Il crudele colpo di scena iniziale, unito a due sorpassi nel primo giro, ha concentrato quasi tutte le emozioni del Gran Premio di Monaco entro i primi tre chilometri di corsa. Il resto lo hanno deciso le soste ai box. La pista monegasca rimane però un sfida unica per piloti e vetture: chi avrà conquistato tutte e cinque le bandiere a scacchi al termine del fine settimana più atteso della stagione?
LEWIS HAMILTON, 7°: 🏁🏁
Un fine settimana storto può accadere a chiunque. Soprattutto ai campioni, siano essi piloti o squadre. Le stradine del Principato hanno palesemente messo in difficoltà la W12, e l’assetto scelto in vista delle qualifiche (pesantemente modificato dopo le terze libere) ha ulteriormente mandato in crisi Hamilton, il quale sostiene di aver suggerito direzioni tecniche differenti nei vari briefing. Fatto sta che, senza mai riuscire a portare correttamente in temperatura gli pneumatici, Lewis ha sofferto enormemente Monaco – come già gli accadde nel 2017 – e tanto in pista quanto nelle dichiarazioni ha lasciato trapelare un nervosismo eccessivo.
VALTTERI BOTTAS, DNF: 🏁🏁🏁🏁
A differenza del compagno di scuderia, Valtteri riesce a gestire meglio la pigrizia in inserimento e le croniche difficoltà nel mandare in temperatura gli pneumatici della W12. La terza posizione al termine delle qualifiche è sorprendente (anche se la rivendicazione di una probabile Pole senza la bandiera rossa appare esagerata), ma dopo pochi giri di corsa si comprende come Bottas difficilmente potesse reggere il passo di Verstappen. L’inconveniente ai box priva il finlandese di un podio meritato (Sainz sarebbe comunque passato davanti dopo le soste), e il fatto che non si sia ancora riusciti a smontare la ruota ha tutte le carte in regola per vincere il premio comico della stagione. Un po’ perché è naturale ridere dei vincenti in difficoltà, un po’ perché è surreale capitino sempre tutte a Valtteri.
P.s. Il team radio in cui l’ingegnere di pista di Bottas, l’imolese Riccardo Musconi, subito dopo il botto di Leclerc descrive l’errore di Charles come conveniente è un pretesto per ricordare un concetto più volte ripetuto da un famoso scrittore italiano. Le parole che utilizziamo, prima di tutto, descrivono noi. Se nel giudizio di Hamilton avessimo scritto ‘ha corso proprio di m****’, non avremmo detto niente della prestazione di Lewis, ma tutto di SENZAF1ATO. Allo stesso modo, Musconi non ha descritto l’incidente di Charles. Ha solo confermato la vera natura della squadra da cui proviene.
MAX VERSTAPPEN, 1°: 🏁🏁🏁🏁🏁
Perfetto. Mai oltre le righe, efficace, preciso, vincente. Non sapremo mai se avrebbe davvero ottenuto la Pole senza bandiera rossa, ma il problema al semiasse di Leclerc gli serve la vittoria su un piatto d’argento, eliminando dalla sua strada un osso duro come il monegasco, con tutta probabilità insuperabile in una corsa normale. L’olandese si fa trovare pronto e domina la corsa sin dalla partenza. Il colpo psicologico assestato ad Hamilton è molto più pesante dell’aver conquistato, per la prima volta in carriera, la testa di un campionato automobilistico.
SERGIO PEREZ, 4°: 🏁🏁🏁
Grazie alla corsa del messicano la Red Bull ha scavalcato, per la prima volta nell’era ibrida (!), lo squadrone Mercedes in classifica Costruttori. Non si possono, quindi, negare i meriti di un pilota capace di sopravanzare tre vetture durante le soste ai box grazie ad un maxi overcut. Al contempo, senza i ritiri di Bottas e Leclerc la situazione non sarebbe stata tanto rosea, a causa delle ormai proverbiali difficoltà in qualifica. È sufficiente schierarsi 9°, a Monaco, al volante di una Red Bull?
LANDO NORRIS, 3°: 🏁🏁🏁🏁🏁
Ormai Lando sorprende in pianta stabile, il che dovrebbe eliminare proprio l’elemento sorpresa dai suoi giudizi. Eppure, a Monaco tutti si aspettavano una McLaren in difficoltà (compresa la squadra). Non certo al livello mostrato da Ricciardo, ma realisticamente in zona Aston Martin/Alpha Tauri. Grazie all’inglese non è andata così. Anzi, è arrivato un podio e un giro di qualifica francamente impressionante.
DANIEL RICCIARDO, 12°: 🏁
Non può essere solo Daniel in un gigantesco pallone. Evidentemente tutta la squadra tecnica papaya non riesce a fornire all’australiano un assetto adeguato alle proprie caratteristiche, che ne esalti nei limiti della vettura i propri punti di forza. Si tratti di frenata, entrata in curva o semplice prevedibilità del pacchetto, vedere Ricciardo ottenere risultati del genere in una pista dove solitamente eccelle è un vero peccato. Oltre che un patrimonio gettato al vento. Tanto lui quanto McLaren, quindi, devono assolutamente trovare una soluzione.
LANCE STROLL, 8°: 🏁🏁🏁
Anonimo per tutto il fine settimana, Lance rimane distante da Vettel in ogni sessione che conta. Pur considerando la stupenda affinità del tedesco con Monaco, la differenza nelle prestazioni non depone minimamente a favore del canadese. Il quale, però, grazie ad una strategia furba e alla presenza di Ocon alle sue spalle conquista un 8° posto insperato ritardando il più possibile il pit-stop. In fondo, un buon modo di difendersi in attesa di prestazioni migliori. Sempre che siano possibili.
SEBASTIAN VETTEL, 5°: 🏁🏁🏁🏁🏁
La AMR21 si sposa finalmente bene con un circuito (saranno le circostanze o una sincera comprensione migliore del pacchetto?), e Sebastian tra le stradine del Principato esplode. Nuovamente confidente e sicuro del retrotreno, Vettel ottiene il massimo in qualifica, per poi saltare Gasly e Hamilton ai box grazie a due giri a gomme usate semplicemente magistrali. La stessa strategia del vittorioso GP 2017. In una zona di classifica congestionata, dovesse confermare uno stato di forma del genere, Seb potrebbe rivelarsi una vera e propria arma in più.
ESTEBAN OCON, 9°: 🏁🏁🏁
Tutto sommato il francese si difende bene all’interno di un fine settimana clamorosamente al di sotto delle attese per la scuderia transalpina. Al via passa Giovinazzi ma subisce al Mirabeu alto il contrattacco esaltante dell’italiano. Lui e la squadra non perdono la pazienza, ripassano di strategia e riescono a difendere la posizione fino alla bandiera a scacchi. Era complesso ottenere di più.
FERNANDO ALONSO, 13°: 🏁
Servirebbe stendere un velo pietoso su delle qualifiche che mal si sposano con l’abituale interpretazione del toboga monegasco da parte dell’asturiano. Il tempo passa e Fernando continua a faticare in qualifica, il che a Monte Carlo punisce molto più che altrove. Occorre voltare pagina velocemente.
CHARLES LECLERC, DNS: 🏁🏁🏁
Al termine della prima tornata in Q3, Charles Leclerc aveva mostrato all’intero mondo del motorsport, se ancora ce ne fosse bisogno, perché ha tutte le carte in regola per scrivere diverse pagine del libro dei campionissimi. Senza aver praticamente girato nelle prime libere, Leclerc ha recuperato immediatamente confidenza con la monoposto, presentandosi ai giri che contavano in forma smagliante. Nessuno saprà se il primo giro sarebbe bastato (anche se è molto probabile), fatto sta che un secondo tentativo non perfetto ha spinto Leclerc a commettere un errore di foga. Comprensibile, vista la posta in palio. Carico di conseguenze, come raccontiamo qui. Ha sempre compiuto balzi in avanti dopo un errore o una delusione. Il GP di Monaco 2021 è stata la più grande della sua carriera: dove arriverà, adesso?
CARLOS SAINZ, 2°: 🏁🏁🏁🏁🏁
Eccellente durante tutto il fine settimana. Non una sbavatura grave, non una ruota fuori posto. In fondo lo hanno separato trentacinque millesimi dalla vittoria, ossia il distacco in qualifica da Verstappen, e probabilmente tra l’alfiere Red Bull, Bottas e Sainz stesso è lo spagnolo chi ha più da recriminare riguardo la bandiera rossa. In gara spinge tanto e quando serve, pressa Bottas e tenta addirittura di attaccare la prima posizione. La mezza delusione dipinta in faccia sul podio mostra tanto della mentalità vincente dell’iberico.
PIERRE GASLY, 6°: 🏁🏁🏁🏁🏁
Il francese arrivava a Monaco convinto di trovarsi davanti un fine settimana deludente. Le difficoltà nelle curve lente palesate a Portimão e Barcellona sono invece sparite, con la AT02 che per un motivo o per l’altro si è ben adattata al toboga monegasco. Tutta questione di pneumatici, si dirà, ma Pierre ci ha messo moltissimo del suo confermandosi un martello tanto in qualifica quanto in gara, dove si è anche tolto la soddisfazione di difendere la posizione da Hamilton per 78 giri.
YUKI TSUNODA, 16°: 🏁🏁
Rimandato, praticamente incommentabile, Yuki capisce veramente pochissimo di Monte Carlo, soprattutto dopo aver sbattuto nelle seconde libere perdendo tempo e giri preziosissimi. Qualifiche e gara si dimostrano un calvario infinito, tutto sommato comprensibile visto che il giapponese non aveva mai messo piede nel Principato.
KIMI RÄIKKÖNEN, 11°: 🏁🏁🏁
Kimi non sfigura tra i muretti claustrofobici della Riviera, soprattutto considerando l’età di cui spesso ci dimentichiamo, forse responsabile della qualifica non brillantissima. In gara, però, il finlandese è al solito veloce e concreto, e senza il tappo Ocon avrebbe potuto conquistare anche lui qualche punto per Alfa Romeo. In fondo ha ancora molto da dire al Circus iridato.
ANTONIO GIOVINAZZI, 10°: 🏁🏁🏁🏁🏁
Il fine settimana di Antonio è eccezionale, tanto che sembra giusto evitare miriadi di commenti e mostrarvi semplicemente lo stupendo sorpasso con il quale l’italiano recupera la posizione su Ocon persa in partenza. Piuttosto, la strategia del muretto Alfa – per l’ennesima volta – lascia seriamente sgomenti. Giovinazzi meritava di finire 8°; si è persa ai box la posizione su Ocon e l’italiano, imbottigliato dietro alla lenta Alpine, è stato invece passato anche da Stroll. Ma come si fa?
MICK SCHUMACHER, 18°: 🏁🏁
Mick non sembra digerire al meglio Monaco per tutto il fine settimana, anche se prima del botto stava facendo segnare tempi migliori del compagno di squadra. I danni subiti dalla numero 47 nelle terze prove libere lo escludono però dalle qualifiche, e Mick tenta subito di riscattarsi passando Mazepin al tornantino con una manovra veramente dura nel primo giro. Il russo lo ripassa ai box complice un problema, e la corsa del tedesco non ha più nulla da dire.
NIKITA MAZEPIN, 17°: 🏁🏁🏁
Non ha mai sbattuto, ed è già una rivincita verso molti piloti da social. Tutto sommato si adatta anche meglio del previsto alla pista, risultando quasi sempre più veloce di Schumi Jr. Gli avversari, però, rimangono lontani, e lui continua a mostrare nervosismo e antipatia alla radio. Corri in F1, ragazzo!
GEORGE RUSSELL, 14°: 🏁🏁🏁
Le prestazioni della FW43B sono preoccupanti e molto, molto deludenti. George può fare poco a riguardo e l’ottenere l’ultimo ingresso in Q2 è in fondo una magra consolazione, data la gara priva del tutto di sorrisi.
NICOLAS LATIFI, 15°: 🏁🏁
Il copione è noto, visti i fatti di Imola. Latifi durante le libere è più veloce di Russell, poi commettere un errore e si perde. Sulle rive del Santerno era accaduto in gara, su quelle del Tirreno in qualifica. A perderci, però, è soltanto lui, perché come pilota, seppur non eccezionale, meriterebbe di essere percepito diversamente.
SENZAF1ATO si unisce alle condoglianze che il mondo del Motorsport sta porgendo alla famiglia di Max Mosley, scomparso oggi a 81 anni. L'impronta dell'avvocato britannico sulla Formula Uno, soprattutto in materia di sicurezza, non verrà mai dimenticata.
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