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  • Immagine del redattoreLuca Ruocco

Le Bandiere a Scacchi del Gran Premio dell'Eifel





Il ritorno del Nürburgring, una pista tanto selettiva quanto ricca di storia, non ha tradito le attese. Un fine settimana di gara tra i più interessanti della stagione ha visto infrangersi record storici, chiudersi capitoli iridati ed esaudirsi sogni inseguiti a lungo. Quante bandiere a scacchi, tra le cinque disponibili, avrà conquistato ogni pilota protagonista del Gran Premio tedesco?

LEWIS HAMILTON, 1°: 🏁 🏁 🏁 🏁 🏁

Se mai doveste spiegare come e perché Lewis Hamilton sia arrivato ad eguagliare il record di vittorie di Michael Schumacher, potreste prendere spunto senza problemi dal Gran Premio dell’Eifel. Da un lato avreste vita facile nel dimostrare il ruolo del missile a disposizione dell’inglese, dall’altro godreste di un esempio magistrale delle capacità del sei volte iridato. In relativa difficoltà al sabato, Lewis ha provato a soffiare il primo posto a Bottas in partenza, non riuscendo però nell’impresa. L’inglese non ha perso la pazienza e, giro dopo giro, forte di coperture meglio gestite, ha aumentato la pressione sul compagno di squadra, riuscendo ad indurlo ad un clamoroso spiattellamento. Lesto nel superare Valtteri all’esterno, da quel momento in poi Hamilton ha semplicemente controllato la gara, coprendo con facilità disarmante ogni aumento di ritmo di Verstappen. Il tutto a dimostrazione di uno spietato istinto a cogliere ogni occasione donatagli dal destino: non si vincono novantuno Gran Premi per caso.


VALTTERI BOTTAS, DNF: 🏁 🏁 🏁

Per dieci, dolcissimi giri, Valtteri Bottas deve davvero aver creduto nel titolo iridato. Lo avevamo scritto dopo la Russia: il finlandese doveva mantenere alta la pressione su Hamilton. Schierarsi in prima posizione in griglia, gestire bene le partenze e scappare via in corsa. Solo così, sperando in una rottura per Lewis, Bottas poteva coltivare serie speranze iridate. Al Nürburgring ci stava riuscendo perfettamente. Purtroppo, però, il graining, la pioggia, il destino o la semplice pressione hanno giocato un brutto scherzo a Valtteri, autore di un lungo spettacolare al tornantino. Gomma spiattellata, corsa compromessa e mondiale di nuovo lontano. La rottura della MGU-H ha solo amplificato rimpianti e amaro in bocca di un pilota sognatore, che ha il merito di averci creduto.


CHARLES LECLERC, 7°: 🏁 🏁 🏁 🏁 🏁

Il primo stint di gara, con Leclerc in netta difficoltà sulle Soft, è la rappresentazione impietosa della stagione 2020 Ferrari. La Rossa che funge da tappo nei confronti di McLaren, Racing Point e Renault. Pensare che i piccoli aggiornamenti portati al Nürburgring avevano anche raggiunto il loro scopo, ossia certificare la corretta correlazione tra simulazioni e pista e, soprattutto, aumentare la confidenza dei piloti. Leclerc non si è fatto pregare e ha estratto ogni goccia di prestazione in qualifica, chiudendo quarto, mentre in gara montate le Medie ha recuperato bene posizioni e, senza la Safety Car, avrebbe chiuso sesto. Lontano da Sainz ma tranquillamente davanti alle Alpha Tauri, ossia il massimo che si può pretendere, ad oggi, dalla SF1000. Charles è l’unica fiammella nella notte Rossa.


SEBASTIAN VETTEL, 11°: 🏁

La SF1000 è una monoposto inadeguata alla storia Ferrari. Il fatto è assodato. Ciò detto, le prestazioni di Vettel virano sempre più verso l’inaccettabile. Lasciando perdere la pantomima della separazione, le accuse di scarso impegno o quelle ignobili di sabotaggio, non è semplicemente comprensibile come il tedesco non riesca ad avvicinarsi minimamente alle prestazioni di Leclerc, cosa che invece accadeva spesso nel 2019. Non regge neanche la scusa di correre nel traffico, perché il numero 16 saltava Alfa, Haas e Alpha Tauri come birilli a metà gara. Sebastian, invece, prima rimaneva bloccato dietro Giovinazzi, poi finiva in testacoda e nel finale non riusciva nuovamente ad avvicinarsi all’Alfa numero 99. Meriterebbe di ostruire il compagno mentre si giocano le stesse posizioni, e non quando il monegasco lo incalza con un pit-stop sulle spalle in più.


MAX VERSTAPPEN, 2°: 🏁 🏁 🏁 🏁 🏁

Ancora un secondo posto, ancora un fine settimana senza l’ombra di un errore. Diventa davvero difficile trovare qualcosa in più grazie al quale giustificare l'ennesimo fine settimana a pieni voti. Finiamo a ripeterci. Se Leclerc riesce molto spesso a guidare sopra i difetti della monoposto, abbiamo la certezza che l’avverbio cambi in sempre per Max. Il che, purtroppo, spegne sul nascere sogni di una Red Bull da mondiale nel 2021. A casa di Schumi, però, ad assomigliare più di tutti al Kaiser è proprio l’olandese.


ALEXANDER ALBON, DNF: 🏁

La situazione comincia a diventare davvero critica per Alexander. Non parliamo della qualifica, perché il distacco con Leclerc è irrisorio. Non parliamo nemmeno della posizione persa in partenza in favore di Ricciardo, un pilota in stato di grazia. Parliamo piuttosto del distacco da Verstappen, del bloccaggio alla terza curva che ha costretto Red Bull all’ennesimo, disperato pit-stop anticipatissimo per la vettura numero 23. Il terzo in stagione. Il passo prima del ritiro non era male, anche se la chiusura su Kvyat meritava forse una punizione più dura di soli cinque secondi di penalità; banalmente Albon non riesce ad inanellare una striscia di prestazioni convincenti. Il che rende veramente complesso immaginarlo ancora in Red Bull nel 2021.


CARLOS SAINZ, 5°: 🏁 🏁 🏁

Prima o poi Carlos doveva pagare lo scotto del passaggio in Ferrari. I tecnici McLaren, dopo la cancellazione delle libere del venerdì, hanno comprensibilmente deciso di incamerare più dati possibili sul pacchetto di aggiornamenti portato in Germania nonostante non fosse possibile correggere di conseguenza l’assetto. La monoposto prescelta è stata quella di Sainz, il quale ha dovuto combattere per tutte le sessioni con una vettura instabile, difficile da portare al limite e mai al passo della vecchia versione affidata a Norris. Anche questo è il lavoro di un pilota, e lo spagnolo non ha commesso alcun errore, approfittando delle magagne altrui e salvando il bottino di giornata per gli uomini in arancione.


LANDO NORRIS, DNF: 🏁 🏁 🏁

Sfrutta la monoposto meglio assettata in qualifica, conquistando un più che sufficiente 8° posto, mentre in gara lotta con Perez per tutto il primo stint, fino a quando un sensore non inizia a mandare in panne la Power Unit. Da lì in poi, fino al ritiro, per Norris la lotta è impari, ed infatti l’inglese perde inesorabilmente terreno. Lui, comunque, non sbaglia nulla e rappresenta da tempo una solida realtà del Circus.


DANIEL RICCIARDO, 3°: 🏁 🏁 🏁 🏁 🏁

Sontuoso. Potrebbe finire qui il giudizio della corsa di Ricciardo. Il pilota australiano continua prepotentemente a scalare la classifica piloti, nella quale è secondo – meritatamente – solo a Hamilton, Bottas e Verstappen. Riportare la Renault sul podio è il perfetto coronamento di un matrimonio destinato sì a finire, ma che sta concludendosi positivamente anche grazie all’intelligenza di un ragazzo che non è solo sorrisi, e che sta mostrando assieme al team di Enstone una professionalità sconosciuta nell'intero box Ferrari numero 5, ad esempio. La pazienza nel sorpasso su Leclerc, il ritmo gara e la ripartenza perfetta sono solo alcune delle perle di una domenica scintillante. Arriveranno altre soddisfazioni per un campione del genere.


ESTEBAN OCON, DNF: 🏁 🏁 🏁

Il ritiro di Ocon è un vero peccato. Al Nürburgring Esteban stava correndo davvero bene, nonostante una partenza al di sotto delle speranze del francese, in qualifica vicinissimo a Ricciardo. Evidentemente non era destino, il che è un peccato sia per la crescita di Ocon stesso (lenta ma costante) sia, soprattutto, per le speranze Renault di un terzo posto in classifica Costruttori.


PIERRE GASLY, 6°: 🏁 🏁 🏁

Il pregio principale della stagione 2020 di Pierre, al di là della vittoria di Monza, è l’incredibile consistenza che il pilota francese ha mostrato e continua a mostrare. La corsa del Nürburgring ne è stato perfetto esempio. Costretto alla sesta fila da una vettura in difficoltà al sabato, Gasly si è rimboccato le maniche e con una gara attenta, veloce e concreta ha conquistato il settimo posto virtuale. La Safety Car gli ha regalato l’occasione di guadagnare un’ulteriore posizione e lui, dotato di Soft a differenza di Grosjean e Leclerc, ha effettuato i sorpassi necessari senza alcun problema. Ottenere il massimo dal pacchetto a disposizione, questa è la specialità della casa: l’esatto contrario di quanto riesce ad Albon in Red Bull. Vero, Dottor Marko?


DANIIL KVYAT, 15°: 🏁 🏁

Ultimo dei classificati, il povero Daniil nel finale non riesce neanche a superare la Williams di Latifi. Troppi i danni sulla sua AT01 dopo il contatto con Albon a nemmeno un terzo di gara, nel quale la monoposto bianca perde l’ala e Kvyat un intero giro della sua, fino a quel momento, ordinaria ma promettente corsa. Il contatto è pura responsabilità del thailandese, eppure scaturisce da un lungo a gomme fredde (causa Virtual Safety Car) del russo stesso. A centro gruppo si paga ogni singolo errore.


SERGIO PEREZ, 4°: 🏁 🏁 🏁 🏁

Il messicano scontaa principalmente la qualifica, e non come sostiene la Safety Car, nel podio mancato di un pelo. Partire nono, con il pacchetto evoluto ancora non ottimizzato, è il vero cruccio di un fine settimana altrimenti ad altissimo livello. Sergio lo sa, esattamente come non gli sfuggono le prestazioni fantasmagoriche della RP20, a tratti la seconda migliore vettura in pista: quando i tecnici riusciranno a tirare fuori tutti i decimi previsti dalle novità introdotte al Mugello, il podio potrebbe arrivare puramente per merito. A salirci, scommettiamo senza tanti timori, sarà proprio il messicano.


NICO HÜLKENBERG, 8°: 🏁 🏁 🏁 🏁 🏁

Chiamato a sostituire Stroll il sabato mattina, il tedesco salta anche le terze prove libere. Si ritrova in Q1 a guidare una monoposto profondamente evoluta rispetto alla Gran Bretagna, su una pista freddissima riguardo la quale nessun team è riuscito seriamente ad ottimizzare l’assetto. Come reagisce Nico? Si qualifica ultimo (ma a soli quattro decimi dal Q2), in gara è attento in partenza e sempre più veloce nel ritmo. Non sbaglia nulla, supera chi è meno veloce di lui e nel finale deve arrendersi solo a un Leclerc in stato di grazia, altrimenti avrebbe regalato ancora più punti alla scuderia di Silverstone. Stefano Domenicali vuole lasciare subito il segno? Convinca Red Bull ad ingaggiarlo per il 2021. Aiuterebbe, e di molto, lo spettacolo al vertice.


KIMI RÄIKKÖNEN, 12°: 🏁 🏁

Il contatto con Russell è colpa sua, per carità. Forse non meritava una punizione tanto severa ma in fondo la Safety Car ha annullato gran parte dello svantaggio. Quanto rende speciale la corsa di Kimi, da ieri recordman assoluto di presenze in Formula Uno, è il passo mostrato nonostante evidenti danni alla vettura. Uguale identico a quello di Vettel davanti a lui. Senza una qualifica tanto disastrosa avrebbe insediato Gasly e Leclerc in zona punti. Chi legge i dati in Alfa se ne sarà accorto, ringraziando ai piani alti per la probabilissima firma sul contratto 2021.


ANTONIO GIOVINAZZI, 10°: 🏁 🏁 🏁 🏁

Finalmente Antonio concretizza l’ennesima partenza spettacolare. Ha davvero un dono il pugliese, in merito allo scatto da fermo e al posizionamento durante la prima tornata. Per il resto contiene senza problemi Vettel, imposta un ritmo competitivo e sfrutta ogni occasione fino alla Safety Car. L’unica pecca della sua gara è non aver passato Grosjean nel finale nonostante il doppio vantaggio di mescola. Sono, però, dettagli. Bravo!


ROMAIN GROSJEAN, 9°: 🏁 🏁 🏁 🏁

Una stupenda rivincita nei confronti della ridda di odiatori che perseguita, soprattutto sui social, il sottovalutato Romain. Magari non meriterà un sedile per il 2021, magari ha sprecato troppe occasioni in carriera, ma giornate del genere mostrano un talento cristallino sepolto da troppi errori. Ferito a una mano da un sassolino, Grosjean mantiene un buon ritmo per tutta la corsa, tale da consentire agli strateghi Haas una vera e propria scommessa in regime di Safety Car: lasciarlo in pista con gomme Hard. Dietro di lui, un branco di monoposto dotate di mescola morbida. Il francese non fa una piega, desistendo solo a Gasly e Hülkenberg. Il premio? Due punti dolcissimi, soprattutto per la Haas.


KEVIN MAGNUSSEN, 13°: 🏁 🏁

La scelta di non cambiare coperture in regime di Safety Car non paga per Kevin, al contrario di quanto accaduto a Grosjean. Colpa di una corsa più difficile per il danese, globalmente meno competitivo del compagno di squadra. Ha classe quando evita con un sorriso qualunque imbeccata dei giornalisti riguardo il duro sorpasso di Vettel ai suoi danni. Inizia a sentire il peso del mercato?


GEORGE RUSSELL, DNF: 🏁 🏁

La maledizione dei punti continua. Forse una corsa tanto pazza lo avrebbe aiutato, forse no. Fatto sta che la Williams sta perdendo colpi, lui no, ma il tutto termina prima del previsto a causa del contatto con Raikkonen. Arriveranno i risultati, serve solo portare pazienza.


NICOLAS LATIFI, 14°: 🏁 🏁

L’unica nota positiva del fine settimana di Nicolas è aver resistito a Kvyat nel finale. Per il resto, tante difficoltà nell’adattarsi a condizioni sfidanti anche per i migliori della classe. Pur senza grandi prestazioni, farlo senza errori è un piccolo traguardo.

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