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  • Immagine del redattoreLuca Ruocco

Giù la Visiera - I 10 Motivi per cui seguire il GP d'Austria



Dopo più di sette mesi torna finalmente Giù la Visiera. E allora, senza tanti fronzoli, tuffiamoci nei dieci motivi per cui seguire il tanto agognato ritorno della massima serie. Signore e signori, accedente i motori!


SI RICOMINCIA

In fondo, domenica potrebbero schierarsi sulla griglia di partenza venti vetture prive di vernice, guidate da venti piloti con il casco uguale e nessuno oserebbe lamentarsi. Anzi, probabilmente tutti continueremmo ad avere il respiro corto all’accensione dei semafori, avremmo guardato i minuti finali delle qualifiche in apnea e salteremmo come grilli al primo sorpasso al tornante Remus. Insomma, la F1 è mancata terribilmente a qualunque appassionato. Poter finalmente tornare ad ammirare le vetture sfrecciare tra i cordoli ha i contorni di un evento speciale, tanto atteso da sembrare, a momenti, una chimera. Le incognite saranno moltissime (le norme anti-contagio determineranno errori imprevedibili?), la mancanza del pubblico si farà sentire e il surreale avvolgerà l’autodromo sin dal venerdì. La pista, però, tornerà finalmente a parlare, avendo come sempre ragione su qualunque previsione, paura o scenario: solo tre mesi fa non era scontato succedesse nel 2020.


LA PISTA

Il Red Bull Ring è una delle piste più atipiche del mondiale. Basta qualche dato per rendersi conto quanto riesca a sparigliare le gerarchie. Nel 2014 la Williams di Massa vi conquistò la prima Pole Position non Mercedes dell’era ibrida. Dall’introduzione delle vetture a carreggiata larga, nel 2017, le frecce d’argento hanno sempre faticato, nonostante abbiano dominato tutte le stagioni: vittoria sofferta di Bottas nel 2017, doppio ritiro nel 2018, prestazione opaca nel 2019. Il giro cortissimo avvicina i concorrenti, il resto del compito spetta alla conformazione del tracciato. Situato a 700 metri sul livello del mare, ai limiti di una meravigliosa vallata della Stiria, presenta continui saliscendi. La prima metà del giro vede susseguirsi curve secche dalla velocità relativamente contenuta a rettifili dove sfruttare trazione e allungo della propria monoposto. Cinque curve di medio alta velocità compongono invece la seconda parte, che richiede una monoposto stabile e precisa, oltre che un grande impegno del pilota nelle due ultime, insidiosissime pieghe.


LA REGINA

La nuova livrea della Mercedes (l’argento è stato sostituito dal nero con l’intenzione di sostenere la campagna antirazzista), visivamente spettacolare, potrebbe aiutare gli avversari a scorgere meglio in lontananza la W11. Il rischio che ciò sia necessario è ben presente. Il periodo di pausa forzata ha aiutato i più a dimenticare diavolerie come il DAS, probabilmente la meno efficace – altrimenti sarebbe stata nascosta meglio - delle intuizioni presenti sulla monoposto che potrebbe uccidere il campionato sin dal primo appuntamento. Il dominio sarà totale o gli avversari riusciranno miracolosamente nell’aggancio di una vettura spaziale a Barcellona? I problemi d’affidabilità sono stati risolti o la pista, esattamente come in Catalogna, mostrerà che i banchi prova non riescono mai a simulare perfettamente la realtà? Hamilton soffrirà della classica partenza lenta o vorrà stroncare sul nascere qualunque velleità di Bottas, alla migliore opportunità in carriera per agguantare il titolo mondiale? Da sabato arriveranno le prime risposte.


SFIDANTE IN CASA

Il pilota c’è. La squadra si sente in forma, è baldanzosa al limite dell’arroganza, pronta addirittura a sporgere reclamo nel caso il DAS venga utilizzato da Mercedes. La monoposto, forte di una Power Unit aggiornata al meglio di quanto permesso dalle ferie forzate e la pandemia, e di un primo pacchetto aerodinamico, promette come non mai. Insomma, gli ingredienti per un tracollo epico, di quelli che ricordi tutta la vita, ci sono davvero tutti. Eppure in Red Bull sembrano davvero convinti di poter sfidare la Mercedes. Il campionato è corto, Verstappen ormai una garanzia. A parte gli scherzi, gli uomini di Horner varcando i cancelli della pista di casa avranno ben in mente un solo obiettivo: mettere sotto pressione le frecce d’argento. Non lasciare all’avversario il minimo tempo di reazione, assestando un gancio da KO al primo GP, è forse l’unica, vera possibilità di giocarsi il titolo.


LA MISTERIOSA

Fuori dalla Ferrari nessuno ha compreso il valore della SF1000. Probabilmente neanche all’interno della Gestione Sportiva si ha davvero la controprova della bontà del progetto. Il tutto, tra l’altro, è normale e inevitabile. Non si è mai corso! Musi lunghi, felicità. Cambio che torce, bloccaggio aerodinamico. Motore poco competitivo, motore tenuto volontariamente giù di tono. Si è sentita qualunque cosa rispetto alla monoposto del Cavallino. Le uniche certezze sono l’introduzione di un pacchetto di aggiornamenti a Budapest (terza gara), e i due appuntamenti in Austria affrontati con poche novità. Visibili. Perché nessuno può sapere quanto sia stata corretta sottopelle la vettura, quanti cavalli siano ancora a disposizione del motore. Il cambio irrobustito potrebbe valere ben più di un bargeboard ridisegnato. Spielberg non richiede un’aerodinamica raffinatissima, altrimenti la SF90 non avrebbe rischiato di vincere nel 2019. La Rossa potrebbe trovarsi dietro la Racing Point, così come molto più vicina alla Mercedes di quanto si creda. Per scoprirlo basta coltivare l’arte della pazienza, ricordando che in Formula 1 gran parte dei componenti fondamentali rimangono nascosti.


IL DUELLO

È inevitabile, ne abbiamo parlato meglio qui. Qualunque sia il livello della SF1000, la lotta tra Vettel e Leclerc attirerà attenzioni come pochi altri aspetti del fine settimana austriaco. Al di là delle considerazioni volte all’intero campionato, a Spielberg la tradizione sorride al monegasco. Seb, nonostante non sia mai andato piano e abbia sfiorato la vittoria nel 2017 e nel 2018, non ha lo stesso, impressionante curriculum di Charles tra le verdi montagne: pole in GP3, F2 e F1 al primo tentativo su una vettura competitiva. Gara dominata nel 2019, persa solo a causa di un Verstappen in stato di grazia assoluta. Chi avrà più fame?


CON LA VALIGIA IN MANO

Proprio come Vettel in Ferrari, anche Ricciardo in Renault e Sainz in McLaren correranno sin da Spielberg con la valigia in mano. Una condizione da loro mai sperimentata, comunque rara nella settantennale storia della massima serie. Come si comporteranno se dovessero incrociare la loro prossima monoposto in gara? Siamo davvero sicuri si difenderanno, o attaccheranno, con la stessa ferocia con cui affronterebbero, per esempio, una Racing Point? Tra l’altro, non dovessero essere pienamente concentrati, entrambi potrebbero ritrovarsi in men che non si dica dietro ai proprio compagni di squadra. In McLaren scalpita Lando Norris, complessivamente inferiore a Sainz nel 2019 ma senza sfigurare, volenteroso di segnare il territorio prima dell’arrivo di Ricciardo; dall’altra ferve Ocon, a digiuno di GP da Abu Dhabi 2018, pronto a caricarsi sulle spalle l’intera Renault da pilota francese su una macchina d’oltralpe. Il tutto mentre tutti e quattro staranno lottando per primeggiare dietro ai top-team… o no?


LA MERCEDES ROSA

Con tutti i circuiti dove poteva cominciare la stagione, proprio nell’unico dove la W10 ha sofferto enormemente. Avranno sicuramente pensato all’ironia della situazione in Racing Point: ti presenti ai test di Barcellona con una copia in carta carbone della monoposto iridata, sostenendo (sigh!) di aver usato solo dettagliate fotografie per comprenderne i concetti aerodinamici, sbarchi in Australia con gli aggiornamenti introdotti da Mercedes a Suzuka 2019 (ulteriore pernacchia agli avversari a centro gruppo), e la pandemia dove ti fa partire la stagione? In Austria! C’è chi sostiene che Perez e Stroll possano insidiarsi addirittura tra Red Bull e Ferrari: sembra molto difficile (qui trovate l’analisi dei test che mostra un passo ben peggiore delle Rosse sulla distanza di gara), al contempo però in molti credono in un quarto posto dominante. Sarà la verità? La futura Aston Martin riuscirà davvero nell’impresa di ricucire il gap dai migliori? Se così non fosse, e la compagine rosa si trovasse a lottare con Renault, McLaren e Alpha Tauri, continueranno a pesare le qualifiche indecifrabili di Stroll?


FORZA, ANTONIO!

Al di là delle prestazioni di Haas e Alfa Romeo, le scuderie motorizzate Ferrari, in Austria prenderà il via un campionato delicatissimo per un altro membro della famiglia del Cavallino Rampante: Antonio Giovinazzi. Senza girarci troppo attorno, nonostante una crescita importante nella seconda metà del 2019, il pugliese non ha brillato come accaduto in GP2, dove nonostante Gasly avesse conquistato l’iride, in realtà era stato lui ad impressionare gli addetti ai lavori. Il 2020, stagione assurda secondo mille punti di vista, può rappresentare una buona occasione per tornare a lasciare di stucco i vertici della Scuderia. Non deve essere facile per Antonio, visto che l’arrivo di Sainz chiuderà le porte di Maranello, ma il momento di confermare il sedile Alfa Romeo è adesso. Troppi giovani scalpitano in F2. Soprattutto, troppi non hanno ancora ben presente il potenziale di un pilota pieno di talento. Forza, Antonio!


CHI MI COMPRA?

La Williams è in vendita. Arrivare malinconicamente ultimi ad ogni Gran Premio, dopo aver monopolizzato l’ultima fila, attira gli investitori come una tarantola nella scatola dei cereali. Serve spiegare perché la Williams deve tornare a correre sul serio in F1? No, non serve. Buona fortuna!

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