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Immagine del redattoreLuca Ruocco

Le Bandiere a Scacchi del Gran Premio di Spagna


Motorsports Photographer / Shutterstock.com

Senza storia, senza patos, senza la minima emozione. Le gomme reggono e, complice il disegno del tracciato, le monoposto completano i sessantasei giri del Gran Premio impegnate nella più classica delle processioni agostane. Il tutto mentre Hamilton, Verstappen e Bottas conducono una corsa a parte, al termine della quale Re Lewis ipoteca definitivamente un campionato ormai privo di storia. Curiosi comunque di scoprire quante delle cinque bandiere ha conquistato ogni pilota?


LEWIS HAMILTON, 1°: 🏁 🏁 🏁 🏁 🏁

Ieri Lewis ha impresso il suo marchio di fabbrica anche sulla disgraziata stagione 2020. Come da quattro anni a questa parte, dopo un inizio di stagione a tratti falloso, da un terzo di campionato in poi l’inglese cambia ritmo. Esattamente come accaduto intorno al decimo giro della corsa spagnola, quando Hamilton ha salutato Verstappen stampando una serie di giri veloci da brividi. Superati gli scogli (irrisori) della qualifica, della partenza e dei pit-stop, il campione del mondo ha gestito. Senza patemi, senza avversari, senza la minima esitazione. Bottas è crollato psicologicamente e con lui ogni residua possibilità di un mondiale combattuto. Merito di un pilota capace di spostare ad ogni stagione il limite del possibile. Giù il cappello, alla Niki.


VALTTERI BOTTAS, 3°: 🏁 🏁

Non serve infierire. Basta ascoltare il tono della voce di Valtteri durante le interviste post-gara per comprendere come anche il finlandese abbia perso ogni speranza di giocarsi il titolo. Buon secondo in qualifica, spreca l’unica chance di vittoria (la partenza) finendo addirittura quarto, dietro a Stroll. Errore che paga carissimo, dato che il distacco accumulato nei confronti di Verstappen rende relativamente agevole la difesa dell’olandese e al contempo proibitiva la rimonta di Bottas stesso. È accaduto a tanti, ottimi piloti del passato: Barrichello, Berger, Webber e tanti altri iniziavano sempre la stagione con la speranza di riuscire finalmente a sovrastare il campionissimo con cui condividevano il box. Poi, pian piano, la realtà arrivava a bussare alla porta. Ieri è stato il turno di Bottas.


CHARLES LECLERC, DNF: 🏁 🏁 🏁 🏁

Fino a quando non deve ritirarsi a causa di un problema elettrico (le cinture allentate sono solo una conseguenza dell’enorme quantità di secondi ormai persa), Charles estrae il massimo da una vettura che soffre terribilmente la mancanza di cavalli a Barcellona. Quinto miglior terzo intermedio in qualifica, sesto miglior secondo, quattordicesimo miglior primo: come attaccare guidando una monoposto che paga cinque decimi in un settore composto da due sole vere curve? Il bello è che Charles s’inventa un sorpasso da paura su Kvyat (dimenticato dalla regia) e sembra destinato ad un altro buon bottino di punti grazie alla singola sosta e al passo della SF1000, a livello Racing Point in aria libera. Poi arriva il guasto, ennesimo episodio negativo di una stagione demoralizzante. Sperando che gli aggiornamenti di metà settembre permettano alle Rosse di vincere la battaglia del centro gruppo: il malinconico obiettivo non può che essere questo.


SEBASTIAN VETTEL, 7°: 🏁 🏁 🏁 🏁

In difficoltà per tutto il fine settimana, anche se più vicino a Leclerc nelle prestazioni, Sebastian s’inventa un finale di gara al limite dell’incredibile. Le Medium nella prima porzione di gara funzionano male, come per tutti gli altri, mentre con le Soft Vettel sblocca improvvisamente il potenziale della SF1000. Mediocre in assoluto, competitivo a centro gruppo, tanto che il tedesco riesce a difendere un gran 7° posto nonostante gomme alla frutta. Eppure, la tensione con un muretto lento e ingessato, e soprattutto la gestione delle interviste post-gara certificano un rapporto inevitabilmente compromesso. Sebastian salva in pista la Rossa, ma contribuisce ad affossarla nelle ore successive alla corsa. Che tristezza.


MAX VERSTAPPEN, 2°: 🏁 🏁 🏁 🏁 🏁

Max ha raggiunto un livello tale di maturità e lettura della corsa per cui è lui a dover riportare il muretto alla realtà, suggerendo l’impostazione di una gara difensiva nei confronti di Bottas piuttosto che incentrata nel vano tentativo di sconfiggere Hamilton. È l’unico pilota non Mercedes a pieni giri e rinforza la seconda posizione in campionato: serve commentare oltre? Sontuoso.


ALEXANDER ALBON, 8°: 🏁 🏁 🏁

La Red Bull riesce nell’impresa (ovviamente ignorata in Italia) di elaborare per il povero Albon una strategia ancora più confusa di quella riservata a Vettel. Il quale non può neanche beneficiare di un ripensamento in extremis, come accaduto a Seb, e finisce per doversi inventare i soliti sorpassi da cuore in gola. Proprio nel fine settimana in cui, finalmente, aveva agguantato la terza fila e sembrava capace di attaccare le Racing Point. È ancora lontano da Verstappen, ma finalmente compie progressi tangibili anche al sabato.


CARLOS SAINZ, 6°: 🏁 🏁 🏁 🏁

Nuovo motore, nuovo Carlos. Spariti i fastidiosi surriscaldamenti di Silverstone, Sainz si esalta al Montemelò (è sempre finito a punti nella gara di casa in carriera) e si rende protagonista di una prestazione esaltante, al termine della quale porta ben oltre il suo limite la MCL35. Grinta, gestione del passo e concretezza: una ricetta seguita passo a passo per tornare a sovrastare il velocissimo compagno di squadra. Servirà portarsela dietro in Ferrari, assieme ad un ingrediente ad oggi sconosciuto a Maranello: la serenità.


LANDO NORRIS, 10°: 🏁 🏁

Un solo punticino per Lando, che perde due posizioni in partenza senza più riuscire a recuperarle. La sua monoposto scivola troppo nel terzo settore, così l’inglese fatica ad attaccare e riesce solo a difendersi (brillantemente) dall’arrembante Leclerc. Il ritiro del monegasco, con il senno di poi, muove la classifica di Lando, il quale però paga complessivamente qualche decimo dal compagno di squadra nuovamente in forma.


DANIEL RICCIARDO, 11°: 🏁 🏁 🏁

Il sole di Barcellona scioglie la RS20, tanto che Daniel fatica enormemente tanto in qualifica quanto in gara. Certo, bastano pochi decimi per sprofondare a centro gruppo, ma la differenza a fine gara tra Ricciardo e Vettel, separati da pochi secondi prima del pit-stop, è davvero impietosa. Peccato, perché la Regie sembrava aver imboccato la strada giusta. L’australiano, comunque, si mostra prontissimo ad imboccarla nuovamente.


ESTEBAN OCON, 13°: 🏁 🏁

È tra i più inquadrati del GP, ma non ne sarà di certo felice. La miriade di tornate passate a provare ad attaccare Raikkonen prima e Magnussen poi sono lo specchio di una Giallona, come già sottolineato, decisamente fuori posizione. Esteban, comunque, dopo un fine settimana positivo a Silverstone torna a scontrarsi con la supremazia di Ricciardo, le cui prestazioni rimangono – per ora – ancora troppo lontane.


PIERRE GASLY, 9°: 🏁 🏁 🏁

Bravissimo in qualifica, bravissimo in partenza, Pierre trascorre tutti i sessantasei giri della gara nel traffico. Non ha grossi problemi nel portare a termine l’impresa (se così si può chiamare), e si dimostra nuovamente in pieno controllo delle circostanze, riuscendo a portare a punti una vettura sì a livello del centro gruppo, ma globalmente inferiore a Ferrari, Racing Point e McLaren. Sperava in qualche punto in più, ma la rottura di Leclerc gliene ha indubbiamente regalato qualcuno. Insomma, raccoglie tutto il possibile.


DANIIL KVYAT, 12°: 🏁 🏁

Non è lontano dal livello di Gasly, è vero, ma è distante quel poco che basta per rimanere fuori dai punti. Magari la strategia affidatagli non sarà delle migliori, ma Pierre ha dimostrato quanta consistenza serva per raccogliere anche solo due sudatissimi punticini. In gara Daniil paga spesso qualifiche non al livello del passo a serbatoi pieni: che sia ora di lavorarci un po’ su?


SERGIO PEREZ, 5°: 🏁 🏁 🏁

L’errore nel non rispettare le bandiere blu gli costa la posizione nei confronti di Stroll, brillantemente preceduto al traguardo, oltre ad una bandiera. Il rientro di Sergio però, oggettivamente, va oltre le attese. Brillante in qualifica, brillante in corsa, ammette comunque di non essere ancora al 100%. Dov’è la fila per accaparrarsi i suoi servizi, dovesse veramente (ed ingiustamente) essere scaricato dalla futura Aston Martin?


LANCE STROLL, 4°: 🏁 🏁 🏁

La penalità comminata a Perez gli restituisce un quarto posto brillantemente conquistato in partenza (completa addirittura due giri terzo davanti a Bottas) ma perso a causa di un passo generalmente peggiore rispetto a quello del messicano, al di là della strategia. Il fine settimana di Barcellona ci regala però un Lance molto più in forma rispetto a Silverstone e, curiosamente, impegnato a fine gara in una bella chiacchierata con Seb Vettel. Se dovessero essere prove di convivenza, ci permettiamo di elargire un consiglio non richiesto per la buona riuscita della stessa: evitare di andare di andare più forte del tedesco. Altrimenti sono guai, vero Ferrari?


KIMI RÄIKKÖNEN, 14°: 🏁 🏁 🏁 🏁 🏁

Verstappen, Hamilton e… Kimi. Gli unici tre piloti a piene bandiere. Il che non vale ovviamente nulla, ma certifica la prestazione commovente del finlandese durante l’intero fine settimana spagnolo. Miracoloso 14° in qualifica, dove sfiora il Q3 calzando gomme medie (!!!), innalza le prestazioni dell’Alfa laddove la C39 non ha alcun diritto di rimanere. Tiene dietro Ocon per quasi un terzo di gara e vince di gran lunga la corsa di Alfa, Haas e Williams. A noi non sembra proprio svogliato, ed anche se decidesse di smettere al termine del 2020, sarebbe la Formula 1 a perdere qualcosa. Ossia un grandissimo ed iper-sottovalutato protagonista.


ANTONIO GIOVINAZZI, 16°: 🏁 🏁 🏁

Antonio fatica in qualifica ma si riscatta in gara, recuperando quattro delle sei posizioni disponibili per un pilota al volante di una Formula 1 da bassa classifica. La corsa del pugliese è attenta, consistente e impreziosita da un pregevole sorpasso ai danni di Grosjean. Il momento è perfetto per cominciare una timida risalita della classifica.


ROMAIN GROSJEAN, 19°: 🏁

Un venerdì da sogno (5°), poi il crollo. Il che sarebbe anche giustificabile con qualche errore nella ricostruzione della vettura dopo la sostituzione della Power Unit nella notte tra le prove libere e le qualifiche. La criticità del fine settimana di Romain sta nel completo blocco di sistema alla quale è stata sottoposta la mente del francese: deluso dalla perdita di competitività, Grosjean ha pasticciato in qualifica e condotto una corsa anonima, pericolosa nella difesa su Raikkonen (ancora?!?) e conclusa con un errore da matita blu. Che peccato.


KEVIN MAGNUSSEN, 15°: 🏁 🏁 🏁

Dopo l’incomprensione con Ocon durante le terze prove libere, Kevin si auto-resetta e finisce per condurre una corsa attenta e consistente. Il danese indovina una gran partenza per poi mantenere ottimamente il controllo di un arrembante gruppetto alle sue spalle. Una volta superato dallo stesso Ocon crolla e perde diverse posizioni, ma in fondo precede tutti in ‘Serie B’ tranne Raikkonen. Un buon segnale dopo i due difficili appuntamenti di Silverstone.


GEORGE RUSSELL, 17°: 🏁 🏁 🏁

Fatica in qualifica, fatica in gara. Stavolta però le responsabilità sono tutte della sua Williams. Lui s’impegna al massimo e porta a casa un ottimo primo stint, per poi sprofondare inesorabilmente. Giornate così deludono, ma basta chiudere gli occhi e pensare che nel 2019 sarebbero state un trionfo…


NICOLAS LATIFI, 18°: 🏁 🏁

Ci si aspettava un po’ di più dopo Silverstone 2, ma Nicolas a Barcellona paga la poca esperienza su una pista resa insidiosissima dal grande caldo. Non sfigura comunque del tutto nei confronti di Russell, soprattutto nel passo gara.

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