Una superiorità schiacciante caratterizza il nono trionfo stagionale di Max Verstappen, autore di un fine settimana oltre la perfezione. Più indietro – ben più indietro – le Ferrari deludono, la Mercedes assomiglia sempre più ad un rebus incomprensibile e qualche pilota a centro gruppo regala delle prestazioni convincenti. Chi avrà conquistato tutte e cinque le bandiere a scacchi?
MAX VERSTAPPEN, 1°: 🏁🏁🏁🏁🏁
Non esistono molti aggettivi capaci di riassumere il fine settimana di Verstappen. L’olandese sembra correre sin dal venerdì in una categoria a parte, concetto ribadito con una qualifica da urlo e una facilità nella rimonta domenicale del tutto imbarazzante per gli avversari. Compagno di squadra compreso, s’intende: perché a Spa, l’elemento chiave del pacchetto Red Bull, era proprio Max. Leggendario.
SERGIO PEREZ, 2°: 🏁🏁🏁
Nell’unico fine settimana dell’anno in cui ha la certezza di partire davanti a Verstappen, Checo pasticcia in qualifica e al via, gettando al vento l’opportunità di una fuga per la vittoria. Si riprende bene, cogliendo una piazza d’onore che è il minimo sindacale, ma le prestazioni rimangono anni luce lontane da quelle di Verstappen.
LEWIS HAMILTON, DNF: 🏁🏁
La foga con la quale affronta la staccata di Les Combes durante il primo giro è quasi incomprensibile, vista la chiusura netta su Alonso che lo mette KO dopo neanche una tornata (e un mezzo-volo mica da ridere). Avrebbe potuto tranquillamente puntare al podio, sul quale avrebbe mostrato una classe che ha finito per dedicare allo scusarsi con l’intera squadra, senza cadere nelle provocazioni targate Alonso.
GEORGE RUSSELL, 4°: 🏁🏁🏁
Grazie alle numerose penalizzazioni in griglia la qualifica difficile non pesa enormemente sul risultato della sua gara, nella quale ritrova le prestazioni tipiche della W13 (ossia ben lontane dal vertice) e tenta senza successo di attaccare il podio di Sainz. Consistente senza enormi sorrisi.
CHARLES LECLERC, 6°: 🏁🏁🏁
Il destino non sorride minimamente a Leclerc. Vuoi per la nuova Direttiva Tecnica, vuoi per le caratteristiche della pista o un mix dei due fenomeni, le F1-75 faticano come non mai in Belgio, in particolare nel ritmo gara. Charles, però, parte in maniera accorta ed efficace e sembra destinato a seguire la rimonta di Verstappen, almeno fino alla zona Russell-Sainz. Una visiera a strappo dell’olandese costringe invece Leclerc ad una strategia tutt’altro che ottimale, rompe il sensore del pit-limiter (da cui la penalità a fine corsa) e lo espone alla curiosa scelta di provare il giro veloce nel finale. Non è così che si limitano i danni: vale per lui, per la squadra e per il destino.
CARLOS SAINZ, 3°: 🏁🏁🏁🏁
Al contrario di Perez, Carlos sfrutta magistralmente l’occasione che gli riserva il destino a Spa. Ottiene la ‘Pole’, ossia il secondo posto che diventa primo con la penalizzazione di Verstappen, parte perfettamente e conduce come meglio può la corsa nei primi giri. Il problema sorge quando la sua Rossa inizia a consumare le gomme in maniera anomala, costringendolo ad uno sforzo non indifferente per respingere gli attacchi di Russell nel finale. Sforzo esasperato dai saltellamenti che continuano a colpire la Rossa da inizio anno: forse, più che le strategie fantasiose, i tifosi Ferrari dovrebbero preoccuparsi di questo. Non risolvere il problema significa esporsi a fine settimana come quello di Spa, dove un assetto inadeguato proprio a causa dei saltellamenti distrugge qualunque velleità competitiva.
LANDO NORRIS, 12°: 🏁🏁
Una McLaren in crisi di velocità a DRS aperto rende impossibile la rimonta dal fondo di Norris, mai del tutto brillante per l’intero fine settimana. Per la prima volta, poi, Lando appare stanco e infastidito davanti ai microfoni: delusione per la singola gara o timore per il futuro?
DANIEL RICCIARDO, 15°: 🏁🏁
In qualifica si difende tutto sommato bene ma in gara, complice la rottura dell’ala posteriore più scarica, viaggia con un pezzo di ricambio che non gli permette di effettuare alcun sorpasso. Allo stesso modo, le soste particolarmente ritardate non lo aiutano, relegandolo in un’anonima 15° posizione, in coda al trenino guidato da Albon (10°).
ESTEBAN OCON, 7°: 🏁🏁🏁
Protagonista dei due sorpassi più belli della corsa, su tutti quello doppio a Gasly e Vettel, Ocon corre in maniera intelligente e accorta, ottenendo il massimo da una rimonta fattibile (visto il vantaggio dell’Alpine sul resto del centro gruppo) ma non per questo scontata.
FERNANDO ALONSO, 5°: 🏁🏁🏁🏁
Un vero peccato non averlo visto chiudere il primo giro in seconda posizione, dopo una partenza delle sue. Glissando sul commento adrenalinico e ben poco elegante diretto ad Hamilton, conviene sottolineare l’ennesima prestazione monstre dell’asturiano, ormai vero e proprio padrone del centro gruppo. A tratti, strepitoso.
PIERRE GASLY, 9°: 🏁🏁🏁
Lo spavento iniziale, con la sua Alpha Tauri costretta a prendere il via dai box dopo un problema elettrico, lascia spazio ad una buona corsa di rimonta, imperniata su due soste alquanto anticipate rese vincenti da un ottimo stint finale di Pierre.
YUKI TSUNODA, 13°: 🏁🏁
Anche lui parte dalla pit-lane, stavolta per la rotazione dei componenti della Power Unit, ma la sua rimonta è molto meno efficace di quella del compagno di squadra, con il giapponese che rimane bloccato in mezzo del treno-Albon. Un peccato, visti i timidi segnali di ripresa nella prestazione.
SEBASTIAN VETTEL, 8°: 🏁🏁🏁🏁
Una delle migliori corse della stagione vede Vettel sfruttare al meglio le penalità altrui per condurre la sua corsa lontano dai trenini di centro gruppo e poco distante dal ritmo delle Alpine. Quando la macchina lo assiste, continua a brillare, anche più che nel 2021.
LANCE STROLL, 11°: 🏁🏁
Qualche lampo sul giro secco in prova non trova riscontro in una corsa passata per gran parte alle spalle di Albon, senza mai riuscire ad affondare il sorpasso. I problemi di drag della AMR22 giustificano in parte il problema, anche se l’essere il secondo vagone del ‘treno-DRS’ e non riuscire a portare a termine la manovra rovina non solo la sua, di corsa, ma anche quella dei quattro piloti alle sue spalle.
ALEXANDER ALBON, 10°: 🏁🏁🏁🏁
Il più convincente tra i diciannove terrestri in pista (sì, il marziano era Super-Max). Velocissimo in qualifica, nei limiti della FW44, concreto in gara dove sfrutta la velocità sul dritto per passare Ricciardo e poi, aiutato da una strategia priva di errori, riesce a difendere strenuamente la posizione e un punticino su Stroll.
NICHOLAS LATIFI, 18°: 🏁
L’errore al secondo giro è figlio della volontà di non sfiorare in alcun modo altre vetture, preservando il più possibile la buona posizione di partenza dovuta alle penalità altrui. Andando però largo sulla ghiaia, Nicholas perde il controllo della vettura e rovina la sua corsa e quella di Bottas, senza poi riuscire mai a mostrare un ritmo accettabile una volta sostituita l’ala anteriore.
VALTTERI BOTTAS, DNF: NC
Del tutto impossibile giudicarlo: non disputa seriamente la qualifica viste le penalità ed è incolpevole nell’incidente con Latifi.
ZHOU GUANYU, 14°: 🏁🏁
Una pista come Spa è sempre complicata per un rookie. Zhou si difende bene tutto sommato bene ma, bloccato nel trenino guidato da Albon, non riesce mai ad impensierire seriamente Tsunoda una volta persa la posizione.
MICK SCHUMACHER, 17°: 🏁🏁
La Haas fatica enormemente a Spa e con lei Mick, meno veloce del compagno di squadra in un fine settimana nel quale si sono rincorse veloci le più disparate voci sul suo futuro.
KEVIN MAGNUSSEN, 16°: 🏁🏁
Riesce a limitare relativamente meglio di Schumacher i danni soprattutto in gara. In qualifica, invece, non trova il giro giusto. Con la VF-22 belga, comunque, era impossibile ottenere di più.
Fonte immagine: Red Bull Racing / Twitter
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