L’ennesima vittoria di Verstappen – è la sesta in nove gare – arriva al termine di una corsa molto tirata e appassionante, impreziosita dal lungo duello con Sainz e da vari duelli a centro e fondo gruppo. Quali piloti avranno conquistato tutte e cinque le bandiere a scacchi?
MAX VERSTAPPEN, 1°: 🏁🏁🏁🏁🏁
Non perde mai. Dev’essere quasi deprimente, per chi tenta di scalzarlo dal gradino più alto del podio, affrontare un pilota che sul bagnato si esalta ancor più che sull’asciutto, in gara rintuzza tutti gli attacchi di una vettura più veloce (anche se di poco) e, banalmente, sembra del tutto immune da qualunque errore. Nella fuga iridata c’è tanto, tantissimo di lui. Chapeau.
SERGIO PEREZ, DNF: 🏁
L’errore in qualifica è di quelli pesanti, perché arriva in un fine settimana nel quale, considerando il suo ruolo di seconda guida, avrebbe dovuto aiutare la squadra nel guadagnare ulteriore terreno in classifica costruttori, vista la penalità di Leclerc. Le condizioni difficili lo scagionano parzialmente e in gara, fino al ritiro, non esalta né delude. I folli sogni di gloria iridata, però, sono ormai un ricordo.
LEWIS HAMILTON, 3°: 🏁🏁🏁🏁🏁
La scelta corretta di rimanere sulle intermedie in qualifica lo salva dall’ennesima scoppola firmata George Russell. Dalle interviste post-qualifiche Lewis sembra un altro, e con la W13 che a Montreal sembra trovare uno dei pochi giorni nel quale contenere il distacco dai primi intorno ai 30 secondi, Hamilton usa la propria miglior caratteristica – la gestione gomme – per raggiungere un terzo gradino del podio mai in discussione. La chiusura su Verstappen in uscita dai box, poi, sottolinea come la brace di Abu Dhabi sia molto più che tiepida: prima o poi godremo di un nuovo duello tra i due?
GEORGE RUSSELL, 4°: 🏁🏁🏁🏁
Il coraggio mostrato in qualifica, quando monta gomme slick per tentare di agguantare una clamorosa Pole Position, merita solamente applausi se ponderato ad una stagione che, realisticamente, poco offrirà di più. In gara Russell si dimostra preciso e consistente, capace di rimontare senza eccessi dall’ottava casella e chiudere poco distante da Hamilton, seppur mai veloce nel ritmo quanto il compagno di squadra. Se queste sono le giornate peggiori, per George, la Stella ha fatto bingo…
CHARLES LECLERC, 5°: 🏁🏁🏁🏁
Il risvolto più importante del fine settimana canadese di Leclerc non sono le due Power Unit nuove accumulate (alle quali, comunque, manca ancora un turbo), il quinto posto in rimonta, i pregevoli sorpassi sulle Alpine o l’unico giro in Q1, nel quale delizia gli spettatori su Full Wet e assetto scarico. L’ottima notizia è la carica con la quale il monegasco tenta di trascinare l’intero gruppo verso un’impresa – il Mondiale Piloti – che la logica suggerisce ormai impossibile: proprio così si forgiano i campioni e le squadre che li accompagnano, incoraggiando quando tutto – anche i pit-stop lenti – sembra remare contro.
CARLOS SAINZ, 2: 🏁🏁🏁🏁
La F1-75 è la migliore monoposto in gara e Carlos lo dimostra appena si libera di Alonso, cominciando a rosicchiare parte del distacco accumulato nei confronti di Verstappen e mostrando un passo eccellente anche nelle fasi in cui deve gestire un vantaggio esiguo sull’olandese. I periodi di neutralizzazione sorridono molto più a Max che allo spagnolo ma, nel finale, la Safety Car regala a Sainz una ghiotta occasione per la prima vittoria in carriera. Ogni attacco viene però respinto dalla Red Bull numero 1; una qualifica diversa, senza il piccolo errore che l’ha privato della prima fila, avrebbe regalato quei pochi secondi che sono mancati alla vittoria? Secondo noi sì, da cui le quattro bandiere.
LANDO NORRIS, 15°: 🏁🏁
La corsa canadese si trasforma in un incubo per Lando ancor prima di partire, quando al sabato la PU Mercedes singhiozza e lo relega nella coda del Q2. In gara il passo non è abbastanza buono per recuperare posizioni, tanto che Leclerc lo salta appena le sue coperture cominciano a soffrire, ma la vera beffa avviene al primo pit-stop, quando le sue gomme spariscono nella concitazione della VSC. Á la Irvine 1999: da quel momento, e anche dopo la Safety Car, non recupera più.
DANIEL RICCIARDO, 11°: 🏁🏁🏁
Rispetto a Norris sono pochi i fattori esterni alla sua guida e alle prestazioni della vettura responsabili dell’arrivo ai margini della zona punti. Semplicemente, l’australiano si difende bene in qualifica raggiungendo il Q3, ma in gara il passo della MCL36 è mediocre e la velocità sul dritto per difendersi non pervenuta. Ricetta perfetta per scivolare nell’ennesimo risultato che toglie il proverbiale sorriso.
ESTEBAN OCON, 6°: 🏁🏁🏁
Il sesto posto finale è alquanto bugiardo rispetto ad un fine settimana complesso, per Esteban, anche a detta del francese stesso. Qualche difficoltà in qualifica, un passo buono ma non eccellente in gara e la posizione finale ottenuta anche e soprattutto grazie alla protezione di Alonso. Errori, però, nessuno, e nei fine settimana difficili i punti arrivano proprio così.
FERNANDO ALONSO, 9°: 🏁🏁🏁🏁
La magia del sabato è uno di quegli episodi che, nel corso di una stagione, riappacificano con le corse in generale, cancellando con un colpo di spugna qualunque ridicola polemica tecnica sul porposing. In gara Alonso si difende come può – anche troppo nel finale, visto che viene penalizzato di 5’’ per le chiusure su Bottas – ma la strategia non perfetta e un guasto all’impianto ibrido ne castrano il passo, negando al pubblico una possibile lotta con le Mercedes. Peccato, ma la classe rimane intatta. Ed enorme.
PIERRE GASLY, 14°: 🏁🏁
Un problema nel riscaldare i freni al sabato e una strategia che lo vede sempre ai box appena prima delle neutralizzazioni rendono il fine settimana di Gasly un vero incubo, trascorso tutto a fondo gruppo. Lui può fare poco di più.
YUKI TSUNODA, DNF: 🏁
Dopo tutti i complimenti arrivati in seguito a Baku e ad una serie di corse positive, Yuki mostra un passo discreto nel tentare la rimonta dal fondo, più fortunata rispetto a quella di Gasly, ma compie un errore incomprensibile in uscita dalla corsia box, finendo a muro. Allibito.
SEBASTIAN VETTEL, 12°: 🏁🏁🏁
Un errore nell’interpretazione delle pressioni da parte degli ingegneri rovina l’intera qualifica delle Aston Martin, spegnendo sul nascere le speranze di un exploit di Sebastian, in gran forma durante le FP3 bagnate. In gara, al contrario, Vettel tenta la rimonta e non sfigura, anche se nel finale a gomme consumate precipita di nuovo verso il fondo dello schieramento.
LANCE STROLL, 10°: 🏁🏁🏁
Una strategia migliore rispetto a quella di Vettel, o meglio più fortunata in relazione all’ingresso in pista della Safety Car, lo vede in versione attaccante a fine corsa, quando sfila Ricciardo per l’ultima posizione tra i punti. Finalmente ricomincia a viaggiare sui ritmi del tedesco.
ALEXANDER ALBON, 13°: 🏁🏁🏁
Il biglietto per la Q2 strappato in extremis grazie alle bandiere gialle regala un’ottima posizione di partenza ad Albon, che è bravo a difendersi nella prima porzione di gara chiudendo ogni porta a Valtteri Bottas. Una volta consumatesi troppo le gomme, la Williams torna la monoposto peggiore in pista e pian piano il thailandese scivola verso il fondo del gruppo, senza grandi possibilità di rimedio.
NICHOLAS LATIFI, 16°: 🏁🏁
In difficoltà in qualifica, penalizzato da un pit-stop lento in gara. Almeno commette pochi errori ma questo, l’ennesimo fine settimana in difficoltà nel passo, sarà l’ultimo Gran Premio di casa per Nicholas.
VALTTERI BOTTAS, 7°: 🏁🏁🏁
I tanti punti portati a casa fanno sorridere il muretto Alfa Romeo, anche se la decisione in fase di sorpasso continua a difettare al finlandese. Valtteri, però, rimane consistente ed è capace di trasformare una qualifica difficile in una grande opportunità per la classifica delle vetture biancorosse; proprio ciò che serviva dopo la difficile Baku.
ZHOU GUANYU, 8°: 🏁🏁🏁
Una grande qualifica si scontra con una gara piena di corpo a corpo, conclusa con uno dei sorpassi migliori dell’intero GP, anche se il passo imposto da altri piloti determina un certo nervosismo nel traffico. Tutto sommato, però, Zhou migliora costantemente e, nel caso dovesse confermarsi su questi livelli di rendimento, l’Alfa potrebbe sognare in grande per la classifica costruttori.
MICK SCHUMACHER, DNF: 🏁🏁🏁
All’ottima qualifica segue una gara difficile, nella quale la VF-22 non aggiornata mostra sin dai primi giri diverse difficoltà nel passo. La rottura prima di metà gara lo priva anche di un riscatto a serbatoi più scarichi, grazie al quale provare a difendere il primo arrivo in zona punti. Rimane una pregevole qualifica.
KEVIN MAGNUSSEN, 17°: 🏁🏁
Ottimo in qualifica, paga un contatto con Hamilton durante il primo giro vedendosi costretto alla sosta ai box per cambiare l’ala. Da quel momento, il ritmo tutt’altro che eccellente della sua Haas non gli permette alcuna velleità di rimonta. Rimane da chiedersi: perché rischiare tanto nei primi chilometri di un GP iniziato in terza fila?
Fonte immagine: Red Bull / Twitter
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