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  • Immagine del redattoreLuca Ruocco

Bandiere A Scacchi - GP Giappone 2022


Il secondo mondiale di quel fenomeno paranormale conosciuto con il nome di Max Verstappen arriva al termine di una corsa che, tra cavilli del regolamento e trattori in pista, il paranormale sembra quasi farlo rimpiangere. In realtà tra le pieghe della meravigliosa Suzuka non sono mancate prestazioni di tutto rilievo: pronti a scoprirle assieme alle Bandiere a Scacchi?


MAX VERSTAPPEN, 1°: 🏁🏁🏁🏁🏁

La corsa di Suzuka racchiude il secondo titolo mondiale di Super Max dentro uno scrigno prezioso mascherato da prestazione sontuosa. Una definizione roboante per un pilota roboante in ogni sua azione della domenica giapponese: dall’affondo su Leclerc in partenza fino alla calma olimpionica con cui gestisce la comunicazione approssimativa del suo titolo, passando per una corsa disputata a un livello tutto suo. Complimenti, Campione.


SERGIO PEREZ, 2°: 🏁🏁🏁

In Giappone Sergio torna a fare il compitino, senza offese. Anzi, sottolinearlo equivale ad un complimento, perché proprio questo è il suo ruolo in seno alla Red Bull e, fino a Singapore, sembrava quasi irraggiungibile. Al contrario, qualificarsi quarto per poi scartare Sainz in partenza e recuperare su Leclerc nel finale, conducendolo all’errore, è esattamente ciò che tutti vorrebbero da lui. Distacco di 30’’ dal caposquadra compreso.


LEWIS HAMILTON, 5°: 🏁🏁🏁

La scommessa tecnica degli ingegneri Mercedes, coraggiosi nel caricare oltremodo la W13 per tentare il colpaccio sotto la pioggia, non paga minimamente in condizioni intermedie, quando la velocità sul dritto torna a contare in maniera rilevante. Lewis rimane infatti bloccato alle spalle di Ocon per l’intera corsa, certificando i limiti di un progetto per nulla meritevole del talento di Stevenage.


GEORGE RUSSELL, 8°: 🏁🏁🏁

Sui saliscendi nipponici George fatica in qualifica, pagando anche lui un assetto del tutto inadeguato. Purtroppo per l’inglese, la posizione in pista in occasione del primo e unico pit-stop lo rende parte ‘lesa’ nel doppio pit-stop della casa della Stella, il che lo relega fuori dalla zona punti. Una discreta rimonta gli permette di contenere i danni ma alla vigilia molti si aspettavano tanto di più.


CHARLES LECLERC, 3°: 🏁🏁🏁🏁

Il secondo settore dell’ultimo tentativo di Leclerc nella qualifica giapponese rimarrà tra le perle dell’autunno motoristico. Una perla sostanzialmente inutile a fronte di una F1-75 che in condizioni intermedie distrugge letteralmente le proprie coperture, ben oltre quanto sarebbe imputabile al ritmo troppo sostenuto di Charles nei primi giri (avrebbe dovuto far scappare Verstappen?). L’equilibrio perduto, unito alla sbavatura nel finale, non deve comunque oscurare l’ennesima domenica durante la quale Leclerc tiene in piedi la baracca. Proprio da lui, e dal suo sguardo sul podio che tradisce la realizzazione di un sogno definitivamente tramontato, deve ripartire la Rossa guardando al 2023.


CARLOS SAINZ, DNF: 🏁🏁🏁

Chissà se Carlos avrebbe patito le stesse, enormi difficoltà di Leclerc nel contenere il degrado delle coperture intermedie. È molto probabile ma non avremo mai certezze a causa dell’aquaplaning che durante il primo giro spedisce Carlos a muro all’uscita del tornantino. Una traiettoria sfortunata seguita da un colpo di fortuna enorme nell’essere schivato dall’intero gruppone. È andata bene così.


LANDO NORRIS, 10°: 🏁🏁

Le buone prestazioni di Singapore della McLaren fanno la fine di una barchetta di carta lasciata scorrere nella pit-lane giapponese durante la lunga bandiera rossa che segue i primi giri. Inconsistente, lenta e sbilanciata, la MCL36 obbliga Norris ad una corsa noiosa resa ancor più disturbante da un pit-stop eccessivamente ritardato. Il punto finale è una consolazione minima, soprattutto dopo il mancato sorpasso a Latifi.


DANIEL RICCIARDO, 11°: 🏁🏁

L’australiano stecca proprio nelle fasi finali del Q2 dopo aver mostrato un passo molto vicino a quello di Norris. Un vero peccato, dato il momento difficile per Daniel; in gara fa quanto gli è possibile al volante di una monoposto in difficoltà, senza che il muretto prenda decisioni brillanti.


ESTEBAN OCON, 4°: 🏁🏁🏁🏁🏁

Nel fine settimana durante il quale l’acerrimo nemico Gasly viene annunciato come suo vicino di box per il 2023, Esteban s’inventa una combo qualifiche-gara semplicemente sontuosa, al termine della quale strappa applausi fragorosi. Eccellente 5° in qualifica, in gara si difende come un leone da Hamilton per ogni singolo giro, cogliendo un preziosissimo 4° posto finale. Brillante.


FERNANDO ALONSO, 7°: 🏁🏁🏁

Le rilevanti promesse della vigilia s’infrangono su una qualifica resa amara da un Q3 alquanto deludente. In gara Fernando paga le tempistiche del pit-stop, legate a stretto filo alla posizione di partenza, e diverte i più con la rimonta finale innescata dalla seconda sosta. Il passo di certo non latita ma, almeno fino al Q2, Suzuka sembrava volergli regalare molto, molto di più. Una rarità non abbia voluto accettare.


PIERRE GASLY, 18°: 🏁

L’andatura esagerata di Gasly in regime di bandiera rossa – correttamente punita – non giustifica in alcun modo la gestione dei mezzi di soccorso da parte della direzione gara, del tutto priva di buon senso. Ciò detto, e comprendendo lo spavento misto a rabbia di Pierre, il fine settimana giapponese non mostra il francese nella sua forma migliore: polemico in qualifica e lento sul bagnato, mentre le qualità del pilota e la conclusione delle vicende di mercato avrebbe suggerito tutt’altra lucentezza.


YUKI TSUNODA, 13°: 🏁🏁

Gestisce come può i problemi ai freni in qualifica e la pessima strategia in gara. Ergo, colleziona una bella figura davanti al suo pubblico nonostante le circostanze non gli sorridano, il che è un ottimo segno di maturità. L’esatto contrario delle urla esagitate alla radio che, francamente, cominciano a stancare.


SEBASTIAN VETTEL, 6°: 🏁🏁🏁🏁🏁

Il livello del fine settimana giapponese di Vettel è sontuoso. Basterebbe questo aggettivo a descrivere la prestazione del pilota tedesco che adorerà sì Suzuka, ma sul tracciato nipponico sembra capace di exploit al limite del credibile. Rapido in qualifica, in gara coglie il momento adatto per tornare ai box e ricostruire una corsa iniziata malissimo con il fuori pista in partenza, figlio della visibilità nulla. La resistenza nel finale su Alonso, poi, è da cineteca. Arigato, Seb.

LANCE STROLL, 12°: 🏁🏁

Un sabato molto difficile, soprattutto rispetto a quanto riesce al compagno di squadra, rende complessa la rimonta domenicale, in realtà aiutata da una partenza al fulmicotone. Peccato che, dopo la prima curva, i progressi latitino anche a causa di un pit-stop troppo ritardato.


ALEXANDER ALBON, DNF: 🏁🏁🏁

Un guasto meccanico gli impedisce di andare oltre alla seconda marcia all’uscita del tornantino proprio durante il primo giro, costringendo a parcheggiare la macchina nella via di fuga. Un peccato visto il risultato colto da Latifi e le opportunità che regalava la corsa bagnata; rimane una qualifica più che sufficiente.


NICHOLAS LATIFI, 9°: 🏁🏁🏁🏁

Le prese in giro rispetto all’errore del venerdì, quando Nicholas sul bagnato sbaglia ad immettersi nella prima chicane del complesso del triangolo, hanno francamente stufato, dato che il ragazzo – per quanto non velocissimo e, di conseguenza, correttamente giubilato dalla Williams – rischia la vita ogni domenica per il nostro piacere. Ciò detto, Latifi si vendica in pista sfruttando al meglio l’intuizione tattica del muretto Williams, non commettendo alcun errore sul bagnato e difendendo due preziosissimi punticini. A ridere, nei prossimi giorni, sarà lui. Ben fatto.


VALTTERI BOTTAS, 15°: 🏁🏁

Le Alfa Romeo sono nuovamente disperse in Giappone nonostante le promesse tecniche scaturite dalla nuova ala anteriore. Il bagnato non aiuta, questo è certo, ma la cautela enorme di Valtteri in partenza lo costringe ad una corsa senza grandi prospettive, passata nel panino di Magnussen e Zhou.


ZHOU GUANYU, 16°: 🏁🏁

Forse aveva qualcosa di più di Bottas in quanto a passo e la scommessa del box di montargli nuove coperture intermedie lo sottolinea, dandogli la soddisfazione del primo giro veloce in carriera. Per il resto, non è mai in contesa per la zona punti.


MICK SCHUMACHER, 17°: 🏁🏁🏁

La scommessa del muretto, che lo lascia per un tempo infinito sulle coperture Full Wet, sarebbe stata comprensibile lo scorso anno, quando le Haas erano vetture di Formula Uno e mezzo. Questa stagione si fatica a trovare il senso di un ritardo tanto scellerato, dato che Mick si qualifica bene e non sembra certo disperato in quanto a ritmo sul bagnato. Un peccato che la storia tra pilota e squadra stia finendo così.


KEVIN MAGNUSSEN, 14°: 🏁🏁

Come la sorella maggiore – ossia la F1-75 – anche la Haas VF22 perde competitività in condizioni intermedie. Dopo una buona partenza, perciò, Magnussen perde velocemente ritmo e nel finale fa da tappo alle Alfa Romeo, lontanissimo dai punti. Non eccezionale la qualifica.


Fonte immagine: Red Bull Racing / Twitter

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