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  • Immagine del redattoreLuca Ruocco

Le Bandiere a Scacchi del GP di Abu Dhabi


Il mondiale si chiude con la corsa più noiosa dell’intera stagione. Un paradosso lungo trecento chilometri, durante il quale i soli ad essere sfidati sono gli spettatori, chiamati a combattere fulminei attacchi di narcolessia. Chi, tra i venti piloti al via, avrà conquistato per l’ultima volta nel 2020 tutte e cinque le bandiere, suscitando qualche minimo spunto di interesse nel tramonto emiratino?


LEWIS HAMILTON, 3°: 🏁🏁 🏁

Ancora in convalescenza dopo la settimana di positività al Covid, il padrone incontrastato di questo mondiale chiude la stagione in sordina. Riesce a difendersi sul giro secco, sfiorando la pole, ma in gara per sua stessa ammissione soffre enormemente la stanchezza. Lo si nota soprattutto negli ultimi giri, quando si limita a difendere (senza grosse difficoltà) il gradino più basso del podio dagli attacchi di Albon.


VALTTERI BOTTAS, 2°: 🏁 🏁 🏁

Qualche giorno di relax totale e, soprattutto, il ritorno di Russell in Williams regalano a Valtteri la serenità necessaria ad affrontare il fine settimana di Abu Dhabi come caposquadra ufficioso. Hamilton dimostra sin dal venerdì di non poter reggere l’intera corsa ai livelli di Verstappen, e così Bottas è chiamato all’impresa sin dalla qualifica. Le W11, depotenziate molto più di quanto ammeta la scuderia per preservare la Power Unit, non sono perfettamente bilanciate; il numero 77 perde l’unica seria occasione di passare Verstappen al via e, complice la strategia forzata dalla VSC, è costretto a gestire senza alcun patema il secondo posto.


CHARLES LECLERC, 13°: 🏁 🏁 🏁

Il fine settimana del Gran Premio di Abu Dhabi è il sunto perfetto di una stagione raggelante per il Cavallino e il suo alfiere di punta, Charles Leclerc. La SF1000 fatica a funzionare per tutte le libere, complice anche una scelta d’assetto disperata per recuperare velocità sul dritto. Le condizioni d’inizio qualifica esaltano brevemente il pacchetto ad altissimo carico prescelto in ottica corsa (Leclerc sfiora il record di giornata nel terzo settore il più tortuoso), ma bastano pochi gradi di differenza nella temperatura del tracciato e Leclerc non riesce ad andare oltre il 9° tempo finale. In gara, tra penalità al via e una partenza non perfetta, il monegasco rimane bloccato dietro a Vettel nello stesso, fortunato momento del giorno prima; arrivato il buio la SF1000 non riesce più a scaldare gli pneumatici e la rimonta di Leclerc si ferma, drammaticamente, negli scarichi dell’Alfa Romeo di Raikkonen.


SEBASTIAN VETTEL, 14°: 🏁 🏁

Nei primi giri della corsa Vettel sembra poter finalmente caricarsi la Scuderia sulle spalle, per un’ultima, struggente corsa, dopo l’ennesima qualifica scoraggiante. La SF1000 ha bisogno di strategie alternative per arrivare a punti (comprensibile anche quella scelta per Leclerc: si fosse fermato durante la neutralizzazione, sarebbe comunque rimasto bloccato alle spalle di Kvyat), e dopo la VSC il numero 5 mostra un ottimo passo. Il problema è che il periodo ‘magico’ dura poco, complice una monoposto sempre meno competitiva, e Vettel nel finale perde velocemente il controllo delle temperature della mescola Medium.


MAX VERSTAPPEN, 1°: 🏁 🏁 🏁 🏁 🏁

Credere che la Red Bull possa combattere ad armi pari nel 2021 con la corazzata Mercedes è quantomeno ottimistico, nonostante sia auspicabile. Esserne convinti dopo la corsa emiratina, invece, è del tutto scorretto. I motori della stella precauzionalmente calmierati hanno giocato un ruolo fondamentale, in concerto con l’assurdità della pista, nel far sì che Verstappen, in particolare in gara, risultasse del tutto imprendibile. Sarebbe ingiusto, al contempo, sottovalutare i meriti di Max: l’olandese è stato perfetto per cinquantacinque tornate, alle quali aggiungere l’ultimo giro di qualifica. L’ennesimo segnale di un campione ormai completo.


ALEXANDER ALBON, 4°: 🏁 🏁 🏁 🏁

Come un liceale impegnato in una notte di studio selvaggio prima della maturità, Albon trova il colpo di reni sognato da tempo all’ultima occasione disponibile. Il thailandese, grazie a un fine settimana finalmente convincente, riesce in un’impresa titanica: rimanere in corsa per il sedile 2021 nonostante le recenti prestazioni di Sergio Perez. Alex fatica solo in qualifica, ma in gara una volta superato Norris rimane sempre vicino alle Mercedes, impedendo agli strateghi della Stella di differenziare le strategie per attaccare Verstappen. Non gli è richiesto nulla di più.


CARLOS SAINZ, 6°: 🏁 🏁 🏁 🏁

Non raggiunge il livello di Norris in qualifica, il che ne pregiudica – relativamente – la corsa, ma in fondo ottiene il massimo traguardo possibile. In gara non si lascia prendere dalla foga quando è chiamato a sorpassare le Ferrari e gestisce senza troppi problemi il ritorno di Ricciardo, facendo velocemente comprendere all’australiano le scarse chance di successo di un eventuale attacco. A fine 2018, appena giunto in McLaren, colpì l’intero staff tecnico per il metodo di lavoro, il feedback tecnico e l’umiltà dimostrata sin dal primo giorno; dopo due anni, i risultati della compagine di Woking parlano da soli. Sarà capace di ripetersi in Ferrari?


LANDO NORRIS, 5°: 🏁 🏁 🏁 🏁 🏁

Come un esperto sarto d’alta moda, Lando cuce in qualifica le ventuno curve di Yas Marina in maniera eccelsa, fermando il cronometro a poco più di due decimi da Verstappen. In gara desiste velocemente al ritorno di Albon, ma una volta liberatosi di Ricciardo deve semplicemente portare la monoposto alla bandiera a scacchi. È soprattutto grazie a lui e al compagno di squadra se la McLaren è riuscita ad agguantare il terzo posto in classifica costruttori: come reagiranno, sia lui che l’ambiente, all’esame Ricciardo?


DANIEL RICCIARDO, 7°: 🏁 🏁 🏁 🏁

Il valore del Daniel pilota lo si nota quando, al sabato, liquida le interviste senza le solite battute. Finire l’ultima qualifica in Renault alle spalle di Ocon è un’onta difficile da sopportare, per l’australiano, che si inventa una corsa ben oltre la perfezione, almeno considerando il materiale a disposizione. Ottiene quanto più possibile vista la posizione di partenza e la strategia alternativa; il giro più veloce è una ciliegina sulla torta che non tutti noteranno. Tra i pochi a farlo ci saranno senza dubbio i tecnici della Losanga, perfettamente consapevoli di quanto rimpiangeranno un talento del genere.


ESTEBAN OCON, 9°: 🏁 🏁 🏁

Il sorpasso ai danni di Stroll, nel finale, è l’unica vera scintilla del fine settimana del francese. Esteban sembra promettere bene sul giro secco ma in realtà fatica almeno quanto il compagno, anche se riesce a precederlo di qualche millesimo di secondo; in gara viene costretto dal muretto a cedergli il passo e, da lì in poi, rimane bloccato dietro a Stroll per il resto della corsa. In questa stagione ha faticato enormemente a trovare continuità: sarà il vero obiettivo del 2021.


PIERRE GASLY, 8°: 🏁 🏁 🏁

In una corsa senza ritiri al vertice era davvero difficile ottenere di più. Forse, qualificandosi in zona Kvyat, Pierre avrebbe potuto insidiare Ricciardo nel finale; la verità è che passa il compagno di squadra al via e, sebbene venga rallentato per diversi giri da Stroll, la gara emiratina rappresenta l’ennesima conferma dell’eccellente stato di forma raggiunto dal francese. Veloce, concreto, vero e proprio leader della scuderia. Quale squadra lo corteggerà per tutto il 2021?


DANIIL KVYAT, 11°: 🏁 🏁 🏁

Una qualifica eccezionale (7°) è il saluto del russo, ignorato dai più, al Circus iridato. Il suo posto andrà con tutta probabilità a Tsunoda e nonostante l’ottimo manager (Nicolas Todt), è difficile che il numero 26 possa tornare in futuro nella massima serie. Troppi alti e bassi, come in fondo dimostra la gara stessa di Abu Dhabi, dove Kvyat ha perso posizioni in partenza pagandone poi il prezzo nella confusione di un doppio stop. Nei piani Red Bull avrebbe dovuto sostituire Vettel per costruire un nuovo ciclo vincente; è un peccato sia riuscito a mostrare il proprio valore solo in rare occasioni.


SERGIO PEREZ, DNF: 🏁 🏁 🏁

Assieme ad Albon, Sergio forma una coppia di candidati al sedile Red Bull che rappresenterà un inedito tormentone dicembrino, almeno nel mondo dei motori. Indipendentemente dall’esito del confronto, Perez non sarà di certo stato contento di terminare a bordo pista la lunghissima avventura in Racing Point. Un team che gli deve tantissimo e al quale il messicano, probabilmente, avrebbe potuto regalare punti fondamentali nella corsa al terzo posto costruttori, oltre a un Gran Premio leggermente più divertente agli annoiatissimi spettatori. Non è accaduto e non resta che domandarsi quando rivedremo in griglia il messicano: a Melbourne 2021 o 2022?


LANCE STROLL, 10°: 🏁 🏁

Il canadese ammette candidamente nelle interviste di non essere mai riuscito ad entrare in sintonia con la monoposto ad Abu Dhabi, dato che la RP20 riusciva a gestire correttamente le coperture solo per qualche giro ad ogni stint. La Power Unit Mercedes non ha di certo aiutato, proprio nel fine settimana decisivo, la scuderia di rosa vestita; al contempo, con Perez KO, Lance avrebbe dovuto raggiungere un livello superiore. Come spesso gli è accaduto nella seconda metà di stagione, non ci è riuscito.


KIMI RÄIKKÖNEN, 12°: 🏁 🏁 🏁 🏁

Primo della (tristissima) pattuglia di motorizzati Ferrari, Kimi ritorna a dimostrare perché, a più di quarant’anni, è ancora tra i migliori a gestire le gomme in una vettura di Formula Uno. Che queste si consumino troppo o si raffreddino (come in questo caso), lui sa tenerle vive, e per tutta la seconda metà della corsa, piuttosto che preoccuparsi di Leclerc, annusa la zona punti distante pochi secondi. In tanti continuano a non comprendere la scelta Alfa Romeo di rinnovare il contratto al finlandese; noi non abbiamo alcuna difficoltà.


ANTONIO GIOVINAZZI, 16°: 🏁 🏁 🏁

Antonio porta a termine un’ottima qualifica, insidiando Vettel, mentre in gara paga una strategia a posteriori meno indovinata, rimanendo in pista durante la VSC. Fatica comprensibilmente a passare Russell vista la poca potenza a disposizione; tutto sommato, però, ha chiuso la stagione in netta crescita.


PIETRO FITTIPALDI, 19°: 🏁 🏁

Un fine settimana complesso, che mette in difficoltà addirittura le Mercedes, non può che diventare impossibile per un esordiente come Pietro Fittipaldi. Durante le prove libere è più vicino a Magnussen, mentre in qualifica e in gara sprofonda con il passare dei giri. Paradossalmente, aveva mostrato di meglio a Sakhir.


KEVIN MAGNUSSEN, 18°: 🏁 🏁 🏁

È sempre triste vedere un pilota competitivo e battagliero salutare il Circus. Kevin lo fa al volante di una monoposto decisamente sottotono, spinta da un motore pessimo, e solo durante il primo giro riesce a battagliare con gli avversari. Lo aspetta l’America e un futuro denso di una sensazione dimenticata da tempo: il sapore dello champagne mentre si festeggia su un podio. Buona fortuna!


GEORGE RUSSELL, 15°: 🏁 🏁 🏁

Avrebbe sicuramente preferito guidare una Mercedes, anche se difficilmente sarebbe stato capace di contrastare Verstappen. Al volante di un Williams ritorna lontano dalle telecamere, che lo inquadrano solo quando infastidisce per qualche giro Leclerc. La FW43 a Yas Marina soffre enormemente, e lui poteva ottenere davvero poco di più.


NICOLAS LATIFI, 17°: 🏁

Chiude la stagione davanti alle Haas, è vero, ma dopo un fine settimana in netta difficoltà, soprattutto in qualifica quando perde il controllo della vettura mentre s’invola per il giro lanciato. Un errore che macchia una stagione umile e in lenta crescita, seppur costante. Saprà migliorarsi nel 2021?

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