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  • Immagine del redattoreLuca Ruocco

Le Bandiere a Scacchi del Gran Premio degli Emirati Arabi Uniti


LiveSportPhoto.it / Shutterstock.com

Il mondiale 2019 finisce esattamente com’era iniziato: il dominio Mercedes ad Abu Dhabi è assoluto, incontrastato ed al limite dello sconcertante, almeno per gli avversari. Se la corsa in testa non ha storia, a centro gruppo si sviluppa uno dei GP più interessanti del campionato. Scoprite qui di seguito quante Bandiere a Scacchi, delle 5 disponibili, hanno conquistato i piloti nell’ultimo round stagionale.


LEWIS HAMILTON, 1°: 🏁 🏁 🏁 🏁 🏁

La gara di Lewis sembra una passeggiata dai contorni horror per chiunque voglia sfidarlo la prossima stagione. Non sapremo mai se in Mercedes hanno concesso all’inglese piena potenza per l’ultima corsa o se la W10 ha trovato a Yas Marina terreno perfetto per esaltare le proprie doti: probabilmente sarà un mix delle due cose. Oltre al giro veloce conquistato con gomme Hard ed usurate, l’immagine più emblematica della superiorità messa in mostra dal binomio Hamilton-Mercedes ad Abu Dhabi si può incontrare nella calma con la quale l’inglese approccia la pericolosa uscita dei box sotterranea. Rallenta nel finale, diminuendo i distacchi altrimenti ciclistici dei suoi avversari. Cannibale nel ritmo quanto in qualifica, prenota la corona anche per il 2020. Sarà tanto, tanto difficile battere una macchina da guerra del genere.


VALTTERI BOTTAS, 4°: 🏁 🏁 🏁 🏁

Nonostante il motore nuovo di pacca – che come accaduto a Leclerc tra Brasile ed Abu Dhabi in realtà non regala un enorme vantaggio -, Valtteri fatica leggermente rispetto al compagno di squadra sin dalle qualifiche. Per carità, compie dall’ultimo posto in griglia una rimonta incisiva e quasi agguanta il terzo posto, terminando ad un soffio dalla Ferrari numero 16. I problemi tecnici al DRS ne castrano il recupero ad inizio gara, e lo costringono ad inventarsi sorpassi più sudati e creativi (come quello alla chicane su Stroll). Abu Dhabi, insomma, finisce per essere la fotografia della sua stagione: ottima, volitiva, in grande crescita, ma globalmente al di sotto del livello di Hamilton. Sempre ammesso che l’inglese sia umanamente raggiungibile.


SEBASTIAN VETTEL, 5°: 🏁 🏁 🏁

Sebastian vive ad Abu Dhabi un weekend abbastanza difficile sin dalle qualifiche. Non lontano dal compagno in quanto a velocità pura, rimane penalizzato solo leggermente meno di Charles dalla confusione di fine Q3, non riuscendo a preparare correttamente il proprio ultimo tentativo. La sua corsa è invece specchio, come lui stesso ammette, di una stagione molto difficile e compromessa – aggiungiamo noi – da una monoposto non all’altezza, in particolare su piste come quella mediorientale. Parte con le soft perché solo sorprese strategiche possono sopperire ad un passo che si sa già inferiore, non ha l’aiuto del DRS nei primi giri per attaccare Verstappen, e la sua corsa risulta compromessa quando i meccanici deputati al cambio gomme del lato sinistro della sua vettura, presi in contropiede da un posizionamento leggermente asimmetrico del tedesco, non riescono a fissare correttamente le ruote. Scalzato da Bottas, si ferma una seconda volta ai box e riesce ad acciuffare il 5° posto ai danni di Albon con un ottimo stint finale. Ha tutti i mezzi per puntare ad un 2020 molto, ma molto migliore.


CHARLES LECLERC, 3°: 🏁 🏁 🏁 🏁

Di più, oggettivamente, non può fare. Sfrutta al meglio durante il primo giro la velocità sul dritto della SF90, scavalcando Verstappen e rimediando così al mancato ultimo tentativo in Q3. Perde progressivamente terreno nei confronti di Hamilton, e quando Verstappen accumula abbastanza vantaggio sui piloti di centro gruppo per tentare l’undercut il muretto è costretto a richiamarlo ai box per montare gomme Hard. La realtà è che la monoposto non ha minimamente passo a Yas Marina, così Charles non riesce a difendersi in seguito dal rientrante Max (impietosa la scodata che inibisce il contrattacco del monegasco dopo aver subito il sorpasso) ed è costretto ad un secondo stop per difendere il terzo posto da Bottas (ottima chiamata, per quanto sintomo di gestione gomme da migliorare). In fondo, andare a podio con un distacco tale nel ritmo gara può essere soddisfacente, almeno dal punto di vista di un’inferiorità conclamata. Punto di vista da abbandonare nel 2020.


MAX VERSTAPPEN, 2°: 🏁 🏁 🏁 🏁

L’olandese nelle interviste del dopo-gara sembra quasi rassegnato. C’è da capirlo: dopo la prestazione monstre del Brasile, ritrovarsi a combattere contro una Mercedes imbattibile a Yas Marina deve essere quanto meno frustrante. In particolare se l’obiettivo era quello di finire il mondiale sulla cresta dell’onda. Max rimane però eccezionale nella guida: è l’unico capace di mettere in crisi le abilità difensive di Leclerc, ed in fondo senza di lui la Red Bull ha un passo peggiore delle Ferrari. Siamo proprio sicuri siano la terza forza?


ALEXANDER ALBON, 6°: 🏁 🏁

Le attenuanti, prima o poi, dovranno pur finire. Soprattutto per il bene dello stesso Alex, che difatti si dichiara deluso dalla sua corsa. È vero, il peggior Albon in Red Bull rimane comunque ben al di sopra del centro gruppo a parte imprevisti – cosa che non sempre riusciva a Gasly -, però il thailandese fa veramente fatica nei confronti di Verstappen per tutto il fine settimana, senza mai riuscire ad estrarre il vero potenziale della RB15. Magari la monoposto anglo-austriaca non vale quanto messo in mostra dal 33, ma almeno sembra avesse le possibilità di scavalcare le SF90 a Yas Marina, in particolare nel ritmo gara. Nel 2020 servirà un po’ di più, in particolare per difendere come si deve il caposquadra nella rincorsa al mondiale.


DANIEL RICCIARDO, 11°: 🏁 🏁

Chiude una stagione deludente – quasi mai per colpa sua – con una prestazione un po’ al di sotto delle sue possibilità, in particolare considerando il distacco che ultimamente era capace di impartire al compagno di squadra. Rimane invece quasi tutta la corsa in fondo al gruppetto di McLaren e Renault, sembra non trovarsi a suo agio con la RS19 come in qualifica ed una volta sostituite le coperture nuovamente verso fine gara, nonostante queste fossero più fresche di quelle di Sainz, non riesce a superare lo spagnolo bloccato da Hülkenberg in crisi di gomme. L’abbiamo ripetuto in quasi tutte le altre Bandiere a Scacchi, lo facciamo anche nelle ultime stagionali: merita una Renault infinitamente migliore.


NICO HÜLKENBERG, 12°: 🏁 🏁 🏁

Fortunatamente Nico chiude la propria carriera in F1 – non ufficialmente, ma sembra complesso possa tornare nel 2021 – con una prestazione gagliarda e convincente. Al di là del risultato, condizionato da una strategia col senno di poi penalizzante, dato che viene passato da Sainz e Ricciardo solo durante l’ultima tornata dopo aver resistito per qualche giro. Rimane comunque veloce per tutto il fine settimana, e di sicuro lo rimpiangeranno in molti nel paddock durante la prossima stagione: non è semplice, ad esempio, trovare piloti le cui dichiarazioni riescano a smarcarsi dalla media dei classici commenti post o pre-gara. In fondo, la sua carriera avrebbe meritato qualcosa in più.


KEVIN MAGNUSSEN, 14°: 🏁 🏁

Finalmente è finita! La stagione da incubo della Haas vive ad Abu Dhabi l’ennesimo capitolo dalla trama ormai scontata: una qualifica più o meno accettabile, magari al di sotto dei picchi stagionali ma in media con le prestazioni del danese, ed una corsa inesorabilmente in caduta libera. L’unico momento interessante del weekend di Kevin sono le sue dichiarazioni del giovedì, quando fa capire come la scuderia si sia persa nella prima metà stagionale, intestardendosi nell’incolpare le Pirelli riguardo problemi legati in realtà ad instabilità aerodinamiche. Comunque, siamo certi questa sia la pausa invernale più agognata in carriera, sperando in un 2020 all’altezza della scorsa stagione.


ROMAIN GROSJEAN, 15°: 🏁 🏁

Non ne va davvero bene una, al povero Romain, in questa stregata stagione. A Yas Marina sembra volare, interpretando al meglio la Haas dotata delle migliori specifiche (trovate dopo mesi di empiriche combinazioni). La collisione con Bottas durante le prove libere 2, della quale è totalmente incolpevole, lo priva del fondo maggiormente prestazionale a disposizione, ed è costretto così a qualifiche e gara condotte nelle posizioni di rincalzo. Insomma, un weekend dalle ottime premesse terminato in maniera deludente. Il perfetto riassunto di una stagione da dimenticare al più presto.


CARLOS SAINZ JR, 10°: 🏁 🏁 🏁 🏁

Una stagione da incorniciare conclusasi con un finale al cardiopalma. Carlos è protagonista principale dello spettacolo offerto a centro gruppo in quel di Yas Marina. In realtà, rispetto al solito, non brilla particolarmente: dietro a Norris e Ricciardo in qualifica, dopo il valzer dei pit-stop stabilizza la sua posizione alle spalle di Hülkenberg, difendendo la virtuale 10° piazza, foriera del tanto agognato punticino iridato, obbiettivo minimo di Sainz per ottenere un clamoroso 6° posto in classifica Piloti. Quando Perez però rimonta nel finale, la McLaren ordina l’impresa al numero 55: gomme nuove, si rientra 13° in pista e serve recuperare una ventina di secondi sulla Renault 27 in 13 giri. Sembra impossibile, soprattutto quando passato Raikkonen, l’ingegnere di pista comunica il distacco allo spagnolo: 11 secondi a 9 giri dal termine. Carlos non si scoraggia, continua a guadagnare e con una staccata poderosa al termine dell’ultimo rettifilo, durante l’ultimo giro, passa il tedesco della Renault. Completa così un’impresa notevole, perfetto specchio di una stagione da numero 1. Non solo a centro gruppo. Bravo!


LANDO NORRIS, 8°: 🏁 🏁 🏁 🏁

Dopo il GP del Brasile invocavamo prestazioni più convincenti da parte di Lando: detto, fatto. Migliore degli altri in qualifica, cattivo quanto serve su Sainz al primo giro, pur penalizzato da una strategia peggiore rispetto agli esclusi dal Q3 (le assurdità del regolamento…), gestisce alla grande coperture e ritmo, risultando sempre il migliore tra i piloti di centro gruppo. Fino a quando non viene raggiunto da uno strabiliante Perez, al quale però risponde con una difesa della posizione fredda ed efficace. Lascia proprio all’ultima occasione disponibile, purtroppo, una piccolissima porta aperta: Checo ci si infila senza pietà, mostrando che Lando ha ancora qualcosa da imparare. Peccato davvero, perché con gomme molto più consumate non aveva mai permesso un vero attacco. Chiude in crescita.


SERGIO PEREZ, 7°: 🏁 🏁 🏁 🏁 🏁

Quando serve gestire le Pirelli, chiama Sergio. Non è lo slogan di un gommista con poca fantasia, è invece il riassunto in una frase dell’ennesima dimostrazione di talento esibita da Perez ad Abu Dhabi. Parte 11°, migliore tra gli esclusi in Q2, e sfrutta al meglio il vantaggio strategico di partire con gomme più dure (le Medie). Passa alle Hard al pit-stop, e rimonta instancabilmente fino ad agguantare l’ottava piazza grazie alla minore vita delle stesse. Arrivato nei dintorni di Norris non ha più un grande vantaggio, e sembra non poter trovare la via del sorpasso. Se non che, all’ultima tornata, si inventa un sorpasso da cinetica all’esterno della tripla chicane, chiudendo la stagione da primo degli altri. In radio dice ai suoi che si divertiranno durante il prossimo campionato. Non possiamo che credergli: la prima annata della storia Racing Point non poteva che essere di transizione. Ora si comincia a fare sul serio.


LANCE STROLL, NC: 🏁 🏁

Proprio quando sembra aver risolto i problemi che in qualifica lo hanno afflitto per quasi tutto l’anno, fermando il cronometro a meno di un decimo da Perez, Lance pasticcia con la specialità della casa: le partenze. Se negli scatti al via aveva recuperato spesso diverse posizioni, questa volta lo inganna l’aria sporca del centro gruppo, il che finisce per fargli tamponare l’incolpevole Gasly. L’errore ha oggettivamente conseguenze maggiori rispetto alla sua gravità, sia per lui che per il francese. Fatica poi fino al ritiro. Dispiace non abbia chiuso conquistando qualche punto, avrebbe potuto guardare con maggiore fiducia al 2020. Magari, con una nuova monoposto, tornerà a dimostrare quanto messo in mostra in F3 con Prema.


KIMI RÄIKKÖNEN, 13°: 🏁 🏁 🏁

Non deve essere stato semplice, tanto per lui quanto per gli uomini Alfa, scoprire che le prestazioni del Brasile sono rimaste in Sudamerica. L’Alfa in gara è superiore alle sole Williams ed Haas, ed infatti Kimi termina davanti a tutte le altre 5 vetture del gruppo ed a Gasly e Stroll, coinvolti in un incidente al via. In qualche fase della corsa non è lontanissimo dalla zona punti, obbiettivo realisticamente oltre la portata della C38. Il finlandese comunque non sfigura, e si difende con coraggio da Sainz, rendendo difficile il sorpasso dello spagnolo. Insomma, rimane sempre una garanzia. Lo sarà senza dubbio anche nel 2020.


ANTONIO GIOVINAZZI, 16°: 🏁 🏁

Antonio soffre più di Raikkonen l’Alfa tornata ai livelli di Austin, in particolare nel ritmo gara, perché ormai – come effettivamente accaduto a Yas Marina – in qualifica si piazza quasi sempre davanti a Kimi. Il passo è tanto negativo da relegarlo, dopo lo stop, dietro a Kubica, con il quale si aggancia nel tentativo di sorpasso, rovinando la sua aerodinamica e perdendo ogni occasione di migliorare la sua corsa grazie alle Hard montate da poco. Sostiene che i test di martedì e mercoledì saranno fondamentali per preparare al meglio la prossima stagione, capendo quanto non ha funzionato in questa. Auguriamo a lui e ad Alfa Romeo di riuscire nell’intento.


DANIIL KVYAT, 9°: 🏁 🏁 🏁 🏁

Il russo conduce una corsa quasi nascosto, lontano dai riflettori. Parte con gomme Medie, in seguito passa alle Hard ricalcando la strategia di Perez, che gli sta davanti. Zitto zitto, infatti, giunge appena dietro Norris, a pochissimi secondi dal messicano, senza riuscire nell’impresa di passare la McLaren nell’ultimo settore dell’ultimo giro. Conclude così 9°, senza agguantare quegli 8 punti necessari ad agganciare la Renault tra i Costruttori al 5°posto, ma di certo tira fuori quanto possibile dalla sua STR14. Bravo infine a regalare al nome Toro Rosso gli ultimi punti della sua storia.


PIERRE GASLY, 18°: 🏁 🏁 🏁

Si può giudicare il fine settimana di Pierre dalla sola qualifica, dove tira fuori un convincente 12° posto, ritagliandosi la possibilità di una corsa in prospettiva ai piani alti (vedi Perez). La sua gara finisce invece alla prima curva, quando tamponato da Stroll tocca il retrotreno dello stesso Perez, perdendo in un colpo solo tutta l’ala anteriore. Il contatto, sfortunato nella dinamica e nel risultato, si rivela tragico quando i meccanici faticano incredibilmente nel montargli una nuova ala. Da lì in poi la sua corsa perde di senso, tanto da vederlo nel finale a sandwich tra le Williams a causa del distacco accumulato ai box. Meritava un finale di stagione migliore, ma in fondo sono incidenti che possono accadere al via di un GP.


GEORGE RUSSELL, 17°: 🏁 🏁 🏁

Chiude 21-0 il confronto in qualifica con Kubica. Siccome noi riteniamo Robert ancora competitivo, il dato mostra la pasta di quello che, è bene ricordarlo, risulta essere il cavallo su cui Mercedes punta nel medio-lungo termine. In gara fa quel che può, chiudendo finalmente una stagione lunghissima e monotona nel suo essere senza obbiettivi ne prospettive, se non l’attesa dell’anno venturo.


ROBERT KUBICA, 19°: 🏁 🏁

La corsa ricorda tante altre in questo campionato. Un po’ indietro in qualifica, in gara Robert recupera in particolare in partenza, trovandosi però a poter lottare con il solo compagno di squadra. Cessate le ostilità a favore di George (Robert lamenta un contatto non pulitissimo), il polacco viaggia al proprio ritmo, nei limiti di una vettura tragica. La situazione peggiora quando perde componenti della carrozzeria nel contatto con Giovinazzi. Tutto sommato, però, pur rischiando di essere ormai banali, ricordiamo come la lezione di Robert vada ben al di là dei risultati ottenuti nel 2019, assumendo i panni di una storia che sarà ricordata per lungo tempo in F1.


Con le Bandiere a Scacchi di Abu Dhabi si chiudono i pezzi delle rubriche a cadenza “fissa” di SENZAF1ATO per la stagione 2019. Ringraziamo con tutto il cuore chi ci ha letto prima e dopo i GP di questa seconda parte di stagione, chi ha lasciato un commento, una critica, un pensiero o un semplice “mi piace”. Così, mentre cogliamo l’occasione per augurarvi Buon Natale, vi suggeriamo di tenere caldi i motori: i test 2020 sono dietro l’angolo!

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