top of page
  • Immagine del redattoreLuca Ruocco

Il Futuro nelle Lacrime


Cristiano Barni / Shutterstock.com

Le lacrime di Sebastian Vettel sul podio del Gran Premio di Singapore sono, anzitutto, qualcosa di difficilmente pronosticabile alla vigilia. Figlie di una vittoria solo parzialmente dovuta alla strategia. Il pilota tedesco ha infatti stampato un giro di rientro talmente rapido da sopravanzare anche Leclerc, probabilmente andando ben oltre le aspettative del muretto rosso, ed in seguito ha compiuto una serie di sorpassi cinici e chirurgici sulle vetture di centro gruppo che non avevano ancora effettuato la loro sosta. Emblematica la ruotata rifilata a Gasly: come ha ribadito nelle interviste, Seb in quel momento della gara cercava di accumulare un tesoretto di secondi sugli inseguitori tale da compensare un possibile deterioramento delle gomme. Tesoretto poi annullato dalle tre Safety Car, eventualità gestite anch’esse senza il minimo problema.

Capire i motivi delle lacrime di Sebastian è invece molto più complesso rispetto ai perché della vittoria di questo pomeriggio. Anche se c’è qualche possibilità sia così, stento a credere siano esclusivamente frutto della felicità per la vittoria ritrovata, o per aver condotto una gara eccellente e senza sbavature dopo il disastro monzese. Dubito al contempo Sebastian sia talmente contento della prestazione della vettura da commuoversi: di certo la Ferrari, soprattutto in qualifica, a Singapore ha stupito tutti. Il pacchetto si è rivelato formidabile, tanto da innescare la prima vera contesa tra Vettel e Leclerc per una vittoria in questa stagione: il monegasco in gara ha percepito come un torto il sorpasso dopo il cambio gomme del compagno, poi già nelle interviste successive al podio, smaltita la tensione, ha gettato acqua sul fuoco. Charles, oltre ad essere dannatamente veloce, ancora una volta ha dimostrato di essere maturo, desideroso sì di vincere ogni gara senza guardare in faccia nessuno, ma soprattutto intelligente. Da un lato la chiamata di oggi era l’unica possibile per salvaguardare la doppietta, indipendentemente dall’ordine delle due monoposto. Fosse stato fermato prima Charles, probabilmente avrebbe vinto il Gran Premio, ma la vettura numero 5 avrebbe quanto meno terminato dietro la Red Bull di Verstappen. Leclerc non ci ha messo molto a capire tutto ciò. L’altra faccia della medaglia, quella che sicuramente Charles non ha scordato smaltita la concitazione del momento, è che il futuro di Maranello è irrimediabilmente nelle sue mani.

Così torniamo alle lacrime di Sebastian, a cosa potrebbe davvero celarsi dietro all’emozione del tedesco durante l’inno di Mameli. La qualifica di ieri ha celebrato nuovamente la grandezza del suo compagno, che da qui in avanti, a meno di cataclismi, può solo migliorare. Vettel lo sa, lo ha capito. Il monegasco è talmente forte da potersi permettere anche sgarbi, quanto colposi non importa, come quelli della qualifica di Monza. Dopo la batosta di ieri nel primo giro in Q3, ha risposto con una veemenza formidabile, stampando una tornata al limite del possibile. Ed oggi Seb ha agguantato una vittoria meritatissima, sudata e volenterosa, sempre però figlia, anche solo in parte, di una strategia migliore. Non avesse aperto le danze ai box in quell’esatto momento la Red Bull, magari anche solo un giro in più a gomme vecchie avrebbe potuto far accumulare a Leclerc quei pochi decimi di vantaggio di cui aveva bisogno. Ecco che allora nelle lacrime di un grande Sebastian, pianto che sinceramente non mi aspettavo, vedo anche la consapevolezza di un sogno che sta sfumando, inesorabilmente. L’amarezza di questa vittoria, seppur lieve, risiede nello svolgimento di un weekend che, in certi risvolti, ha allontanato ancora di più Seb dalla conquista di quel mondiale in rosso che tanto per lui significa. Le mancate urla di gioia, nonostante un sentito ringraziamento, un sentito “Forza Ferrari, sempre”, qualcosa significheranno.

Mi auguro profondamente di essere stato un po’ esagerato nel notare sul viso di Seb, durante la premiazione, la consapevolezza di un amore forse non totalmente finito, ma sicuramente dalla storia e dalle prospettive radicalmente diverse rispetto a qualche anno fa. Non dimentichiamoci però che quelle lacrime parlano solo parzialmente di futuro: Vettel, e con lui la Ferrari, ha tutto il diritto di godersi una vittoria pienamente meritata, la vittoria non solo di un campione, ma soprattutto di un gentiluomo. Di questo, anche se non rimarrà negli annali, saranno in tanti a ricordarsene. Chapeau, Seb.

1.158 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page