Il ritorno di Imola, al di là della gioia dei piloti dopo i giri di qualifica del sabato, regala una corsa tesa e ricca di colpi di scena. La difficoltà nel portare a termine i sorpassi premia strategie alternative, mentre si accumulano errori da più parti… scoprite qui sotto quante delle cinque bandiere a scacchi a disposizione ha conquistato ogni pilota!
LEWIS HAMILTON, 1°: 🏁 🏁 🏁 🏁
In ombra in qualifica, quando per sua stessa ammissione non riesce a completare un giro senza sbavature, in gara Lewis è vittima di una partenza decisamente perfettibile. Realizzata l’impossibilità di attaccare Verstappen, l’inglese sembra accontentarsi del terzo posto; in realtà sta solo progettando l’ennesimo colpo di classe. Liberatosi di Bottas e dello stesso Max quando i due si fermano ai box, Hamilton sforna una serie impressionante di giri veloci a gomme usate. La Virtual Safety Car rende solo più agevole il lavoro dei meccanici al pit-stop, dato che il vantaggio accumulato su Bottas era ormai sufficiente, ma sull’impresa di Lewis rimane comunque una macchia indelebile: senza i danni alla monoposto del finlandese, il suo attacco avrebbe avuto lo stesso risultato?
VALTTERI BOTTAS, 2°: 🏁 🏁 🏁 🏁
Risulta veramente complesso non parteggiare per il povero Bottas. Perché anche quando è perfetto, come ad Imola, il destino gli si rivolta contro. Qualifica eccezionale, partenza perfetta e… detrito colpito in pieno. Purtroppo per il finlandese i commissari di pista non hanno il tempo di rimuovere la bandella laterale dell’ala di Vettel, e in quanto prima monoposto a transitare alla Tosa la Mercedes numero 77 rimane significativamente danneggiata. Le stime parlano di sette/otto decimi al giro, il che giustifica ampiamente la differenza di passo nei confronti di Hamilton e Verstappen, anche se i due lunghi alla prima Rivazza potevano comunque essere evitati. Max non lo avrebbe mai sopravanzato.
CHARLES LECLERC, 5°: 🏁 🏁 🏁 🏁
Il fine settimana di Leclerc è del tutto privo di errori. Forse, come da lui stesso ammesso, è mancato un tocco di magia nel giro secco, il decimo in più che gli avrebbe regalato almeno il 5° posto in griglia di Ricciardo. Infatti Charles, dopo aver sopravanzato al via Albon, gestendo ottimamente gli pneumatici finisce per mostrare un passo decisamente migliore di quello Renault, sia su Soft che su Hard. Il problema è che ad Imola passare è difficilissimo, figurarsi con un motore tanto in difficoltà quanto quello della SF1000. Così Leclerc rimane bloccato praticamente l’intera corsa dietro a Ricciardo, e nel finale la scommessa di rimanere in pista con la Safety Car, tra posizioni recuperate e perse, lo lascia 5°. Sempre e comunque una garanzia.
SEBASTIAN VETTEL, 12°: 🏁 🏁 🏁
Il pit-stop lento è la crudele rappresentazione di come, per Sebastian e la Ferrari numero 5, quest’anno davvero non s’incastri alcun pezzo del puzzle. Il tedesco sconta una qualifica ancora una volta complessa, ma in gara trovata aria libera mostra un passo iper-competitivo (relativamente al centro gruppo) con le medie usurate. Avrebbe sicuramente potuto lottare per qualche punto, inserendosi in zona McLaren, e finalmente sembra aver recuperato la proverbiale, ottima gestione del passo gara. Sistemando il giro secco potrebbe tornare, dalla Turchia, in zona Leclerc: aiuterebbe la Ferrari e darebbe qualche risposta, in primis a sé stesso.
MAX VERSTAPPEN, DNF: 🏁 🏁 🏁 🏁 🏁
La maledizione Verstappen-Italia continua. Mai un podio nel Belpaese, tre ritiri in tre corse nel 2020. In qualifica l’olandese non perde la calma nonostante un problema elettrico ne mini le prestazioni, conquistando il terzo posto in griglia, obiettivo minimo per il fenomeno Red Bull. In gara è lesto a sfruttare la partenza lenta di Hamilton e, grazie al detrito che azzoppa Bottas, riesce a mantenere costante la pressione sul finlandese. Una volta compiuto il sorpasso non gli resterebbe che portare a casa la piazza d’onore ma, a causa di un detrito, vola nella ghiaia alla variante Villeneuve. Lui, però, rimane noiosamente perfetto.
ALEXANDER ALBON, 15°: 🏁
Ora, chiunque ha potuto seguire il fine settimana di Albon. Il ragazzo thailandese è sotto i riflettori e ad Imola non ha minimamente brillato. Tra i piloti più fallosi in merito ai limiti della pista alla Piratella, si qualifica relativamente bene (6°), ma in gara perdendo la posizione a favore di Leclerc si ritrova impossibilitato a mostrare la bontà del passo Red Bull. Alla ripartenza dalla Safety Car perde due posizioni al Tamburello e, in uscita dalla Villeneuve, si gira letteralmente da solo. Perde così qualunque possibilità di rimanere in Red Bull, anche se non si può non compatire un ragazzo che, già sotto pressione, nelle due corse che valgono la permanenza nel team anglo-austriaco ottiene i peggiori risultati stagionali. Forse si poteva evitare l’ultimatum?
CARLOS SAINZ, 7°: 🏁 🏁 🏁
La McLaren MCL35, ormai da qualche gara, fatica enormemente a svettare in quanto a prestazioni a centro gruppo. Eppure, il team di Woking rimane quarto in classifica a un punto dalla Renault, terza. Merito anche di Carlos, il quale in qualifica non brilla (10°), ma in gara non sbaglia nulla e pressa senza sosta, pur senza riuscire nel sorpasso, la coppia Kvyat-Albon. Alla ripartenza dalla Safety-Car non può molto, ma non perde comunque alcuna posizione.
LANDO NORRIS, 13°: 🏁 🏁 🏁
Per Lando vale pressoché lo stesso, identico ragionamento che ha portato alle tre bandiere a scacchi per Sainz. Se non che l’inglese, come accade spesso, è più veloce dello spagnolo in qualifica, mentre in gara non resiste all’attacco del compagno consapevole che, ad armi pari, Sainz ad Imola goda di un passo migliore. Dimostra comunque l’importanza di avere in squadra due piloti capaci di raggiungere costantemente gli stessi picchi prestazionali: senza i punti garantiti dalla sua continuità, la McLaren sarebbe ben lontana dal terzo posto in classifica costruttori.
DANIEL RICCIARDO, 3°: 🏁 🏁 🏁 🏁 🏁
Il fine settimana di Daniel ad Imola è l’esempio perfetto di quanto un pilota possa esaltare una monoposto. La RS20 è veloce, su questo non ci piove, ma ad Imola soprattutto nel passo sembra essere in difficoltà rispetto alle dirette avversarie. Eppure l’australiano, estasiato dal circuito del Santerno, trova il giro perfetto in qualifica (5°), in gara scavalca Gasly e da lì in poi non viene mai sopravanzato da vetture più veloci. Certo, la strategia suicida di Perez e la foratura di Verstappen gli regalano il podio, ma lui anche a gomme fredde alla ripartenza non batte ciglio. Meriterebbe una monoposto da mondiale.
ESTEBAN OCON, DNF: 🏁 🏁
Dopo qualche corsa positiva, Esteban torna a non ingranare con la RS20. In qualifica fatica moltissimo rispetto al compagno di squadra, mentre in gara nonostante si trovi sulla strategia migliore, il passo mostrato fino alla rottura non promette gli stessi, incredibili guadagni di posizioni di Perez. L’ennesimo ritiro, però, deve far fischiare le orecchie dalle parti di Enstone: senza, la Renault sarebbe terza per distacco…
PIERRE GASLY, DNF: 🏁 🏁 🏁 🏁 🏁
Qualifica perfetta, gara finita troppo presto. Una saldatura difettosa al radiatore costringe l’Alpha Tauri numero 10 al ritiro preventivo, il che castra una prestazione fino a quel momento eccellente di Gasly. La posizione persa a favore di Ricciardo in partenza è conseguenza della chiusura di Hamilton (pensate fosse avvenuto davvero il contatto…), ma è decisamente probabile che Pierre la potesse recuperare nel giro di qualche tornata senza enormi problemi. Il francese migliora sempre più, a parte discutibili scelte della livrea del casco…
DANIIL KVYAT, 4°: 🏁 🏁 🏁 🏁
A sette giorni dalla peggiore prestazione stagionale, ecco che per il russo arriva la migliore. In qualifica Daniil non estrae tutto il potenziale della AT01, ma in gara è attento, consistente e, soprattutto, spietato. Il sorpasso ad Albon a metà corsa non gli riesce per pochi metri, ma si consola con gli interessi alla ripartenza, che affronta meglio di chiunque altro. Doppio sorpasso sulla Red Bull e Perez al Tamburello, Leclerc sfilato all’esterno della Piratella (!). Magari Kvyat non sarà un mostro di continuità, ma siamo certi sacrificarlo per un ragazzo bisognoso di ulteriore crescita in F2 (Tsunoda) sia davvero una buona idea?
SERGIO PEREZ, 6°: 🏁 🏁 🏁 🏁
Lo avevamo previsto in Giù la Visiera: Imola sulla carta avrebbe esaltato la RP20. Non è così in qualifica, dove il messicano deve accontentarsi dell’undicesima piazza, ma in gara la vettura rosa nelle mani di Sergio è la quarta più veloce in pista. Certo, la scelta delle Medium in partenza aiuta (Leclerc con le gialle al primo stint sarebbe risultato imprendibile anche per lui), ma serve un’abilità non comune per gestirle tanto bene quanto riesce al messicano. Il quale meriterebbe il podio dopo la foratura di Verstappen, ma ne rimane escluso a causa di un errore strategico del muretto Racing Point. Il che, senza malizie varie, purtroppo può capitare.
LANCE STROLL, 13°: 🏁
Serve trovare una spiegazione, una logica, un qualche chiarimento rispetto alla caduta verticale di Lance Stroll. E dire che il canadese aveva cominciato decisamente bene la stagione, rivaleggiando in quanto a prestazioni con Perez. Dal Mugello, però, dopo la botta terrificante all’arrabbiata Lance non è più lo stesso. Che sia una concussione, gli effetti post-Covid o la nuova sospensione introdotta in Russia? Fatto sta ad Imola Lance è lento in qualifica e falloso in gara, dove un contatto al via lo priva di velleità ma, comunque, non mostra mai un passo sufficiente e finisce lungo sui meccanici al secondo stop.
KIMI RÄIKKÖNEN, 9°: 🏁 🏁 🏁 🏁
Non servono tanti giri di parole: Kimi ormai è una garanzia. Erge l’Alfa Romeo C39 (innegabilmente in crescita) a traguardi decisamente ambiziosi in gara, tanto che il quarto posto prima dello stop è una perla capace di impreziosire la stagione. Indipendentemente dal risultato che lo ha poi seguito, ossia due preziosissimi punti figli del botto di Russell e di una ripartenza senza grossi problemi. La cinquantina di giri su Medium, però, rimane l’ennesima lezione di guida.
ANTONIO GIOVINAZZI, 10°: 🏁 🏁 🏁
Parte talmente bene da far dimenticare momentaneamente la qualifica disastrosa. In gara cambia gomme molto presto e, senza la Safety Car, probabilmente non avrebbe visto la zona punti. Rimane l’innegabile sostanza del suo passo gara e la totale assenza di errori per tutti e sessantatré i giri della corsa. La riconferma non è minimamente immeritata.
ROMAIN GROSJEAN, 14°: 🏁 🏁
Dopo delle prove libere promettenti, la Haas precipita in fondo al gruppo in quanto a prestazioni, soprattutto in gara. Romain diventa quindi un privilegiatissimo spettatore della corsa, senza neanche la possibilità di giocarsi qualche carta alla ripartenza, quando al contrario perde inesorabilmente posizioni. La testa, comunque, è già da un’altra parte.
KEVIN MAGNUSSEN, DNF: 🏁 🏁
Il contatto con Vettel al primo passaggio alla Tosa preclude qualunque velleità al danese, il quale è poi costretto al ritiro da un problema di sincronizzazione nel passaggio delle marce che gli provoca un insopportabile mal di testa. La corsa avrebbe difficilmente donato sorrisi.
GEORGE RUSSELL, DNF: 🏁
Sbattere la monoposto sotto Safety Car è un errore gravissimo. Su questo non ci piove, e se in diversi dovrebbero ripensare a come hanno accolto la ‘sbavatura’ di George rispetto al trattamento riservato a Grosjean a Baku 2018, noi ci limitiamo ad un caldo incoraggiamento. La carriera andrà avanti senza problemi, anche considerando l’ottimo fine settimana imolese fino a quel momento disputato. Un bagno di umiltà non ha mai nuociuto a nessuno, neanche a un campioncino dal futuro in Mercedes.
NICOLAS LATIFI, 11°: 🏁 🏁 🏁
Il canadese termina a meno di un secondo da un piccolo, clamoroso punto iridato. Lo fa dopo una corsa accorta, priva di errori micro o macroscopici e dotata di una particolare forma di saggezza. Ossia quella che appartiene a chi sa di dover accumulare esperienza, evita colpi di genio e bada al sodo. Non esattamente il profilo di un campionissimo, ma continuando così Nicolas arriverà a giustificare gli investimenti paterni.
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