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  • Immagine del redattoreLuca Ruocco

Tra Calendario e Weekend di Gara: si può salvare il 2020?


Motorsports Photographer / Shutterstock.com

Tentare di capire quando la Formula 1 potrà ripartire, data la situazione che stiamo vivendo, potrebbe sembrare velleitario. Per certi versi lo è. Eppure lasciar correre l’immaginazione, rimanendo il più possibile aggrappati alla logica ed alla concretezza, non nuoce a nessuno. Potrebbe addirittura strappare un sorriso, rappresentare un momento di sollievo. In fondo il ritorno delle corse coinciderebbe con il ritorno ad una forma, seppur parziale, di normalità. Ad oggi, giustamente, il grosso dei ragionamenti tra Liberty Media, squadre e FIA si concentra sugli aspetti economici riguardanti l’interruzione del campionato. Per quanto interessanti, tali discussioni non saranno il centro di questa riflessione. Sono troppe le sfaccettature di un discorso che merita – e avrà - uno spazio dedicato.

Concentrando l'attenzione sugli aspetti pratici della ripartenza, è possibile individuarne due maggiormente critici: il calendario ed il format del fine settimana dei Gran Premi. Ragionare su entrambi, ritornando all’incipit dell’articolo, è poco più di un gioco. Non lo è di certo per chi gestisce un business dal fatturato annuale di due miliardi e mezzo di dollari – senza considerare l’indotto-, dato che la totale cancellazione della stagione non sembra minimamente sostenibile. Diversi altri sport hanno annunciato provvedimenti del genere, ma il confronto non regge. Si tratta infatti di discipline che prevedono una pausa estiva prima della partenza naturale della stagione in autunno e che hanno in buona parte disputato il campionato 2019-2020. La F1 perderebbe invece un’intera annata, il che metterebbe a rischio, più che il capitale dei facoltosissimi imprenditori che le gravitano attorno, il sostentamento di migliaia di famiglie. Un’eventualità da provare a scongiurare in tutti i modi. Pandemia permettendo, ovviamente: è chiaro che senza una drastica diminuzione dell’intensità del contagio – auspicabile al di là di qualunque fantasia sportiva – rimane proibitivo considerare la ripresa della maggior parte delle attività, corse comprese.

IL CALENDARIO

Più che la lista delle gare – ne proveremo comunque a stilare una, per quanto forse irrealizzabile –, è il metodo dell’elaborazione del calendario che qui interessa. Uno degli effetti certi della pandemia, almeno fino all’introduzione del vaccino, sarà il drastico cambiamento nel modo e nelle possibilità di viaggiare. Pensare che la F1 rimanga totalmente esente da restrizioni del genere è utopistico e pericoloso. Conseguentemente, provare ad organizzare un Gran Premio in una Nazione che impone due settimane di quarantena ai viaggiatori esteri, per esempio, è fuori da ogni logica. Fortunatamente le scuderie hanno tutte sede in Europa, dove una volta tranquillizzatasi almeno parzialmente l’emergenza, verosimilmente gli spostamenti lavorativi non saranno oggetto di restrizioni totali. Ecco perché il primo caposaldo di questo immaginario calendario deve necessariamente essere l’Euro-centricità. Proponendo spostamenti intelligenti si potrebbero inoltre ridurre i viaggi aerei, con la diminuzione delle trasferte transoceaniche (o il totale annullamento delle stesse) che semplificherebbe enormemente la logistica collegata al trasporto dei materiali. Il secondo, dolorosissimo pilastro del calendario sono le porte chiuse. Liberty Media e le scuderie dovrebbero sostenere uno sforzo economico mastodontico per rinunciare alle entrate derivanti dalla tassa d’iscrizione al mondiale dei vari autodromi. Eppure, almeno secondo chi scrive, non sembra esserci altra soluzione, sia per disputare il mondiale che per salvare almeno gli incassi dei diritti tv. Organizzare una forma il più possibile efficace di distanziamento sociale e prevenzione sanitaria dentro al paddock, per quanto faticoso e di certo lontano dalla perfezione, potrebbe essere possibile. Sperando, a costo di ripeterci, che l’andamento del contagio permetta nella tarda estate assembramenti del genere, per quanto controllati. Farlo tra i tifosi è invece tanto tristemente quanto irrimediabilmente impensabile. Una soluzione del genere richiederebbe inoltre piani di viabilità e trasporto pubblico agli autodromi nettamente più semplice, il che potrebbe aumentare il grado di flessibilità dei circuiti nell’accettare la data proposta da Liberty Media. Terzo e ultimo criterio considerato è la necessità di riposo di squadre e addetti ai lavori: per quanto possibile, sarebbe importante riuscire ad evitare tre o più corse di fila.

Il calendario ideato, tenendo in considerazione una progressione geografica in Europa, ha inizio a fine luglio e termina a gennaio 2021 (eventualità presa in considerazione da più parti e che, visto il divieto di introdurre nuovi telai per la prossima stagione, non cozza con lo studio delle nuove vetture). Le date prescelte sono ovviamente del tutto scollegate da eventi già previsti nei vari autodromi, tendendo invece a considerare il più possibile la ricerca di un clima mite nei vari spostamenti. La trasferta mediorientale finale regala la possibilità di approdare nel continente asiatico. Le regole FIA ad oggi obbligano il Circus a correre in almeno tre continenti per mantenere la titolazione di ‘Mondiale’. Al di là del nostro gioco, sembra auspicabile che anche nella realtà, se dovesse essere necessario, tali costrizioni possano venire meno. Sedici gare permetterebbero di evitare doppie corse sullo stesso circuito – formula ad oggi considerata ma si spera evitabile – o strampalate idee come Gran Premi su tracciati percorsi all’incontrario. Piste dimenticate, seppur tutte di Grado 1 nella scala di sicurezza FIA, o tracciati totalmente nuovi per il mondiale regalerebbero inoltre quella ventata di novità difficilmente immaginabile altrimenti in una situazione tanto emergenziale.


Nota: il Gran Premio del Bahrain chiude la stagione per non mortificare il finale con la pista di Abu Dhabi.


IL FORMATO

Sembra ormai acclarato che i weekend di corsa, al fine di diminuire la pressione sul personale delle squadre ed aumentare il numero di gare, vedano le monoposto in pista per le sole giornate di sabato e domenica. Fattibilissimo soprattutto considerando la nostra ipotesi di porte chiuse: gli organizzatori dei Gran Premi non subirebbero perdite connesse alla mancata vendita dei biglietti del venerdì. Questo il nostro formato di weekend:

- Venerdì: dopo il montaggio di box e strutture del paddock nella giornata precedente, le scuderie di F1 procedono all’assemblaggio delle vetture che in seguito prendono parte alle verifiche tecniche. In pista, ove previsto, F2, F3 e Porsche Supercup conducono prove libere e qualifiche. I piloti di F1, presenti in circuito per le attività stampa, potrebbero prendere parte a nuove iniziative, in particolare promosse su piattaforme online gratuitamente, di spiegazione del tracciato da bordo pista commentando l’attività delle categorie minori.

-Sabato: la F1 scende in pista in mattinata (1.30h + 1h) per le prove libere, alle quali seguono le qualifiche nel pomeriggio inoltrato. La giornata vede anche lo svolgimento delle gare 1 per le categorie di supporto.

-Domenica: simile a quella fin qui vista. Gare 2 al mattino per le categorie di supporto, Gran Premio di F1 nel pomeriggio.


Idee del genere rimarranno sicuramente confinate a queste pagine, e di certo le difficoltà nello stilare il vero calendario saranno ben diverse. Tornare ad averne uno vero, da consultare per ricordarsi la data della corsa successiva, sarebbe però una piccola, enorme vittoria. Ci auguriamo avvenga il più presto possibile.

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