Nomi. Serve tirare fuori dei nomi, adesso. Sarebbe troppo facile – trovate la prima parte dell’inchiesta qui - limitarsi a sottolineare come sia possibile, e per certi versi auspicabile, che Sebastian Vettel non affianchi Charles Leclerc in Ferrari dal 2021 in poi, senza fornire alternative. Facile, sì, e per niente divertente: perché ammettiamolo, questo è il succo dello speculare sul mercato piloti. Riempire le caselle, immaginare rapporti tra compagni di squadra, selezionare piloti capaci di esaltare le più disparate monoposto, studiare l’armonia del gruppo, prevedere possibili toccate tra vetture dipinte uguali (ovviamente il riferimento è alle Haas, cosa pensavate mai?). Scopriamo allora i candidati ad uno dei sedili più ambiti del Circus.
GEORGE RUSSELL
Russell? Che senso ha considerare Russell? Non a caso è il primo citato, visto che lasceremo i candidati più papabili, almeno secondo chi scrive, tra gli ultimi della lista. Tutto a favore della suspense, ovviamente. Torniamo al giovane inglese, punta di diamante dell’accademia Mercedes, il che rende la sua candidatura di gran lunga la meno credibile. Veloce, talentuoso, mai una parola fuori posto e con discreti doti d’accentratore: l’anno con la disastrosa Williams ha paradossalmente, per chi guarda le corse da un certo punto di vista, accresciuto il valore di Russell. Rimane probabilmente il migliore tra le nuove leve, il che lo rende almeno meritevole di una minima considerazione da parte di Maranello. Allo stesso tempo, vista la presenza di Leclerc in squadra, la limitatissima esperienza non depone a suo favore, e sarebbe oggettivamente clamoroso se in Ferrari desiderassero una coppia tanto dinamica quanto inesperta.
FERNANDO ALONSO
Già scartato durante il tradizionale incontro con la stampa a ridosso di Natale da Mattia Binotto, l’asturiano ha pochissime possibilità di ritornare – clamorosamente – in rosso. Il valore di Fernando è indiscutibile, così come le capacità manageriali di chi ne gestisce la carriera. Leggenda vuole che le grandi squadre lo scartino a prescindere, data la sua fama di distruttore seriale d’armonie faticosamente costruite. Potrà anche essere vero, ma basterebbe ricordare quanto vicino fu capace di portare la F2012 al mondiale per scordarsene in fretta. Piuttosto, è probabile il suo tempo sia semplicemente passato, ed i top team vogliano legarsi a piloti di maggiore prospettiva. Potrebbe rientrare in corsa in caso di stallo del mercato, o se si chiudessero troppe porte in faccia alla Ferrari.
LEWIS HAMILTON
Sorpresi di trovare il nome del pluricampione così presto? Noi per niente. Già dai tempi delle speculazioni di Abu Dhabi sembrava complesso immaginare che in Ferrari volessero davvero affiancare a Leclerc per il futuro un compagno così difficile. Considerando l’ulteriore anno di crescita di Charles, quanto il monegasco sarà ulteriormente inserito nel meccanismo rosso, non sono poche le probabilità che, almeno inizialmente, Lewis in caso di convivenza possa addirittura soffrire. Tutto ciò difficilmente deporrebbe a favore di quello che senza alcun dubbio sarebbe un investimento faraonico da parte di Maranello. A meno che l’inglese non voglia accettare un contratto al ribasso rispetto alle cifre percepite ora dal gruppo Daimler (si stima 45 milioni di euro l’anno). L’accasarsi tanto velocemente in Red Bull da parte di Verstappen, poi, sembra indicare come l’olandese qualcosa di più di noi sappia, altrimenti non si sarebbe lasciato scappare una delle opportunità più ghiotte della sua carriera, spudoratamente corteggiato da Toto Wolff com’era.
VALTTERI BOTTAS
Non è difficile rendersi conto di come l’appeal della soluzione abbia più o meno la stessa intensità degli attacchi portati a termine dal buon Valtteri in quel di Interlagos, pochi mesi fa, all’indirizzo di Leclerc. Ossia pressoché nulla. Solo qualche aspetto, tra cui uno preponderante sugli altri, ne salva la candidatura. Il veloce finlandese (le abilità non indifferenti del pilota di Nestola non si discutono) conosce diversi segreti della macchina da guerra Mercedes. Appropriarsene, mettendo sotto contratto al contempo un ragazzo che, ironie a parte, ha dimostrato di poter essere un ottimo scudiero ed un fedele alleato nella conquista al titolo iridato, avrebbe sicuramente un senso. Proprio per questi motivi, però, è difficile immaginare Bottas fuori dalla galassia Mercedes: dovesse essere sostituito da Russell nel 2021, per lui sarebbe probabilmente disponibile un sedile in Aston Martin o, con qualche probabilità in più, in Williams.
ANTONIO GIOVINAZZI
Antonio ha già dimostrato in passato di saper crescere esponenzialmente all’interno di una singola serie. La parabola che lo vide protagonista in F3 ne è l’esempio più lampante: ad un anno e mezzo con qualche difficoltà, anche a causa del valore non eccelso delle scuderie per le quali correva, è seguito altrettanto tempo caratterizzato da una forma stratosferica e da corse elettrizzanti. Così come nel 2016, in GP2, il Giovinazzi di Monza, capace di vincere partendo ultimo, non era quello di Barcellona. Il tutto è perfettamente fisiologico, e nulla vieta tale crescita possa accadere anche in Alfa Romeo nel 2020. Il pugliese è poi da tempo all’interno del gruppo Ferrari, è italiano e senza enormi pretese economiche. Al di là del dimostrare o meno di poter meritare il sedile, però, quanto ne potrebbe realmente minare la candidatura è la limitata esperienza rispetto ad altri candidati: è più facile che la scelta di Leclerc, vista la caratura del personaggio in questione, rimanga l’eccezione e non diventi la regola.
CARLOS SAINZ JR.
Il primo dei due candidati con maggiori possibilità di varcare la soglia dei cancelli di Maranello per apporre la propria firma su un contratto per il 2021. La stagione 2019 dello spagnolo è stata semplicemente impressionante. Questo è il vero jolly che può giocare il figlio del grande rallista Carlos. Dovesse confermarsi nelle prime gare di questo campionato, sarebbe da pazzi non intavolare almeno qualche tipo di conversazione con il pilota McLaren. A Woking è letteralmente adorato da tutto lo staff, che ne ha apprezzato i commenti sin da quando è salito dopo l’ultima corsa della stagione sulla disastrosa vettura 2018, identificandone prontamente i maggiori problemi. La consistenza in gara ricorda quella di un altro suddito di Re Felipe, il già citato Alonso. Certo non sono mancati spunti in qualifica, ma la predisposizione a conquistare quasi ad ogni corsa il maggior numero di punti possibili depone perfettamente a suo favore. Non avrebbe poi, almeno inizialmente, lo stesso peso specifico che ora ha Vettel in squadra, e sembra capace di creare una buona armonia più o meno ovunque si accasi. Vederlo attaccare prontamente il ruolo di Leclerc sembra complesso, anche si di certo sarà questa la sua ambizione. Il vero ostacolo al suo approdo? Oltre al prossimo pilota della lista, il mercato che interesserà la McLaren stessa. Senza infatti alcun arrivo di peso a Woking, siamo certi Sainz voglia lasciare un ruolo di pressoché chiara prima guida in una scuderia tanto in crescita quanto quella inglese, il tutto per affiancare uno dei più difficili compagni di squadra possibili?
DANIEL RICCIARDO
La vera chiave per cui l’identikit del perfetto compagno di squadra di Leclerc potrebbe combaciare con Daniel Ricciardo? L’età dell’australiano. Sembra assurdo, è vero, parlare di anni che passano per un ragazzo che in estate spegnerà trentuno candeline. È stato lui, però, il primo a farlo, ed a più riprese: nel 2016, dopo la cocente delusione del GP di Monaco perso per le gomme mancanti al pit-stop; ancora qualche mese fa, intervistato in ‘Beyond the Grid’, il podcast ufficiale della F1. Evidentemente nei piani di Daniel non è contemplata una carriera infinita in stile Raikkonen; oppure, più semplicemente, riconosce con naturalezza come il picco per un pilota sia proprio intorno alla sua età. Ciò potrebbe spingerlo ad accettare il sedile in Ferrari rischiando – anche se certamente evitando sulla carta – un ruolo subalterno a Leclerc. La scommessa Renault non sta pagando, ed il talento di Ricciardo non merita un posto nelle posizioni di centro gruppo. Guardando il lato opposto del tavolo contrattuale, la Ferrari ha più di un motivo per pensare seriamente all’opzione Ricciardo. Le origini italiane, il parlare la lingua, le sopraffini capacità di sorpasso dell’australiano, per altro eccellente passista. In più, un’innata simpatia che servirebbe a rilassare ulteriormente l’ambiente, a donare una ventata di freschezza e novità utile ad affrontare un cambio regolamentare epocale. Gli ostacoli al matrimonio? Una Renault sorprendente, una chiamata Mercedes oppure un’inaspettata conferma. In casa Ferrari.
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