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  • Immagine del redattoreLuca Ruocco

Le Bandiere a Scacchi del Gran Premio di Stiria



Le emozioni generate dalla seconda corsa al Red Bull Ring (denominata Gran Premio di Stiria) non sono certo paragonabili a quelle del primo appuntamento della stagione; eppure, tra sabato e domenica i colpi di scena non mancano, complici qualifiche nel diluvio e botti in partenza. Quante delle cinque bandiere a scacchi avranno conquistato i piloti del Circus?


LEWIS HAMILTON, 1°: 🏁 🏁 🏁 🏁 🏁

Verrebbe quasi voglia di premiarlo con una bandiera extra, fuori regolamento e mai concessa. Dopo un fine settimana complesso reso ancora più difficile dalla vittoria di Bottas, venerdì il momento grigio per l’iridato sembra destinato a continuare, dato che Lewis lotta – senza successo – con una vettura del tutto sbilanciata. La pioggia del sabato lo risveglia, scatenando la furia del gigante addormentato. Esistono molti pochi aggettivi per descrivere il giro con il quale conquista la Pole Position, staccando di 1.2 secondi Verstappen, mentre in gara è fuori portata per chiunque. Passeggia, semplicemente. Lunedì scorso il mondiale sembrava aperto; oggi, molto meno.


VALTTERI BOTTAS, 2°: 🏁 🏁 🏁

Dispone della monoposto nettamente più veloce in griglia. Il sabato si perde un po’ (sostiene di aver lottato con un freno anteriore vetrificato, anche se sorgono alcuni dubbi vista la mancata sostituzione del pezzo per la corsa), mentre in gara una volta superato Sainz non sembra mai avere lo stesso passo di Hamilton. Raggiunge verso fine gara Verstappen (rallentato, come il finlandese, da rotture di microcomponenti aerodinamiche), e al secondo tentativo guadagna la piazza d’onore. Limita i danni in un fine settimana nel quale è inferiore ad Hamilton, ma se non vince nelle piste ‘favorevoli’, il mondiale rischia di sfuggirgli in fretta. A meno di rotture sulla Mercedes gemella (a proposito, vinceranno tutti i GP?).


CHARLES LECLERC, DNF: 🏁

Ingiustificabile. Lo sa, lo ammette, chiede scusa personalmente ai componenti della squadra e all'intera Ferrari durante le interviste. Il tentativo di sorpasso scaturisce sicuramente dalla voglia di mettere una pezza ad una monoposto disastrosa, grazie anche all’iniezione di fiducia del podio appena conquistato, ma non è così che si recupera una partenza dalla 14° casella. Per sua stessa ammissione sul bagnato non guida abbastanza bene, viene giustamente penalizzato per aver bloccato Kvyat ma, soprattutto, con la manovra incriminata butta via un’occasione importantissima di raccolta dati e verifica degli aggiornamenti. Proprio lui, l’unico raggio di sole in un avvio di campionato disastrato. Una possibile, piccolissima nota positiva? In passato non ha mai commesso lo stesso errore due volte. Speriamo sia nuovamente il caso.


SEBASTIAN VETTEL, DNF: 🏁 🏁 🏁

Voto standard per chi si ritira senza colpe dopo aver condotto un fine settimana tutto sommato positivo, seppur ancora in gran parte da scrivere. Tira fuori il massimo in qualifica da una vettura che non scalda le gomme, ed anche se parte male (Ricciardo con le medie ha mantenuto la posizione), al tornante Remus sembra posizionato bene per cominciare la rimonta. Poi lo tocca Leclerc. Peccato, sarebbe stato importante verificare le prestazioni della SF1000 in una corsa normale. Il venerdì non erano troppo lontane da quelle Racing Point, a vettura non perfettamente bilanciata…


MAX VERSTAPPEN, 2°: 🏁 🏁 🏁 🏁 🏁

Di più non può davvero fare. Veloce, consistente, ottimo sul bagnato. Semplicemente, nonostante le sparate primaverili, la Red Bull è anni luce dietro la Mercedes. Lui, limitando i danni, senza un secondo pit-stop avrebbe pagato circa 15’’ di distacco da Hamilton (con i remi in barca). Non riesce neanche a soffiare il giro più veloce a Sainz nel finale, nonostante soft nuove e la possibilità di prendersi lo spazio necessario. Merita molto, molto di più, come dimostrato con lo spettacolare controsorpasso ai danni di Bottas. Sull’asciutto, lui ed Hamilton non hanno rivali.


ALEXANDER ALBON, 4°: 🏁 🏁

Paradossalmente limita meglio i danni in qualifica che in gara. Il primo stint della corsa è, senza troppi giri di parole, del tutto insufficiente, con un distacco medio nei confronti di Verstappen di 1’’ al giro. Si sveglia solo quando viene raggiunto da Perez, e non ha colpe nel contatto finale, dal quale fortunatamente esce senza danni. Resta il fatto che Gasly lo scorso anno non fece molto peggio in Red Bull, e la simpatia serve a poco se il cronometro piange. Se ne rende perfettamente conto: ha i mezzi per migliorare?


CARLOS SAINZ, 9°: 🏁 🏁 🏁 🏁

La qualifica eccezionale merita da sola una bandiera. La corsa lo vede invece incredibilmente penalizzato dal pit-stop lentissimo dei meccanici McLaren. L’eccessiva foga nell’attaccare Verstappen nei primi giri non aiuta le sue Soft, poi tiene dietro senza troppe difficoltà le Racing Point, pur sembrando il tappo del gruppone (anche Norris, a serbatoio pieno, va in difficoltà), fino a quando montate le medie si ritrova dietro ad Haas e Alfa Romeo. Deve così spremere le proprie coperture più del dovuto, riuscendo comunque a raggiungere nuovamente la zona Perez-Stroll. Dopo poco però crolla fino a quando, lasciato passare Lando, rientra ai box per cercare il giro più veloce. Lo ottiene, ma le ambizioni erano ben diverse.


LANDO NORRIS, 5°: 🏁 🏁 🏁 🏁

Lui invece una bandiera la perde: dopo un podio meraviglioso, perché sbagliare tanto maldestramente in prova libera superando in regime di bandiere gialle altri piloti? Al di là della pericolosità del gesto – sottovalutata da troppi -, le tre posizioni scontate in griglia lo obbligano ad uno sforzo titanico e gratuito nella caccia al quinto posto. Ottenuto comunque grazie a una corsa attenta (oltre che stoica visti i dolori al petto), impreziosita da un’ottima gestione gomme e da due giri finali, con i sorpassi alle Racing Point e Ricciardo, che risvegliano i tanti caduti in sonnolenza postprandiale. Bravo!


DANIEL RICCIARDO, 8°: 🏁 🏁 🏁 🏁

Il botto del venerdì non avrà di certo aiutato il clima in squadra, a lui silenziosamente ostile almeno per quanto riguarda la dirigenza rimasta offesa dalle vicende di mercato. Non va forte quanto Ocon il sabato, mentre domenica tira fuori ogni goccia di prestazione da una vettura in forma ma non al livello delle Racing Point. La difesa nei confronti di Stroll è da pilota talentuoso e navigato, e con un ordine di scuderia in più avrebbe sofferto molto meno. I quattro punti finali gli stanno stretti.


ESTEBAN OCON, DNF: 🏁 🏁 🏁

Eccezionale in qualifica, conquista una quinta piazza magistrale soprattutto considerando che è tra i pochi a non disporre di Full Wet nuove per il Q3. In gara sembra invece nuovamente pagare un po’ di ruggine, anche se meno della scorsa settimana. Si difende con i denti dal ritorno di Ricciardo, ma poco prima del pit-stop i radiatori lo lasciano a piedi. Sfortunato.


PIERRE GASLY, 15°: 🏁 🏁

Dopo un’ottima qualifica che lo vede 8° (in griglia 7°), il francese nei primi giri di corsa sembra poter rimanere nel gruppo capitanato da Sainz. Poi, inspiegabilmente, perde velocemente passo finendo risucchiato dal gruppo dei gregari. Non lo aiuta neanche il doppio pit-stop, che anzi lo costringe a precedere le sole Williams al traguardo. A lui probabilmente non succede nulla, ma cosa accade alla AT01?


DANIIL KVYAT, 10°: 🏁 🏁 🏁

Ostacolato da Leclerc in qualifica (difficile stabilire se avrebbe artigliato il Q3), in gara non commette errori e grazie ad un passo consistente primeggia nel gruppone che in corsa comprende Haas, Alfa Romeo e (sorprendentemente dopo i test) Alpha Tauri. Oltre a dover ringraziare il poco carburante a disposizione di Raikkonen, deve probabilmente darsi anche una pacca sulla spalla. Non male, dopo il Gran Premio d’Austria.


SERGIO PEREZ, 6°: 🏁 🏁 🏁 🏁 🏁

Stessa posizione dello scorso weekend, ma dopo una corsa del tutto diversa. In palla il venerdì, viene relegato al 17° posto in griglia da una RP20 che non attiva minimamente la mescola da bagnato. Attento in partenza, scatena poi il passo di una vettura a tratti veloce quanto – se non di più – le Red Bull RB16. Sorpassa tutti fino a riprendere Albon, con il quale inscena un lunghissimo duello che gli insegna, molto probabilmente, quanto soffra in aria sporca una monoposto dall’aerodinamica raffinata come una… Mercedes. Il contatto è oggettivamente sfortunato, e ne paga le conseguenze, ma i tre giri ad ala rotta sono semplicemente eroici. Merita il massimo dei voti.


LANCE STROLL, 7°: 🏁 🏁 🏁

Un fine settimana in netto crescendo. Migliore di Perez sul bagnato, in gara si difende bene anche nei confronti di un pilota eccezionale quale il suo compagno di squadra messicano. Una volta raggiunto Ricciardo, però, cade troppo facilmente nella trappola del campione australiano. Non riesce mai ad affondare il sorpasso, finendo per forzarlo in maniera – secondo chi scrive, non i commissari – scorretta. Perde nel frattempo la posizione su Norris, ma qualche segnale di crescita, finalmente, si vede.


KIMI RÄIKKÖNEN, 11°: 🏁 🏁 🏁 🏁

Costretto a risparmiare carburante nel finale (il motore Ferrari è anche assettato…), non può sferrare l’attacco al decimo posto di Kvyat che avrebbe, invece, strameritato. In qualifica non fa danni, in partenza deve quasi fermarsi per evitare il contatto Vettel-Leclerc, ma dal giro successivo mostra tutta la sua proverbiale maestria nel gestire la corsa. Surclassa Giovinazzi nel passo gara, riesce ad esaltare una strategia alternativa e vincerebbe senza grossi patemi la corsa di ‘serie B’, non fosse appunto per la sete del propulsore. Una garanzia.


ANTONIO GIOVINAZZI, 14°: 🏁 🏁

Stavolta Antonio fatica moltissimo. In qualifica è veloce ma sbatte, in gara sfrutta bene il caos in partenza, sembra aver un buon ritmo ma con il passare dei giri perde inesorabilmente posizioni. Il confronto con Raikkonen è sempre stato e sempre sarà proibitivo: allo stesso tempo, però, si renderà benissimo conto che l’altalena di prestazioni non può convincere Vasseur per il futuro.


ROMAIN GROSJEAN, 13°: 🏁 🏁

Fine settimana speculare a quello del GP d’Austria, anche se con meno problemi ai freni. Meglio di Magnussen in qualifica, peggio in gara. Ma davvero di poco, e di più non si può fare. A Barcellona la Haas sembrava significativamente – motore a parte – più prestazionale: cambiare circuito aiuterà?


KEVIN MAGNUSSEN, 12°: 🏁 🏁

Eliminato in Q1, in corsa mostra il solito spirito combattivo, soprattutto nei confronti di Raikkonen. Lotta ed è sempre positivo nelle interviste, addirittura diplomatico ultimamente. Forse è l’aspetto migliore di una Haas in disperato bisogno d’aggiornamenti.


GEORGE RUSSELL, 16°: 🏁 🏁 🏁

In qualifica fa strabuzzare, per l’ennesima volta, gli occhi di molti. 12° nella classifica dei tempi a meno di un decimo da Vettel e il Q3: non se ne sentiva il bisogno, ma lui conferma di avere le carte in regola per brillare nel futuro. In gara la Williams è in difficoltà, lui però peggiora le cose facendosi prendere dalla foga e finendo lungo in curva 6 mentre lotta con Magnussen al quarto giro. Tutta esperienza che, è bene ricordarlo, lo scorso anno non ha potuto accumulare.


NICOLAS LATIFI, 17°: 🏁 🏁

La settimana di analisi dei dati gli ha giovato, visto che è molto più competitivo in termini di velocità pura, e di certo le prime qualifiche bagnate in carriera non possono che evidenziarne qualche lato acerbo. In corsa però, penalizzato dalla Williams ultima forza, fatica ancora facendosi riprendere velocemente da Russell, lontano dopo il fuori pista.

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