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  • Immagine del redattoreLuca Ruocco

Giù la Visiera - Guida al GP d'Azerbaijan 2021


Gran Premio dal passato pirotecnico, trottola impazzita del calendario con il suo alternarsi di tratti velocissimi e passaggi stretti, l’appuntamento di Baku promette di regalare emozioni e sorprese, da scoprire assieme a Giù la Visiera.


Per chi fosse nuovo, o per chi volesse rinfrescare la memoria, ricordiamo lo schema che vi aspetta: la pista introduce ai segreti del tracciato; il programma ricorda quando si corre – e quale categoria corre – durante il weekend; su di giri racconta chi arriva favorito; insabbiati, invece, chi deve riscattarsi dopo una corsa o un momento difficile; in scia si concentra sui pretendenti, stiano essi puntando ad un podio, una vittoria o qualche punto; a ruote fumanti illumina il duello da seguire e, infine, i sussurri del paddock la controversia da tenere d’occhio nel ‘pacato’ mondo dei GP. Buona lettura!


LA PISTA

La follia tipica del Gran Premio azero ha una spiegazione tanto logica quanto banale: il tracciato. Si potrebbe definire primo della sua specie, azzardando una metafora alquanto coraggiosa; eppure, la sequenza con la quale Hermann Tilke (chi altri?) ha collegato sei chilometri di strade della città del vento ha seriamente fatto scuola.


Prima di Baku i tracciati cittadini si dividevano tra Monaco e le piste americane, budelli formati da un susseguirsi di curve a 90°, replicati a Singapore. La capitale dell’Azerbaijan, con i suoi viali enormi, ha offerto al contrario l’opportunità di creare una pista dalle medie altissime in mezzo ad una città.


Il primo settore è infatti composto dalla staccata iniziale sinistrorsa (alla quale si giunge a circa 340 km/h), seguita da una seconda svolta identica a 90°. Si passa quindi a un lunghissimo rettifilo che sfocia in una nuova sequenza di curve secche, in mezzo alle quali comincia il secondo settore. Questa porzione è caratterizzata dal passaggio più stretto del mondiale, quello della Fortezza (7.7m), articolato da una specie di slalom e una chicane molto larga, prima della picchiata verso il mare affrontata mediante due pieghe velocissime. Il terzo settore inizia appena dopo l’insidiosissima sinistra con la quale termine la discesa, per poi obbligare i piloti all’ultima svolta a 90° che li immette sull’enorme viale costiero della porzione governativa della capitale. Da qui in poi, passando da un sinistra-destra in pieno velocissimo, claustrofobico e spaventoso, i piloti affrontano il rettifilo più lungo del mondiale, 2200 metri.

Complice anche un asfalto liscissimo, le zone d’ombra – che abbassano di decine di gradi la temperatura del manto stradale, altrove attesa sui 50°C visto il bel tempo - e le frequenti raffiche di vento, la pista azera impone ai tecnici delle scuderie una delle sfide più complesse dell’intero mondiale. Adottare ali troppo scariche toglie confidenza al pilota, rendendo più complessa in tutte le fasi la gestione delle coperture a causa dello scivolamento eccessivo; al contrario, caricarle troppo rende la vettura vulnerabile sul dritto e troppo assetata, sia nei consumi di carburante che in quelli elettrici. Il tutto evitando di considerare come alle sospensioni venga richiesta precisione all’avantreno, capacità di copiare le sconnessioni dell’asfalto e stabilità nelle diverse fasi di trazione.


Insomma, un rebus che potrebbe regalare diverse sorprese.


IL PROGRAMMA

Sulle rive del Mar Caspio solamente la Formula 2 accompagnerà la massima serie, il che potrebbe condizionare il grado di pulizia e gommatura dell’asfalto raggiunto durante il fine settimana. Tutte le sessioni verranno trasmesse in diretta esclusiva da SKY SPORT F1, con la differita su TV8 di qualifiche e gara prevista per le 18.


SU DI GIRI

I lunghissimi rettifili di Baku suggerirebbero una Mercedes in grande spolvero, eppure diversi indizi lasciano presagire il contrario. La Power Unit anglo-tedesca rappresenterà di certo un importante valore aggiunto, ma in molti sembrano credere possa aiutare più le McLaren che la scuderia di Brakley. Le W12 non dovrebbero incontrare le stesse difficoltà di Monaco, ma è indubbio che un asfalto tanto liscio e l’assenza di curvoni veloci mal si sposi con la gentilezza sugli pneumatici delle frecce d’argento. Hamilton e Bottas potrebbero nuovamente trovarsi in difficoltà nel lento, il che darebbe occasione a Verstappen e Red Bull di allungare nelle classifiche iridate.


La RB16B, sulla carta, dovrebbe sposarsi ottimamente con tutte le curve presenti a Baku; i lunghissimi rettifili, allo stesso tempo, complice l’ala flessibile e il motore ibrido Honda migliore di sempre non spaventano Newey e soci, anche se per l’affidabilità dell’unità giapponese si tratterà di un vero e proprio esame di laurea.


Tra le incognite dei top team, come accaduto a Monaco, potrebbero inserirsi i migliori del centro gruppo. In tal caso, l’unanimità degli esperti indica Norris e la MCL35M come super-favoriti al ruolo. La monoposto inglese è veloce, potente e abbastanza precisa nel lento da giustificare le più rosee aspettative, anche se le numerose frenate secche potrebbero rendere difficile un ritorno al vertice di Ricciardo, in difficoltà nella comprensione della monoposto, privando Lando di un prezioso alleato.


INSABBIATI

Se del paradosso di una Mercedes in possibile difficoltà abbiamo già parlato – rischiando di essere sconfessati sin dal venerdì -, chi a Baku dovrà riscattarsi più di tutti è la compagine Alpine. Nonostante il 9° posto di Ocon abbia reso meno amaro il fine settimana, Monaco è stata un vero disastro per le monoposto blu. In molti si aspettavano che il francese e Alonso fossero al livello Ferrari; nulla di tutto ciò, con le A521 frenate da un sottosterzo cronico. Il pacchetto da basso carico di Baku, unito a qualche aggiornamento, solleverà nuovamente una vettura dotata comunque di un buon motore e di quella che sembra l’ala più flessibile del lotto?


IN SCIA

È indubbio che, dopo l’exploit di Monaco, le aspettative del pubblico sulla Ferrari siano altissime. Sulla carta, però, gli infiniti tratti in allungo dovrebbero penalizzare in maniera importante Leclerc e Sainz, dotati ancora di una Power Unit lontana 15-20 cv dalle migliori, nascosti dall’ottima coppia ai bassi regimi mostrata a Monaco.


In realtà, però, diverse incognite tecniche lasciano trasparire qualche timido raggio di speranza. Anzitutto, Baku sarà il primo appuntamento affrontato dai pacchetti a basso carico delle scuderie, e non è detto che la SF21 non si adatti meglio di altri a sviluppare spinta sugli pneumatici senza una grossa ala a dare una mano. In fondo, nel venerdì di Imola – con la configurazione più scarica sinora montata in stagione – le Rosse volarono.


Non è detto poi che il probabile recupero di tempo nel budello del secondo settore, quasi più lento di Monaco, non basti a rendere competitive le Rosse sull’intero giro. In merito la sincerità della SF21 dovrebbe aiutare un Sainz in forma smagliante e, soprattutto, un Leclerc chiamato alla magia che riscatti la delusione del Principato.


A RUOTE FUMANTI

Uno dei duelli più interessanti del fine settimana azero sarà in realtà un 'triello': chi tra Aston Martin, Alpha Tauri e Alfa Romeo – le scuderie delle A, insomma – si ergerà al vertice del centro gruppo, sfidando Ferrari e McLaren e puntando a un bottino importante di punti?


Le monoposto verdi, grazie a un Vettel in grande spolvero, a Monaco hanno raccolto più di quanto fosse lecito attendersi; le Alpha Tauri hanno brillato nel veloce in Bahrain, e Monaco ha rassicurato Gasly e Tsunoda riguardo alle difficoltà nel lento della AT02; le Alfa, infine, a Baku hanno sempre volato e il Biscione potrà godere di Antonio Giovinazzi, vero specialista della pista azera con due vittorie in GP2 nello stesso fine settimana, partendo dall’ultima e dall’ottava posizione.


I SUSSURRI DEL PADDOCK

Ali flessibili. Sembra il nome in codice di una spia – scarsa – della guerra fredda e, invece, sarà l’unico argomento che terrà banco nel fine settimana azero.


Ne abbiamo parlato a lungo qui; a Giù la Visiera basterà ricordare come assomiglino a baggianate le voci, messe in giro da McLaren e Mercedes, secondo le quali il guadagno sul giro ottenuto grazie alla flessione dell’alettone posteriore sfiorerà il mezzo secondo. Al massimo, i migliori interpreti del giochetto (Alpine, Red Bull e Alfa) guadagneranno due – due decimi e mezzo.


Lo stesso epiteto descriverebbe al meglio le minacce di protese incrociate (Mercedes a Red Bull per l’ala posteriore e viceversa per l’anteriore); a Baku, essendo ancora validi i test di flessione statica non aggiornati, chiunque li superi è perfettamente regolare. Senza eccezione alcuna.



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