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  • Immagine del redattoreLuca Ruocco

Bandiere a Scacchi - GP Australia 2022


Charles Leclerc e la sua F1-75 dominano il Gran Premio d’Australia catalizzando l’attenzione mediatica come non accadeva da anni, soprattutto in Italia.


Gli spunti d’interesse, dentro ad un fine settimana memorabile per l’atmosfera post-Covid di Melbourne, non sono comunque mancati a cavallo dell’intera griglia di partenza: chi avrà conquistato tutte e cinque le bandiere a scacchi?


MAX VERSTAPPEN, DNF: 🏁🏁🏁

I tre decimi di distacco pagati in qualifica, con il senno di poi, erano solo un assaggio di quanto avrebbe atteso Max durante la corsa australiana. Dopo un errore durante il primo tentativo in qualifica, fino a quel momento eccellente, il campione del mondo distrugge le proprie coperture nel tentativo di rispondere all’allungo di Leclerc, e in occasione della seconda ripartenza deve arrendersi allo strapotere della Power Unit di Maranello nonostante si trovi ormai affiancato alla Ferrari. Il guaio al sistema d’alimentazione rende ancor più amara una domenica al termine della quale – Verstappen lo ha ammesso a denti stretti – l’affidabilità non è stato il principale dei problemi: gli aggiornamenti previsti per Imola lo aiuteranno a sorridere di nuovo?


SERGIO PEREZ, 2°: 🏁🏁🏁🏁

L’incomprensibile strategia del doppio tentativo finale in Q3 lascia perplesso lo stesso Sergio, molto veloce nei primi due segmenti della qualifica australiana. In gara il messicano paga una partenza sfortunata, nella quale il movimento di Verstappen lo espone alla staccata furibonda di Hamilton; il tempo perso nel superare le Mercedes – prima Lewis, poi Russell – si rivelerà infatti decisivo nel relegarlo a distanze siderali da Leclerc, senza la minima possibilità di accennare un (vano) tentativo di inseguimento alla Rossa. Tutto sommato, transita nella miglior posizione possibile sotto alla bandiera a scacchi.


LEWIS HAMILTON, 4°: 🏁🏁🏁🏁

L’affondo alla prima curva grazie al quale supera Perez è un lampo della classe cristallina che, di certo, non è mai mancata nell’arsenale del sette volte campione del mondo. L’Hamilton rassegnato dell’Arabia Saudita lascia spazio ad un pilota nuovamente volitivo, galvanizzato da una velocità superiore a quella di Russell e finito ai piedi del podio solamente a causa dello sfortunato tempismo dell’incidente di Vettel. Nella seconda parte di gara conserva le coperture per un attacco al compagno di squadra ma le temperature del motore suggeriscono il contrario; rimane innegabile che, W13 a parte, Lewis sia ancora quello del 2021.


GEORGE RUSSELL, 3°: 🏁🏁🏁🏁

La fortuna premia un Russell sempre più consistente, come testimonia lo pseudo-miracoloso secondo posto in classifica piloti. In realtà a Melbourne l’inglese è globalmente inferiore ad Hamilton, sia in qualifica che nel ritmo gara, contesto nel quale giustamente tenta di rintuzzare gli attacchi di Perez piuttosto che concentrarsi sulla gestione gomme. Il personaggio rimane misterioso, data la fin troppo evidente costruzione nelle dichiarazioni, ma il pilota promette ancor meglio di quanto era lecito aspettarsi. Nubi all’orizzonte per la gestione piloti di Toto Wolff?


CHARLES LECLERC, 1°: 🏁 🏁 🏁 🏁 🏁



La gestione magistrale dell’unico momento difficile della corsa di Leclerc, quando il monegasco finisce sullo sporco in occasione della seconda ripartenza e viene affiancato da Verstappen nel rettifilo principale, è un esempio perfetto del vero e proprio stato di grazia nel quale si trovano l’accoppiata Leclerc – F1-75. Giro perfetto in qualifica, esemplare ritmo in gara, distacchi ciclistici rifilati agli avversari; in una parola, perfezione. Prima di approfondire la domenica di Charles grazie all’articolo di Col Cuore in Gola che trovate qui, godetevi il cronologico dei tempi del monegasco, particolarmente istruttivo nel mostrare la costanza del primo stint e la netta gestione del secondo.


CARLOS SAINZ, DNF: 🏁

Il fine settimana australiano di Sainz è un vero e proprio disastro, come ammesso dallo stesso spagnolo. Fino ai minuti iniziali del Q3 Carlos è velocissimo ed è lecito immaginarlo almeno in prima fila; dall’incidente di Alonso in poi, invece, l’intero Gran Premio va a rotoli. La bandiera rossa priva il numero 55 di un giro che avrebbe garantito un posto nelle prime due file; un problema all’accensione – la cui origine non è stata svelata – costringe lo spagnolo ad un solo giro di riscaldamento e, nel corso dell’unico tentativo a disposizione, Carlos commette un netto errore in curva 9. La stessa curva dove, ventitré ore dopo, finisce nella sabbia mentre tenta di superare Schumacher a gomme fredde. Pochi secondi prima, Sainz rimane quasi fermo in griglia a causa di una sostituzione improvvisa del volante con un componente privo dei settaggi adatti alle condizioni della pista (imprecisione grave della squadra). Insomma, tutto ciò che può andar male, per Carlos, va ancora peggio; ciò non toglie che gli errori personali dello spagnolo, figli di una foga eccessiva, siano stati da matita blu.


LANDO NORRIS, 5°: 🏁🏁🏁

Il tracciato di Melbourne, complice il disegno velocizzato e il rettilineo verso curva 9 che costringe molte scuderie ad alzare oltremodo le monoposto per placare il saltellamento, regala sprazzi di competitività mai trovata alla MCL36. Nulla che possa soddisfare chi pensava di giocarsi vittorie in questa stagione ma un passo avanti rasserenante, soprattutto nella prima parte di gara corsa a livello Mercedes. In tutto ciò, Lando Norris sbaglia poco ed è convincente soprattutto in qualifica, meno in partenza.


DANIEL RICCIARDO, 6°: 🏁🏁🏁

La gara di casa di Ricciardo, fino alla seconda Safety Car, promette ben poche soddisfazioni. Non che il sesto posto finale, alle spalle di Norris, sia un risultato eclatante; l’aver ripreso il compagno nel finale, però, rappresenta l’appiglio al quale aggrapparsi all’alba dell’ennesima stagione difficile, con lo stato di forma McLaren che, per l’ennesima volta da quando ha lasciato la Red Bull, priverà Daniel delle lotte al vertice che un tempo lo esaltavano. Gestire meglio le proprie coperture rispetto a Norris è, in questo momento, il massimo a cui aspirare.


ESTEBAN OCON, 7°: 🏁🏁🏁

La concretezza è il miglior tratto del fine settimana australiano di Ocon. Il francese fatica in qualifica rispetto ad Alonso ed in gara non riesce a superare una Williams dotata di gomme ultra-consumate. I punti, anche relativamente pesanti, arrivano comunque ed Esteban sembra pian piano approcciare ad una nuova dimensione, forse meno spettacolare ma alquanto redditizia. A quando, invece, il gioco di prestigio in stile Budapest 2021?


FERNANDO ALONSO, 17°: 🏁🏁🏁🏁

L’esaltazione per una monoposto brillante oltre le attese porta Alonso ad affermare con certezza che, senza il guasto patito in Q3, l’asturiano avrebbe potuto almeno giocarsi la prima fila. I dati dicono altro, visti i distacchi siderali patiti nel terzo settore, ma è certo che Fernando a Melbourne volasse relativamente al centro gruppo e potesse partire quarto, tentando poi di rintuzzare gli attacchi Mercedes con una gara perfetta. Al contrario, lo spagnolo resta bloccato a centro gruppo e la strategia alternativa non paga, tanto che le medie montate a due terzi di gara reggono solamente pochi giri. Le difficoltà nel traffico raccontano quindi di un’Alpine con del buon potenziale ma ancora moltissimi punti deboli; Melbourne, quindi, verrà ricordata come un’occasione sprecata?


PIERRE GASLY, 9°: 🏁🏁🏁

L’Alpha Tauri è la scuderia più deludente di questo inizio di stagione, con la AT03 relegata in zona Q2 mentre la progenitrice, un anno fa, sfiorava spesso la seconda fila dando più di qualche grattacapo a Ferrari e McLaren. In un contesto del genere Gasly sbaglia poco, pur faticando molto nel superare Stroll, ed ottiene due punticini alquanto preziosi.


YUKI TSUNODA, 15°: 🏁🏁

Rispetto all’Arabia Saudita Yuki riesce almeno a partire per una corsa che si rivela oltremodo deludente. Il giapponese viene inquadrato solamente quando respinge con mestiere l’attacco di Sainz al primo giro; per il resto, il passo è molto lento e il gruppetto in cui lotta Gasly nel finale rimane lontanissimo.


SEBASTIAN VETTEL, DNF: 🏁

Le attenuanti sono moltissime, è bene metterlo in chiaro. Vettel, a Melbourne, è al rientro dopo una forma di Covid abbastanza importante da tenerlo lontano dalle piste per due settimane; i guai di affidabilità lo privano di un’intera sessione di libere; i commissari, alquanto fiscali, sembrano ormai soffrire di una sorte di perversione per le multe poco utili verso il tedesco – nel rientro ai box in motorino a meritare una sgridata era solo il casco non infilato, una pessima pubblicità -; la monoposto verde bottiglia, infine, è una sorta di disastro ferroviario carrozzato. Sebastian, però, è un quattro volte campione del mondo e vederlo per l’ennesima volta girarsi da solo, finendo a muro, comincia a far sospettare che il problema non possano essere sempre le monoposto che guida. Fosse anche un’eccessiva foga nel superare gli ostacoli, non è quanto sia lecito attendersi da un quattro volte iridato che dovrebbe caricarsi sulle spalle un’Aston Martin in difficoltà.


LANCE STROLL, 12°: 🏁🏁

La difesa perentoria con la quale chiude tutte le traiettorie a Gasly nel finale della corsa – sanzionata da cinque secondi di penalità – è tra i pochi lati positivi di un fine settimana che, passo gara semi-accettabile a parte, rasenta l’incubo. Un incidente, un assurdo botto con Latifi in Q1 e la sensazione che un miglioramento generale, ormai, assomigli ad un sogno proibito.


ALEXANDER ALBON, 10°: 🏁🏁🏁🏁

Il disegno dell’Albert Park porta la FW44, almeno tra le sue mani, a sfiorare il Q2 mostrando prestazioni relativamente incoraggianti. L’incidente nel Q1 manda in confusione la squadra che lo spedisce in pista privo del carburante necessario a passare le verifiche; squalificato, Alex parte ultimo ma assieme alla squadra inventa e mette in scena una strategia folle. Montare le Hard al via e cambiarle il più tardi possibile, sperando in un’interruzione favorevole. Che non arriva, o almeno non nelle tempistiche sperate, ma ci lascia comunque ammirare un ritmo eccellente del thailandese nel finale, tanto da garantirgli – dopo il pit-stop al penultimo giro - un solo, eroico punticino associato alla 10° posizione. Niente male!


NICHOLAS LATIFI, 16°: 🏁🏁

Latifi stavolta arriva almeno al traguardo. Nel tragicomico botto con Stroll durante le qualifiche ha meno responsabilità del connazionale (anche se, superare in quel momento e in quel luogo…), ma in quanto a prestazioni la fatica rimane assoluta. Serve uno scatto prima che Capito rivolga il proprio sguardo altrove per il 2023.


VALTTERI BOTTAS, 8°: 🏁🏁🏁

L’eliminazione di una delle quattro zone DRS al sabato mattina manda in confusione i tecnici Alfa Romeo, che scelgono una configurazione più scarica gettando alle ortiche l’ottimo bilanciamento mostrato al venerdì. Valtteri non raggiunge il Q3 ed in gara rimane invischiato per lungo tempo dietro a vetture più lente; un gran peccato, visto che la zona McLaren sarebbe stata ben più che raggiungibile centrando l’assetto perfetto.


ZHOU GUANYU, 11°: 🏁🏁

Le piste sconosciute sono sempre complesse per un esordiente e l’Albert Park, che arriva presto in stagione, è forse la più difficile di tutte da ben interpretare. Esercizio che tutto sommato non riesce malissimo a Zhou, con il cinese in difficoltà in qualifica ma sempre più a suo agio in gara, fino a raggiungere il trenino di centro gruppo.


MICK SCHUMACHER, 13°: 🏁🏁🏁

Gli ingegneri della Haas inseguono per tutto il fine settimana un bilanciamento sufficiente, senza purtroppo incontrarlo mai. Forse a causa dell’altezza necessaria a contenere i saltellamenti, la VF-22 è la brutta copia di quanto visto in Medioriente e Mick deve accontentarsi di un deludente – viste le attese – 13° posto, per il quale combatte ma, soprattutto nel Q2, non sembra brillare.


KEVIN MAGNUSSEN, 14°: 🏁🏁

Il malessere di venerdì mattina rende ancor più complesso l’adattamento del danese ad una vettura non proprio a suo agio a Melbourne. In qualifica Kevin viene eliminato in Q1 ed in gara un lungo in curva 9 lo priva della possibilità di cogliere qualche punticino, dato che il ritardo accumulato al momento del pit-stop è troppo grande perché le sue coperture siano in buona forma una volta raggiunti gli avversari di centro gruppo. La testa sarà già ad Imola per un pronto riscatto.


Fonte immagine: Ferrari / Twitter

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