Eppure, la distanza prestazionale da Norris rimane enorme. E anche poco giustificabile.


ESTEBAN OCON, 7°: 🏁🏁🏁

I due treni di Hard a disposizione dell’Alpine gli regalano la miglior strategia possibile su due soste, tanto che nel finale, quando le Medium di Norris cominciano a cedere, Esteban tenta un assalto finale alla sesta piazza. I giri sono però troppo pochi e il francese deve accontentarsi dell’ennesima prestazione convincente ma non certo esaltante; nel quarto posto tra i Costruttori dell’Alpine, però, c’è comunque molto di suo.


FERNANDO ALONSO, DNF: 🏁🏁🏁

Sei ritiri per guasti tecnici in una stagione sono un trend preoccupante e pericolosamente vicino alle medie sperimentate da Fernando negli anni della McLaren-Honda. Viene da chiedersi quale divinità abbia infastidito per attirare tanti guasti sulla vettura numero 14, una vettura che Fernando in partenza aveva tenuto ben lontana da quella di Vettel – assicurando allo storico avversario un primo giro molto tranquillo – e che nel proseguo della corsa avrebbe forse potuto impensierire Lando Norris. Diventa semplice comprendere perché Alonso, ormai, volesse solo cambiare aria.


PIERRE GASLY, 14°: 🏁

Nel giorno in cui una prestazione convincente avrebbe reso omaggio ad un sodalizio più che positivo, ossia quello pluriennale tra Pierre e l’Alpha Tauri, i tecnici di Faenza condannano Gasly ad un primo stint deprimente a causa della curiosa scelta di partire con un treno di Soft. Da lì in poi, però, lo stesso francese sembra irriconoscibile, dato che è lento e quasi rinunciatario. Un vero peccato.


YUKI TSUNODA, 11°: 🏁🏁🏁

A differenza di Gasly, Tsunoda gode di una strategia migliore e nella domenica di Yas Marina il giapponese si rivela alquanto consistente, fino a sfiorare la zona punti nonostante una AT03 in caduta libera a livello prestazionale. Tutto sommato, una buona base su cui costruire il 2023.


SEBASTIAN VETTEL, 10°: 🏁🏁🏁🏁🏁

In molti hanno riservato a Vettel il massimo dei voti concentrandosi sulla carriera del tedesco. Oseremmo dissentire, dato che la carriera del tedesco non merita di essere ridotta in poche righe e, soprattutto, la prestazione di Abu Dhabi ha più che giustificato il massimo dei voti per l’impegnatissimo Seb. Tanto al sabato quanto alla domenica, infatti, Vettel trova un momento di calma dalle manifestazioni d’addio proprio in vettura, scatenandosi nel giro secco e mostrando un ritmo eccellente in gara. Solo il muro della Alpine di Ocon, troppo veloce in rettifilo per il paracadute che è la AMR22, preclude a Sebastian l’opportunità di inseguire Norris al vertice del centro gruppo. La risposta strategica del muretto inglese è disastrosa, con la strategia ad una sola sosta che si rivela del tutto errata per le potenzialità della monoposto verde. Un vero peccato, ma la prestazione rimane.


LANCE STROLL, 8°: 🏁🏁🏁🏁

A sorprendere più di tutto è l’assenza dell’ormai proverbiale contatto o spinta fuori pista che il buon Lance tende a riservare all’avversario di turno quando c’è da difendere la posizione. Sarà che la sua Aston Martin è più competitiva nel ritmo gara, ma Stroll risale la classifica con costanza a cavallo di tutti gli stint e ottiene un soddisfacente ottavo posto finale. Meglio di così, dopo l’esclusione in Q2, era proibitivo.


ALEXANDER ALBON, 13°: 🏁🏁🏁🏁

Il voto ad Albon è forse generoso, ma l’anglo-thailandese merita che la prestazione di Abu Dhabi venga sottolineata, dato che racchiude in cinquanta e passa giri l’intera stagione dell’alfiere Williams: una macchina in difficoltà tra le curve, una gestione delle coperture che ogni domenica è proibitiva, eppure Albon risale la china, non commette errori e si mette sempre in posizione per sfruttare i guai altrui ed entrare in zona punti. In una parola, bravo.


NICHOLAS LATIFI, DNF: 🏁

Il declino che ha caratterizzato l’intero 2022 di Latifi non si arresta a Yas Marina, con il canadese mai in partita in quanto a prestazioni e ritirato dopo uno sfortunato contatto con Schumacher, nel quale non ha responsabilità. Dispiace per l’assoluta mancanza di attenzioni nel confronto del suo addio alla Formula Uno; certo, il ritiro di Vettel è mediaticamente impareggiabile, ma una piccola citazione l’avrebbe meritata. Quanto meno per la classe, l’umiltà e la gentilezza dimostrate nei tre anni trascorsi nel Circus.


VALTTERI BOTTAS, 15°: 🏁🏁

Chi reclama Frédéric Vasseur alla guida del Cavallino Rampante per migliorare la gestione in pista della Scuderia dovrebbe dare un occhio alla strategia ideata in casa Alfa Romeo per la corsa di Abu Dhabi. Una volta compreso che le C42 non avrebbero avuto ritmo, a Bottas e Zhou sono state assegnate delle strategie specificatamente ideate per rallentare le Aston Martin quando queste si sarebbero fermate ai box, diminuendo così il vantaggio delle coperture fresche e facilitando il compito di McLaren e Alpine. La strategia ha funzionato solo perché in Aston Martin ci hanno messo del loro, sbagliando le chiamate su Vettel, ma incuriosisce come Bottas si sia dedicato alla causa ed abbia accettato la mediocrità dell’impresa, senza mai mostrare un passo minimamente convincente.


ZHOU GUANYU, 12°: 🏁🏁🏁

Esce rinfrancato da un bel duello con Gasly e tutto sommato, nella straniante domenica delle Alfa, a lui viene riservata la strategia meno suicida, tanto che termina buon 12° con qualche buono scorcio di gara in quanto a passo.


MICK SCHUMACHER, 16°: 🏁🏁

La corsa di Abu Dhabi esplicita il principale motivo per il quale Mick, il prossimo anno, non continuerà l’avventura con la Haas. Nonostante il tedesco sia più veloce di Magnussen in ogni frangente, e lo preceda anche dopo il contatto con Latifi, incappa appunto… nel contatto con Latifi. Il che sporca un fine settimana altrimenti convincente, come hanno fatto tanti incidenti questa stagione. Noi continuiamo a sostenere meritasse una chance in più, ma una logica nelle scelte di Steiner c’è.


KEVIN MAGNUSSEN, 17°: 🏁

Ci auguriamo, seriamente, che Kevin abbia avuto qualche problema alla vettura o di assetto ad Abu Dhabi. Altrimenti, staccare così la spina dopo le vette brasiliane rasenta l’incomprensibile e, anzi, suggerisce un’incostanza di rendimento non troppo dissimile da quella di Schumacher. Tutto ok, K-Mag?


Con queste Bandiere a Scacchi si chiude la stagione 2022 delle rubriche fisse di SENZAF1ATO (Giù la Visiera si occupa di introdurre gli appassionati ai vari Gran Premi).

Cogliamo l’occasione per ringraziare di cuore chi è capitato su queste pagine e chi ci è tornato, chi ha dato una scorsa veloce e chi ha letto ogni singola riga.

In un mondo che sembra impegnato a ricordarci crudelmente perché le corse siano un’isola felice capace di distrarci per un po’, vi auguriamo per la prossima stagione proprio questo: che le corse siano una distrazione da Cuore in Gola.

Nel caso deciderete di viverle assieme a noi, ne saremo ancor più felici.


Fonte immagine: Red Bull Racing / Twitter

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