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  • Immagine del redattoreLuca Ruocco

Bandiere a Scacchi - GP Brasile 2022


Il Gran Premio del Brasile si rivela un concentrato di emozioni sin dalle qualifiche del venerdì, ripetendosi poi nella garetta del sabato e nella corsa principale della domenica. Tra nuovi vincitori, polemiche e contatti, chi avrà conquistato tutte e cinque le bandiere a scacchi?


MAX VERSTAPPEN, 6°: 🏁🏁🏁

Il livello stratosferico al quale ci ha ormai abituati rende ben più vistosi i fine settimana nei quali, in fondo, Max non brilla né delude. Qualche sbavatura in qualifica, una difesa ottima ma forse non del tutto lungimirante su Russell al sabato e, infine, un tentativo molto rischioso di sorpasso ad Hamilton in partenza. Perché Max è così: anche quando la RB18 ha una rara giornata no, lui la posizione non la cede. Non all’acerrimo nemico Lewis, non al compagno di squadra reo di una scorrettezza primaverile. Spietato.


SERGIO PEREZ, 7°: 🏁🏁

L’unica certezza del fine settimana brasiliano di Perez è che c’è molto di vero nel suo affermare di aver sempre rispettato il volere della squadra, soprattutto nei momenti topici (vedi Abu Dhabi 2021). Eppure, andare a sbattere apposta a Monaco per difendere un terzo posto ha un sapore mediocre che, dispiace dirlo, si sposa con la prestazione di Interlagos, dove Perez non sembra mai capace di sfruttare le poche qualità dell’assetto Red Bull verdeoro.


LEWIS HAMILTON, 2°: 🏁🏁🏁🏁

La signorilità con la quale accoglie la prima vittoria in carriera del compagno di squadra, che lo priva della soddisfazione di riportare in cima al motorismo la Mercedes, fa il paio con la calma olimpionica che mette in pista nel recuperare posizioni dopo il contatto con Verstappen (al quale avrebbe potuto lasciare più spazio). Peccato per la qualifica complessa, senza la quale avrebbe dominato il Gran Premio nella sua totalità.


GEORGE RUSSELL, 1°: 🏁🏁🏁🏁🏁

È vero: l’uscita di pista in qualifica salva la terza casella in griglia e relega Hamilton, l’avversario più pericoloso, all’ottavo posto per il primo giro della Sprint. Eppure, George confezione un’accoppiata sabato-domenica semplicemente perfetta. Nessuna sbavatura e piena realizzazione di un potenziale finalmente altissimo per la W13. La ciliegina sulla torta è la battaglia (vinta) con Verstappen al sabato, mentre alla domenica il contatto al via dietro di lui rende meno ansiogena la prima metà di corsa. Durante la quale, comunque, sembra addirittura tenersi qualcosa in tasca. Magistrale.


CHARLES LECLERC, 4°: 🏁🏁🏁🏁

Il fine settimana di Leclerc ad Interlagos è la definizione da manuale di cosa possa voler dire frustrazione in Formula Uno. Al venerdì la scelta scellerata del muretto – montare le intermedie all’inizio del Q3 – lo relega al decimo posto in griglia, e a poco sarebbe servita maggiore decisione nel rientrare ai box al termine del giro di lancio. Al sabato Charles rimonta quanto può e nel finale è il più veloce in pista, mentre alla domenica la sua corsa si scontra con un Norris falloso. Doveva esitare nel sorpasso? Assolutamente no. Perché il treno Russell-Perez non andava lasciato scappare: visto il passo mostrato nella rimonta dal fondo, rimanendo agganciato ai due nello sfavorevole stint su Medie Charles avrebbe potuto giocarsi la vittoria nella seconda parte di gara. Nel finale chiede comprensibilmente lo scambio di posizione con Sainz (anche se tutto questo valore, nel secondo posto, noi non lo vediamo…), ma la reazione alla scelta di negarlo del muretto e le interviste post-gara sembrano suggerire che del Gran Premio del Brasile, a Leclerc, non interessasse poi molto. Piuttosto, il monegasco mostra per la prima volta a mezzo stampa palesi segnali di insofferenza verso la gestione della Scuderia; cambierà qualcosa dopo Abu Dhabi o questo sarà l’ultimo contratto di Charles in Ferrari?


CARLOS SAINZ, 3°: 🏁🏁🏁🏁

Il fine settimana di Sainz è tutt’altro che fortunato: prima la sostituzione del motore a combustione interna, poi la visiera a strappo che ostruisce il condotto dei freni e lo obbliga ad una sosta anticipata. Carlos gestisce bene gli imprevisti e batte le Red Bull in entrambe le gare, conquistando due ottimi risultati tra sabato e domenica. Eppure, la qualifica deludente e una certa indecisione nel passare Perez alla ripartenza dall’ultima Safety Car – indecisione che gli fa perdere contatto con Hamilton e Russell, dei quali in seguito replica i tempi – macchiano un fine settimana altrimenti ad ottimo livello.


LANDO NORRIS, DNF: 🏁🏁🏁

Considerato che non tocca cibo e liquidi praticamente per quasi tutto il fine settimana, vista l’intossicazione alimentare che lo colpisce al giovedì, i risultati di Norris in qualifica e nella Sprint sono encomiabili. In gara, però, è decisamente poco furbo nel tentare una resistenza senza senso alla Ferrari di Leclerc – nettamente più veloce – e, non per colpe sue, con il passare dei giri mostra non sufficiente a rimanere nella zona punti. Un guaio elettrico lo solleva dagli ultimi, faticosissimi giri.


DANIEL RICCIARDO, DNF: 🏁

Un fine settimana da dimenticare, sperando non sia il suo penultimo in Formula Uno. Opaco in qualifica e nella gara del sabato, alla domenica Daniel commette un errore marchiano nel tamponare Magnussen e finisce per sbattere nella carambola successiva. Dispiace vederlo tanto giù di morale nelle interviste successive.


ESTEBAN OCON, 8°: 🏁🏁🏁

Non ha particolari responsabilità nel duplice contatto fratricida del sabato. Ciò nonostante, le difese di Esteban nei confronti dei compagni di squadra rimangono curiosamente decise, quasi al di sopra di quanto accade con gli altri avversari. Penalità o meno, Ocon paga il prezzo di una pancia squarciata al sabato con una partenza dal fondo alla domenica; il ritmo è buono ma non eccezionale, fino alla Safety Car che nel finale gli dà un’ottima opportunità di entrare in zona punti. Sfruttata.


FERNANDO ALONSO, 5°: 🏁🏁🏁🏁

Come abbiamo detto, Ocon ha il vizio di allargare le fiancate con i compagni di squadra. Fernando però reagisce in maniera esagerata al duello del sabato, tamponando Ocon mentre tenta di uscire all’ultimo millesimo dalla scia, ironizzando sull’accaduto via radio per diverse volte e reiterando il comportamento alla domenica. Per carità, Alonso ha un passo eccezionale – certificato dal quinto posto e dallo stint finale in mezzo a Ferrari e Red Bull -, ma è ben oltre il curioso la mistica capacità di lasciarsi malamente con ogni, singolo datore di lavoro.


PIERRE GASLY, 14°: 🏁🏁

Un fine settimana in ombra per Gasly che, premiato del coraggio di montare subito le slick in Q1 dal passaggio del turno, per il resto delle sessioni arranca senza mai riuscire veramente a mantenere il passo dei migliori del centro gruppo. Sarà colpa della AT03 ma Pierre non brilla come ad inizio stagione, senza ritornare al 2021.


YUKI TSUNODA, 17°: 🏁🏁

La partenza dalla pit-lane lo obbliga ad una gara in solitaria passata sui ritmi delle Williams o della Haas di Schumacher. È protagonista di un curioso episodio durante la Safety Car – il sistema di cronometraggio lo indica erroneamente sdoppiato – che crudelmente sottolinea come in precedenza, purtroppo, Yuki e l’Alpha Tauri fossero stati sostanzialmente invisibili.


SEBASTIAN VETTEL, 11°: 🏁🏁🏁🏁

Il risultato finale, figlio dell’aver appena montato gomme medie quando è entrata in pista la Safety Car, non rende giustizia all’ennesimo fine settimana in cui Sebastian corre in maniera eccellente. Al di là di una qualifica non proprio soddisfacente, Vettel recupera al sabato e alla domenica sembra poter dominare il centro gruppo assieme a Bottas e Alonso, lottando per la sesta posizione finale. Paradossalmente, in questo 2022 è diventato una garanzia.


LANCE STROLL, 10°: 🏁🏁

Il singolo punticino certifica come il ritmo di Stroll non sia del tutto da buttar via, soprattutto alla domenica. Eppure, l’ennesima chiusura folle su un avversario – a questo giro il suo compagno di squadra, spedito senza troppi complimenti nell’erba – comincia a far sospettare che Lance, più che scorretto, non riesca a calibrare le tempistiche di difesa. Altrimenti sarebbe un vizietto alquanto grave.


ALEXANDER ALBON, 15°: 🏁🏁

Le Williams soffrono enormemente a Interlagos e Albon rimane perennemente lontano dalla zona punti, con un guasto al sabato che rende ancor più complicato lo scenario. Può poco di più ma sicuramente non ricorderà con piacere questa edizione del Gran Premio.


NICHOLAS LATIFI, 16°: 🏁

Lento in ogni singolo frangente, Nicholas sembra aver staccato la spina. L’augurio è che Abu Dhabi, un anno dopo il botto che cambiò la corsa titolo, regali a Latifi un’ultima soddisfazione prima di tornare in America.


VALTTERI BOTTAS, 9°: 🏁🏁🏁🏁

La Safety Car finale lo penalizza facendo riavvicinare Alonso, Verstappen e Ocon, altrimenti Valtteri avrebbe potuto puntare ad un clamoroso sesto posto finale. Veloce e consistente, tra sabato e domenica mette un’ottima pezza alla difficile qualifica di venerdì, aiuta la classifica dell’Alfa Romeo e mostra i netti progressi della C42. In mezzo a tutto ciò, dà anche consigli di guida a Zhou mentre dopo un pit-stop lo segue da vicino. In gran spolvero!


ZHOU GUANYU, 12°: 🏁🏁

Il confronto con Bottas non è del tutto esaltante e sottolinea una delle maggiori magagne della pur ottima stagione d’esordio di Zhou. Quando il cinese si ritrova in mezzo al gruppo, infatti, fatica decisamente a risalire la china e così, anche quando l’Alfa Romeo mostra un buon potenziale, Zhou rimane bloccato dietro piloti meno veloci. I compiti a casa per il 2023, insomma, sono già assegnati.


MICK SCHUMACHER, 13°: 🏁🏁

In qualifica esagera con la cautela e si ritrova in ultima posizione nella giornata d’oro della Haas. Tra sabato e i primi giri della corsa di domenica, però, sembra poter riscattarsi con una buona scelta di posizionamento e un ritmo discreto che lo porta in zona punti fino al primo pit-stop. Montate le Medie, però, Mick precipita verso la coda della classifica e non riesce più ad uscirne.


KEVIN MAGNUSSEN, DNF: 🏁🏁🏁🏁🏁

Non conta niente che il tamponamento di Ricciardo abbia privato Kevin, scattato ottavo alla domenica, della possibilità di ottenere diversi punti e correre in zona Bottas per il resto della gara. La Pole Position e primi due giri della Sprint al comando rimarranno per sempre negli episodi scalda cuore della storia della Formula Uno, perfetta dimostrazione di come anche i piccoli, con le giuste condizioni al contorno, sappiano modellare prestazioni impeccabili. Sei grande, K-Mag!

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