Se da un lato il contatto Hamilton-Verstappen, episodio chiave del GP d’Italia, farà discutere a lungo entrando direttamente nella storia della Formula Uno, dall’altro la corsa di Monza ha regalato diversi spunti di riflessione, un vincitore tanto meritevole quanto inatteso e alcune prestazioni sopra la media. Chi avrà conquistato tutte e cinque le bandiere a scacchi?
Prima di iniziare, permetteteci una brevissima digressione. Chi scrive ha avuto la fortuna di seguire la corsa dal vivo; il massimo dei voti va alla folla assiepata ai cancelli dell’autodromo, tanto al mattino quanto dopo la corsa. Un numero di persone che, a differenza degli spettatori in tribuna, pareggiava o addirittura superava quanto era possibile vedere negli anni passati. Tutto per uno sguardo fugace, una flebile speranza d’autografo.
La dirigenza di Monza, insediatasi da poco e autrice di scelte francamente incomprensibili (dal caro prezzi alla musica da discoteca a un minuto dal via), sicuramente avrà assistito alla scena. Saprà anche rifletterci sopra, magari arrossendo?
LEWIS HAMILTON, DNF: 🏁🏁
L’unico momento del fine settimana in cui Lewis Hamilton torna ad essere uno dei Maestri di Monza (affianca Schumacher a quota 5 successi, ndr) è quando l’inglese rompe gli indugi e, in occasione del pit-stop di Verstappen, svernicia Norris senza pietà. Dotato di gomme medie, con un pit-stop veloce dei propri meccanici sarebbe riemerso alle spalle del solo Ricciardo, potendosi giocare un GP nonostante la qualifica opaca e la pessima partenza della Sprint Race. Al contrario, il fato lo vuole affiancato per la seconda volta in gara, dopo la toccata della Roggia al primo giro, all’avversario per il titolo, Max Verstappen. Hamilton imposta la Prima Variante con grande aggressività, dall’ingresso alla svolta a sinistra per il secondo apice; Verstappen, però, è ormai al suo fianco e secondo chi scrive l’inglese lascia troppo poco spazio, creando le condizioni per il più classico degli incidenti di gara. Allargando la traiettoria, molto probabilmente Lewis avrebbe potuto contrattaccare verso la Roggia con ottime probabilità di successo. Non è molto abituato, ma in termini iridati a perderci è stato lui.
VALTTERI BOTTAS, 3°: 🏁🏁🏁🏁
La migliore prestazione del 2021, per Valtteri, arriva nel fine settimana meno indicato. Sarà l’annuncio del futuro in Alfa Romeo, sarà l’aria monzese, fatto sta che il finlandese indovina una qualifica eccellente (mentre tira la scia ad Hamilton), una gara sprint senza la minima sbavatura e una rimonta, fino alla Safety Car, alquanto efficace. Dopo la ripartenza, dotato della migliore monoposto e di gomme più soffici degli avversari, si blocca improvvisamente dietro a Perez; purtroppo, il vecchio Bottas non è del tutto scomparso.
MAX VERSTAPPEN, DNF: 🏁🏁
L’uomo capace di non battere ciglio davanti a settantamila anime arancioni, stravincendo la corsa di casa, cede alla tensione di una vittoria inattesa. Monza, grazie alla penalità di Bottas e allo scatto da incubo di Hamilton al sabato, si trasforma improvvisamente in una delle più ghiotte opportunità dell’anno per il pilota Red Bull. In fondo, i diciotto giri della gara sprint mostrano un chiaro vantaggio nel passo sui confronti della McLaren. Serve solo non farsi passare da Ricciardo in partenza. Esattamente ciò che accade. Da lì in poi, la corsa si complica fino alla batosta del pit-stop lungo 11.1 secondi. Incredulo, Max tenta un sorpasso impossibile su Hamilton; se la dinamica, come già detto, suggerisce più di tutto un concorso di colpa, è altrettanto vero che Verstappen avrebbe potuto reagire con più freddezza all’intimidazione di Lewis. 12 punti, a fine anno, potrebbero far la differenza tra il titolo e una medaglia d’argento.
SERGIO PEREZ, 5°: 🏁🏁
L’essere il primo in pista nell’ultimo tentativo in qualifica, quando per ovvi motivi apre la strada al compagno di squadra, lo condanna ad una corsa tutta di rimonta. Durante la gara sprint, però, fatica a guadagnare posizioni e, Sainz a parte, anche in gara accade lo stesso. Il sorpasso ai danni di Leclerc è nettamente irregolare e, con una monoposto più veloce, sembra comunque meno pericoloso di Verstappen alle spalle delle McLaren.
LANDO NORRIS, 2°: 🏁🏁🏁🏁
La differenza tra essere o non essere il primo pilota McLaren vincente dopo nove anni sta tutta nella partenza del sabato, dove un posizionamento sfortunato verso la prima variante lo rende vulnerabile all’attacco del compagno di squadra. In gara, però, nonostante a tratti sia più veloce di Daniel (sul finale del primo stint in particolare), non mostra mai un passo nettamente migliore, e nel finale confonde l’esperto dosarsi del compagno con presunte difficoltà. Guida magistralmente ma, in fondo al cuore, starò recriminando come non mai.
DANIEL RICCIARDO, 1°: 🏁🏁🏁🏁🏁
Semplicemente perfetto. Dopo una stagione difficilissima, dopo una Zandvoort positiva solo sul giro secco, Daniel concentra tutta la rabbia per una qualifica sfortunata (è 6 millesimi dietro a Norris) in due partenze perfette, tanto al sabato quanto alla domenica. In gara il sorpasso su Verstappen significa trovarsi in testa; dal primo giro Ricciardo imposta un ritmo non esagerato (mai più rapido che al sabato), seppur veloce quel tanto che basta a difendersi dagli attacchi di Verstappen prima e Norris poi. Tra il 35° giro e la tornata finale, ad esempio, abbassa i suoi tempi di 1’’5, dimostrando una gestione magistrale delle risorse. La MCL35M è l’arma perfetta per difendere la prima posizione, nonostante non sia la vettura più veloce in pista; Daniel, in ogni singolo frangente della corsa, non è stato da meno. Verrebbe da dire bentornato, ma abbiamo il sospetto non sia mai veramente andato via.
LANCE STROLL, 7°: 🏁🏁🏁🏁
L’attacco ai danni di Vettel alla prima di Lesmo, durante la tornata iniziale, rischia di trasformarsi in un clamoroso patatrac tutto verde. Fortunatamente per Lance, ciò non accade e il canadese da quel momento costruisce una corsa convincente, tra le migliori della stagione, dominando alle spalle dei migliori quattro team. Non avrebbe potuto ottenere di più.
SEBASTIAN VETTEL, 12°: 🏁🏁🏁
L’unica nota positiva del fine settimana è la qualifica. Per il resto, non ha grandi colpe: riconquista al via la posizione su Stroll dopo averla persa al sabato, ma è sbattuto fuori prima dal compagno, poi da Ocon e infine toccato da Schumacher. Perdere posizioni, al volante di un Aston Martin, significa faticare enormemente a recuperarle. Figurarsi quando la vettura è danneggiata.
ESTEBAN OCON, 10°: 🏁🏁
Incolore per tutto il fine settimana, Esteban porta a casa un punticino francamente inaspettato. Le telecamere lo inquadrano solo mentre esagera nell’accompagnare fuori Vettel alla Roggia (Leclerc lasciò più spazio ad Hamilton), per il resto latita senza mai mostrarsi più veloce di Alonso.
FERNANDO ALONSO, 8°: 🏁🏁🏁
Le Alpine faticano moltissimo a Monza e Fernando, seppur mai appariscente, non sbaglia nulla, guadagnando qualche posizione in partenza e non perdendone mai. I punti conquistati sono preziosissimi.
CHARLES LECLERC, 4°: 🏁🏁🏁🏁🏁
Magistrale. Nonostante un fine settimana difficile, nonostante una McLaren che vola, nonostante una Power Unit sostituita due volte, nonostante un malessere al sabato, Leclerc ottiene il massimo, sempre, inventandosi una corsa al limite del possibile alla domenica, quando con le unghie e con i denti rimane agganciato al treno dei migliori per tutti e 53 i giri. La Safety Car gli regala un secondo posto che, complice il motore e le gomme che faticano ad entrare in temperatura, è impossibile mantenere; al contrario, le emozioni e l’affetto del pubblico per il monegasco sono inscalfibili.
CARLOS SAINZ, 6°: 🏁🏁🏁
Il botto del sabato mattina toglie fiducia a Carlos, che da quando sul giro secco si è avvicinato a Leclerc (Budapest la prima volta) ha iniziato a sperimentare un certo nervosismo della SF21 che, purtroppo per i ferraristi, è pur sempre diretta discendente della SF1000. Complice il degrado delle medie, Sainz ritrova confidenza solo nel secondo stint di gara, quando le sue prestazioni non si discostano troppo da quelle di Leclerc. Tutto sommato, però, in stagione ha dimostrato di meglio.
PIERRE GASLY, DNF: 🏁🏁🏁
Una qualifica più che sufficiente, una partenza della gara sprint nella quale – come in Bahrain – colpisce il posteriore di Ricciardo, calcolando male spazi comunque sfortunati, e una non-gara che termina subito a causa di un problema ad una sospensione. Avrebbe potuto rimontare fino alla zona punti, ma l’importante è che l’incidente in Curva Granda non abbia avuto alcuna conseguenza, data la potenziale pericolosità.
YUKI TSUNODA, DNF: 🏁🏁
In un fine settimana di casa drammatico per l’Alpha Tauri, Yuki viene portato ai box prima del giro di ricognizione vittima di un problema irrisolvibile. Epilogo triste di un fine settimana complesso, anche se in linea con le recenti prestazioni del giapponese.
ROBERT KUBICA, 14°: 🏁🏁🏁
Se da un lato l’effetto sorpresa è svanito, dall’altro bisogna tenere a mente come Robert paghi ancora un enorme deficit d’esperienza al volante della C41. Non a caso, il miglioramento tra venerdì e sabato è tangibile. Purtroppo, le condizioni per una rimonta non ci sono, e conseguentemente il contatto con Tsunoda durante la gara sprint distrugge qualunque sogno di gloria.
ANTONIO GIOVINAZZI, 13°: 🏁🏁
Eccezionale in qualifica. Eccezionale al sabato. Unico responsabile di un errore pesantissimo alla domenica. Nel tentare di passare Leclerc, Giovinazzi si tuffa a velocità folle nella Roggia, andando lungo e rientrando in pista senza considerare la presenza di Sainz. Ne segue un testacoda, la perdita dell’ala e l’addio a qualunque sogno di giungere a punti, nonostante viaggi – in aria libera – sullo stesso ritmo dei migliori per buona parte del primo stint. Avrebbe potuto giocarsi qualcosa di davvero importante; al contrario, rischia di dover salutare le residue chance per il 2022.
MICK SCHUMACHER, 15°: 🏁🏁🏁
La Haas, sui circuiti a basso carico, fatica ancor più che normalmente. Mick si difende come può, inventandosi un gran giro in qualifica (18° davanti a Kubica), faticando nella gara sprint ma riprendendosi alla grande in quella vera, dove è molto più veloce di Mazepin. Dopo la Safety Car non si capisce con Vettel e lo colpisce, finendo in testacoda dopo qualche curva a causa del tamponamento di Mazepin. Da lì in poi, deve solo arrivare al traguardo.
NIKITA MAZEPIN, DNF: 🏁
Non trova mai il giusto ritmo, se non in partenza al sabato. Per il resto, si nota solo quando maldestramente colpisce Schumacher al restart. Si assume tutte le responsabilità del caso, il che è tutto sommato un passo avanti.
GEORGE RUSSELL, 9°: 🏁🏁🏁
Un’ottima qualifica e un arrivo a punti sembrano, sulla carta, un risultato eccellente per un pilota Williams. In realtà George stecca alla grande in partenza al sabato e in gara ottiene il 9° posto principalmente grazie alla Safety Car. Saper cogliere l’occasione, comunque, non sempre gli era riuscito in passato.
NICOLAS LATIFI, 11°: 🏁🏁🏁
Al contrario del compagno di squadra, paga la Safety Car scivolando fuori dalla zona punti a causa del pit-stop effettuato molto presto. Peccato, perché una partenza eccezionale gli aveva permesso di rimanere senza troppi patemi davanti al compagno, a Vettel e ad Ocon. Meritava molto di più; la crescita, comunque, è tornata ad essere innegabile.
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