Il titolo è ovviamente provocatorio, perché quando una bandiera rossa interrompe l’ultimo tentativo di tutti e dieci i piloti partecipanti al Q3, per forza di cose un certo grado d’incertezza aleggia sulla griglia di partenza. Per quanto ne sappiamo, in una dimensione alternativa Alonso è in Pole Position e Leclerc decimo.
Eppure, dall’ammettere quello che è un dato di fatto al battezzare la Pole Position di Leclerc come fortunata, fortunosa e immeritata ce ne passa. Al di là di qualunque ragionamento sullo stato di forma francamente sorprendente della SF21 – Norris, penalizzato, partirà 9° e Ricciardo 13° su una pista dove la Rossa avrebbe dovuto difendersi dalla McLaren -, e ricordando come la gara sia domani (e difendere la posizione sarà quasi impossibile), basta analizzare neanche troppo in profondità la sessione di qualifiche per rendersi conto che è vero l’esatto contrario.
Charles Leclerc ha stra-meritato la Pole Position ottenuta a Baku. Paradossalmente, in una maniera addirittura superiore rispetto a quanto il monegasco stesso ammetta, tra interviste e tweet velatamente imbarazzati per l’esposizione della bandiera rossa.
IL GIRO DI CHARLES
La prima, fondamentale considerazione riguarda proprio la tornata grazie alla quale Leclerc domani partirà al palo. Prima di affrontare il discorso scia, grazie al suggerimento del numero 16 stesso si possono notare due innegabili errori nel complesso di curve a 90° che collega primo e secondo settore.
In curva quattro Leclerc perde il posteriore, tanto da mancare – anche se non di molto – il punto di corda. Il volante del monegasco, si vede perfettamente, per un momento indirizza la monoposto verso le barriere.
All’uscita di curva sei Charles è troppo poco paziente a ritornare sul gas e paga un sovrasterzo di potenza decisamente evidente (seconda foto, premete la freccia a destra per scorrere la galleria). Quanto possono essergli costate le sbavature? Un decimo e mezzo, due? Teniamolo bene a mente perché tornerà utile tra un momento, oltre a giustificare il commento sorpreso di Leclerc appena sceso dalla vettura ‘pensavo fosse un giro di m****’.
LA SCIA DI HAMILTON
La visione del giro on-board e i cronologici aiutano a comprendere come la vera magia di Leclerc sia contenuta nel resto del secondo settore, dal tratto che precede il castello fino a dopo la famigerata curva 15, che ha visto schiantarsi Giovinazzi e Stroll nel Q1.
Nella sequenza di curve più complessa del circuito Leclerc recupera il tempo perduto fino a sfiorare il miglior responso cronometrico di Verstappen, relegando Sainz, Norris ed Hamilton (40.6 nel S2, 25.2 nel S3, mancanti nella seconda foto sotto) a più di un decimo.
Infine, è proprio la scia dell’inglese uno degli argomenti più utilizzati per sminuire la Pole del monegasco. Per carità, sarebbe intellettualmente disonesto sostenere che non l’abbia aiutato, ma il tempo nel terzo settore di Leclerc (25.1) è stato solamente 132 millesimi più veloce del precedente miglior personale in sessione. Più di un decimo in meno del distacco che ha separato Charles ed Hamilton a fine qualifica.
LA BANDIERA ROSSA
La scia di Hamilton, quindi, ha probabilmente ‘regalato’ a Leclerc quei decimi persi con le due sbavature. Forse qualcosa in più, forse qualcosa in meno.
Quanto è certo, e qui vacilla l’altra scuola di pensiero che attribuisce alla bandiera rossa il solo merito di Leclerc, è che Charles fosse ben più veloce di quanto mostrato. Non a caso, prima della bandiera rossa, il monegasco aveva appena fatto segnare il miglior primo settore assoluto (migliorandosi di un decimo), e proprio nel microsettore dell’errore in accelerazione (curva 6) aveva nuovamente colorato di viola la propria striscia dei tempi.
In molti avrebbero potuto migliorarsi. Come però si nota dalla torre dei tempi, solo Leclerc lo stava facendo. Verstappen, per dire, non aveva accesso micro-settori interessanti nelle prime curve. Solo la striscia di Sainz era completamente verde. Forse l’olandese pagava gomme troppo fredde?
Ed è qui che, in fondo, si chiude la questione. Nessuno vietava agli altri piloti di segnare un giro velocissimo al primo tentativo. Nessuno, al contempo, obbligava a schierarsi ultimi sperando nel miglioramento della pista, rischiando al contempo una bandiera rossa.
Leclerc e la Ferrari sono sempre partiti per primi, e se la scia di Hamilton ha premiato l’approccio, gran parte del lavoro lo hanno compiuto il talento del pilota e una monoposto davvero eccellente sul giro secco.
In Q3, dal 2006, si hanno almeno due tentativi a disposizione. Si sbaglia il primo? A volte se ne pagano le conseguenze, altre no. Il resto sono solo chiacchiere.
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