Trecento chilometri di puro spettacolo. Una corsa resa emozionante e ricca di colpi di scena non dall’intervento della Safety Car o da fattori metereologici avversi, bensì dai soli rapporti di forza emersi in pista. Mercedes e Red Bull promettono battaglia per le restanti gare, dietro di loro nobili decadute provano a rialzarsi e a fondo gruppo non mancano le sorprese negative… quante delle 5 bandiere avrà conquistato ogni pilota?
LEWIS HAMILTON, 1°: 🏁🏁🏁🏁🏁
È un po’ noioso non cambiare quasi mai il giudizio per Lewis. Si entrerebbe con tutte le scarpe nel pantano della disonestà intellettuale, però, se non si riconoscesse come il novello Sir sia stato capace di ottenere il massimo in qualifica, gestire magistralmente tutte le fasi della gara e costringere Verstappen all’errore nel duello ravvicinato. In sostanza, il solito extraterrestre.
VALTTERI BOTTAS, 3°: 🏁🏁
Allarme rosso, sirena attivata, schierare le contromisure. Valtteri ha toppato l’unico momento della stagione nel quale, di solito, appare superiore al compagno di squadra, ossia la corsa iniziale. Anonimo, non difende adeguatamente la posizione su Leclerc, non riesce in alcun modo a impensierire i primi due, subisce un pit-stop imperfetto e arriva a podio solo grazie alle peripezie di Perez. Da rivedere.
MAX VERSTAPPEN, 2°: 🏁🏁🏁🏁
Lasciare il Bahrain con l’amaro in bocca, vista la supremazia della RB16B, è forse la notizia più bella che Max potesse aspettarsi dall’alba della nuova stagione. Senza sbagliare gli sviluppi, la monoposto austriaca potrebbe finalmente permettergli di giocarsi il mondiale. Per farlo, però, serve una strategia più convinta (in Mercedes si sono adattati meglio allo scambio di ruoli) e un briciolo d’astuzia in più da parte di Verstappen. Hamilton poteva sia essere attaccato in una zona più ‘sicura’, sia lasciato passare sullo sporco.
SERGIO PEREZ, 5°: 🏁🏁🏁
In qualifica ricorda Albon, il che è alquanto inquietante. In gara, però, Sergio mostra esattamente perché la Red Bull si sia fidata lui. Partendo 11° sarebbe probabilmente arrivato a podio, è perfetto nei sorpassi, e la sua presenza davanti avrebbe completamente cambiato l’andamento della corsa. Il suo rendimento, con uno sguardo al futuro, è forse la nota più preoccupante per Hamilton e la Mercedes.
LANDO NORRIS, 4°: 🏁🏁🏁🏁
Non trova il giro perfetto in qualifica, ma in gara Lando si concentra e sfrutta al meglio una McLaren ottima sul ritmo, seppur aiutata oltremodo dalla mancanza delle Alpha Tauri nei paraggi. Da metà gara in poi Leclerc smette di essere una minaccia e il giovane inglese, controllando il passo, evita il rientro di Perez. Non poteva ottenere di più.
DANIEL RICCIARDO, 7°: 🏁🏁🏁
Lo sguardo abbacchiato durante le interviste di fine corsa mostra tutta la consapevolezza dell’australiano: durante la gara, Norris gli è stato inequivocabilmente superiore. Probabilmente Daniel si aspettava di rimanere più vicino al compagno, ma in realtà non riesce a tenere il ritmo di Leclerc e viene quasi ripreso da Sainz. Il rapporto con la monoposto migliorerà. Non è detto valga lo stesso per la supremazia in squadra.
LANCE STROLL, 10°: 🏁🏁🏁
Il rampollo canadese ad Al Sakhir corre in maniera intelligente. La AMR21 è competitiva solo a serbatoi pieni, almeno rispetto al centro gruppo; lui rimane in zona McLaren/Ferrari finché può, ma la seconda metà di corsa mostra quanto le Aston siano ancora indietro, penalizzate – come la Mercedes – dal concetto low rake che mal si sposa con le nuove regole in materia di fondo. Ah, la bellezza del copiare…
SEBASTIAN VETTEL, 15°: 🏁
In qualifica è sfortunato, ma in fondo paga un errore – dettato dalla scarsa confidenza – durante il primo giro lanciato. La penalizzazione in griglia è sacrosanta, almeno rispetto alle regole in materia di doppie bandiere gialle (la squadra doveva avvisarlo di abortire il giro). La corsa era compromessa dall’inizio, e Sebastian vive le stesse difficoltà del compagno. Lotta molto bene con Alonso e Perez, ma l’errore dietro ad Ocon è un ritorno al passato inquietante.
ESTEBAN OCON, 13°: 🏁🏁
Esteban sostiene che, fosse partito in zona Alonso, avrebbe tranquillamente colto qualche punto. Fatichiamo a credergli, visto quanto la A521 si è mostrata in difficoltà nel secondo stint, ma è indubbio che una migliore posizione di partenza avrebbe aiutato. Come Vettel ha pagato l’errore di Mazepin al sabato, ma sempre come il tedesco aveva sprecato il primo giro lanciato…
FERNANDO ALONSO, DNF: 🏁🏁🏁🏁
Un sacchetto di plastica costringe l’asturiano ad un ritiro del tutto immeritato. Fernando è al di sopra delle attese in qualifica, mentre in gara mostra solo un pelo di ruggine nel duello con Vettel e Sainz, che tra qualche mese – secondo chi scrive – si risolverebbe in maniera del tutto differente. Eppure la grinta, il talento e la passione sono sempre lì, lucenti come non mai.
CHARLES LECLERC, 6°: 🏁🏁🏁🏁
Il giro di qualifica, ormai come da consuetudine, è da lacrime agli occhi. Il sorpasso iniziale su Bottas quasi quasi illude, ma con il passare dei giri le gomme posteriori di Charles cedono il passo. Fortunatamente, la SF21 è un enorme passo avanti e così – Perez appartiene ad un’altra categoria, purtroppo – alla fine il monegasco perde la posizione solo su Norris. Il quale scappa un po’ troppo via nella seconda metà di gara. Questa, però, sia per Charles che per la Rossa dovrebbe essere tra le piste peggiori della stagione. E allora…
CARLOS SAINZ, 8°: 🏁🏁🏁
Pasticcia nel Q3, mentre nelle fasi di partenza è volutamente iper-cauto. Il resto del fine settimana, però, è ben al di sopra delle attese. Lavora bene con la squadra, appare perfettamente integrato, e nel secondo e terzo stint di gara è più veloce di Leclerc. La pista di Al Sakhir premia chi, come lui e al contrario di Charles, predilige una monoposto leggermente sottosterzante; Carlos, però, aveva tutte le attenuanti per risultare comunque distante dal monegasco. E invece… Farà sorridere i tifosi, questo è certo.
PIERRE GASLY, 17°: 🏁🏁
Non ci sono scuse. Un fine settimana che poteva regalare almeno un quarto posto – l’Alpha Tauri è apparsa più veloce della McLaren, e Pierre avrebbe di certo trovato un ritmo superiore a quello di Tsunoda, già ottimo – buttato via per un peccato sì veniale, ma carico di conseguenze. Punti del genere pesano, in entrambe le classifiche.
YUKI TSUNODA, 9°: 🏁🏁🏁
La qualifica imperfetta e un primo giro quasi disastroso sono sintomo, è bene ricordarlo, di un bagaglio d’esperienza largamente insufficiente rispetto alla concorrenza. Yuki, però, ha dimostrato sprazzi di competitività assoluta, stellare, addirittura esaltante. Il treno Tsunoda sembra già aver imboccato i binari giusti.
P.S. Obbligatorio andare a ripescare i sorpassi su Alonso, Stroll e Ocon. Divini.
KIMI RÄIKKÖNEN, 11°: 🏁🏁🏁
Rimanere fuori dai punti dopo una corsa tanto positiva, terminata a due secondi da un'Aston Martin, è comprensibilmente frustrante. La musica è cambiata rispetto al 2020, questo è certo, ma una volta che si balla… Arriveranno, comunque, soddisfazioni ben maggiori rispetto alla passata stagione. E Kimi è una certezza, soprattutto in gara.
ANTONIO GIOVINAZZI, 12°: 🏁🏁🏁🏁
Nonostante dieci secondi persi al pit-stop a causa di un pasticcio dei meccanici del Biscione, Antonio ha comunque terminato il GP in scia al compagno di squadra. Il quale gli era stato inferiore in qualifica. L’errore ai box, oltretutto, ha reso necessario il sorpasso di diversi avversari (Alpine, Aston Martin) un tempo irraggiungibili. Per chi sa leggere una corsa al di là dell’ordine finale, Giovinazzi è stato davvero convincente. Forse come mai prima.
MICK SCHUMACHER, 16°: 🏁🏁🏁
Fino alla gara non sbaglia nulla ed è globalmente più veloce del compagno di squadra. La sufficienza, quindi, è un grosso incoraggiamento per un ragazzo che, lo ammettiamo, parte avvantaggiato per SENZAF1ATO. Inoltre, Mick appare destinato ad una stagione calvario. Errori come quello della ripartenza dalla Safety Car, però, vanno assolutamente evitati. Anche se la partenza è l’unico momento in cui può giocarsi qualcosa.
NIKITA MAZEPIN, DNF: 🏁
Troppi errori. Per altro gratuiti. Troppa foga, troppa voglia di dimostrare qualcosa che nessuno, forse con esagerata perfidia, gli ha mai concesso: l’ammissione che dietro i soldi del padre e l’assurda cattiveria in pista vi sia del vero talento. Non crediamo aiuti, inoltre, la palese diffidenza del paddock nei suoi confronti. È solo colpa sua, visti i fatti accaduti, ma come tutti i giovani piloti necessita tranquillità. Al lavoro, quindi, per costruirla da solo, anche perché i rubli paterni, almeno in questo, non valgono nulla.
GEORGE RUSSELL, 14°: 🏁🏁🏁
Trova un buon giro in qualifica, mentre in gara non può ottenere di più a causa dei limiti della FW43B, relegata in un limbo tra Haas e la coda del centro gruppo. Insomma, la sua prestazione è più che positiva ma ben lontana da quanto ottenuto un anno fa con Mercedes. Mica facile, per il povero George.
NICOLAS LATIFI, DNF: 🏁
Un problema al turbo lo attanaglia per tutta la gara - attenzione Mercedes, è il secondo -, conducendolo al ritiro. In qualifica però è lontanissimo da Russell, ed ammette candidamente di non trovarsi ancora minimamente a suo agio in monoposto. Dopo una stagione intera, però, è lecito aspettarsi ben di più.
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