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  • Immagine del redattoreLuca Ruocco

2010, La Stagione in Bilico - Parte II


Morio / CC BY-SA , link below.

Il Circus sbarca in Europa reduce da quattro gare scoppiettanti (qui la parte I), forte di una classifica cortissima e con poche, pochissime certezze. La Red Bull ha innegabilmente la vettura migliore – quattro pole consecutive di cui tre prime file complete –, ma gli unici capaci di capitalizzare pienamente il proprio potenziale sembrano essere Button e la McLaren, soprattutto in condizioni d’umido. L’incertezza continuerà a regnare sovrana?


GRAN PREMIO DI SPAGNA

Il Circuit de Catalunya, come da tradizione, ospita la prima gara europea, per la quale diverse scuderie presentano monoposto pesantemente aggiornate. Serve ancora del tempo a Ferrari, McLaren, Renault e Mercedes per introdurre gli scarichi soffianti nel diffusore, e così le Red Bull, forti di moltissime novità, dominano letteralmente la scena in qualifica. Pole di Webber, secondo posto di Vettel. Hamilton e Alonso, in seconda fila, fermano il cronometro ad un secondo di distanza. La pista di Montmelò sembra disegnata apposta per esaltare la RB6: l’unico rettilineo è troppo corto per incidere su una tornata dove contano soprattutto agilità e carico aerodinamico. Saranno altre le piste dove la resistenza all’avanzamento della creatura di Newey porrà qualche grattacapo in più. La gara sembra non avere storia, con i primi quattro che procedono nello stesso ordine della griglia, ed il solo Hamilton capace di non allontanarsi eccessivamente dalle Red Bull, tanto che un pit stop velocissimo gli permette di rientrare in pista davanti a Vettel. Il tedesco è vittima di un problema dopo l’altro dall’inizio della stagione, e la serie negativa continua in Spagna: come a Melbourne, a cedere è il freno anteriore sinistro. I danni non sono terminali, tanto che grazie ad una grande prova d’adattamento Sebastian riesce a terminare la corsa al terzo posto, sorpassato dal solo Alonso, secondo dietro a Webber. Ed Hamilton? L’inglese, a tre giri dalla bandiera a scacchi di una corsa condotta con ottima intensità, vede cedere di schianto la gomma anteriore sinistra nella curva più veloce del tracciato, la famigerata piega Renault. Michael Schumacher conquista il quarto posto, riuscendo a difendersi dal rimontante Button, sua migliore prestazione dal rientro nel campionato in Bahrain: un tempo sarebbe stato un vero fallimento.

CLASSIFICA: BUT 70, ALO 67, VET 60, WEB 53, ROS 50.


GRAN PREMIO DI MONACO

Il sole, la primavera della Riviera. Monaco si presenta nella consueta ed affascinante veste per la 68° edizione del Gran Premio di F1 più famoso al mondo. Il weekend ha donato al pubblico spettacolo sin dalle prove libere: le Red Bull si sono nascoste lasciando sfogare Alonso, eccellente interprete di Monaco e velocissimo al giovedì (la F10 sembra gradire i tracciati molto tortuosi e privi di curvoni veloci), le Mercedes e la Renault di Kubica, sorprendente nel perfetto adattamento all'insidiosissimo tracciato cittadino. Il vero colpo di scena accade al sabato mattina, durante il primo giro lanciato delle terze prove libere: Fernando Alonso sbaglia completamente la frenata per la veloce piega sinistrorsa di Massenet, che conduce le vetture alla piazza del Casinò. L’angolo d’impatto con le barriere è decisamente sfortunato: si rompe il telaio, così l’asturiano non potrà prendere parte alle qualifiche e dovrà scattare dalla pit-lane. Proprio in un fine settimana durante il quale sembrava potesse lottare almeno per la prima fila, che a Montecarlo è pressoché certezza di podio. Proprio quando le McLaren sono in nettissima difficoltà, a causa di una vettura rapidissima sul dritto e nel veloce ma in seria difficoltà nello stretto. La partenza al palo più ambita della stagione viene conquistata da Webber, in vero stato di grazia, seguito dalla sorpresa Kubica e dal compagno Vettel. Segue Massa, quarto a quattro decimi di secondo dalla pole: il rammarico non può essere maggiore in casa Ferrari. Il via della corsa vede Vettel ancora una volta rapidissimo, capace di passare Kubica prima della frenata di Sainte Devote. La corsa prosegue senza grandi scossoni, allietata dalla sola rimonta furiosa di Alonso che compie una serie di pregevoli sorpassi all’uscita dal tunnel e riesce a rimontare, grazie anche ad un pit-stop nei primissimi giri, fino al 6° posto finale. Vince ancora una volta Webber seguito da Vettel e dal pilota del giorno, Robert Kubica. I festeggiamenti per la seconda doppietta stagionale in casa Red Bull sono scatenati, con tanto di multipli tuffi in piscina ed addirittura una nuotata nel porto monegasco. La quiete prima della tempesta, si direbbe…

CLASSIFICA: WEB 78, VET 78, ALO 75, BUT 70, MAS 61.


GRAN PREMIO DELLA TURCHIA CORSA CHIAVE

Il tracciato dell’Istanbul Park è una vera perla nel deserto. Non tanto a livello d’ambientazione, ovviamente, quanto a livello di pubblico. Per diversi motivi il Gran Premio non ha mai attirato fiumi di persone, tanto che l’edizione 2010 sarà la penultima della sua storia, nonostante una pista universalmente riconosciuta tra le migliori del calendario. Continui saliscendi, curvoni veloci, varie opportunità di sorpasso e la celeberrima curva 8: gli ingredienti per un successo duraturo non mancavano di certo. Grazie ai numerosi segmenti da affrontare a farfalla completamente aperta, e ad un corretto sviluppo della Mp4-25, le McLaren sono stavolta vicinissime alle Red Bull RB6. In grande crisi è invece la Ferrari, che festeggerà in sordina l’ottocentesimo GP della meravigliosa storia della Scuderia (Alonso, 12° in qualifica, terminerà la corsa 8°). Webber conquista l’ennesima Pole Position grazie ad un grande giro, tenendosi dietro uno scatenato Hamilton, Vettel e Button. I quattro rimangono vicinissimi per tutta la prima porzione di gara, anche se le McLaren sembrano avere qualcosa in più in quanto a ritmo grazie ad una vettura stabile ma scorrevole, e maggiormente parca nei consumi di carburante, aspetto critico data la conformazione del tracciato.

Dopo il primo pit-stop Vettel si ritrova secondo, nella scia del compagno di squadra, grazie ad un efficace undercut. Ha un passo migliore di quello di Webber, impegnatissimo a risparmiare benzina. Ha gli stessi punti in classifica di Mark e una voglia matta di ritrovare la supremazia perduta nel team dopo le due vittorie consecutive dell’australiano. Giro 40. Lo punta nel lungo rettifilo che porta alle curve finali. Si avvicina sempre di più. Inizia il sorpasso. Lo conclude, mantenendosi a distanza di sicurezza. Poi, il momento che cambia la stagione, ed il rapporto tra i due. Per sempre. Vettel scarta a destra improvvisamente, riportandosi verso la traiettoria migliore per la frenata. Forse pensa di aver già completato il sorpasso, forse che Webber sia intenzionato a lasciargli più spazio e ad accettare di perdere la posizione. Il contatto è ruvido, netto, inevitabile. Sebastian ha la peggio: ritirato. Webber prosegue con l’ala anteriore danneggiata: dopo averla sostituita concluderà terzo. Hamilton e Button sono così liberi di giocarsi la vittoria. Dopo un duello corretto ma spettacolare, durato cinque curve di sorpassi e controsorpassi, vince Lewis. È un gran colpaccio, sia in termini di campionato piloti quanto di classifica costruttori. Ma le vere polemiche sono altrove, in casa Red Bull: l’atmosfera è rovente, in particolare dopo le dichiarazioni dell’eminenza grigia Helmut Marko, che addossa le responsabilità del contatto interamente a Webber. Parole incomprensibili quanto rivelatrici delle preferenze della dirigenza austriaca, soprattutto secondo Mark.

CLASSIFICA: WEB 93, BUT 88, HAM 84, ALO 79, VET 78.


GRAN PREMIO DEL CANADA

Il Gran Premio del Canada è probabilmente la prova più spettacolare dell’intera stagione 2010. Una lotta a cinque tra i protagonisti del campionato: Alonso, le due McLaren e le due Red Bull. Eppure la gara nordamericana viene ricordata perché portatrice di conseguenze che impatteranno su gran parte dei campionati successivi, almeno fino al 2016. Bernie Ecclestone, padre padrone del Circus, rimase talmente colpito dalla corsa estremamente caotica - effetto dell’anomalo consumo delle coperture Bridgestone -, da richiedere alla Pirelli, futura fornitrice degli penumatici, un prodotto che degradasse velocemente dopo pochi giri di corsa. Tale scelta rivoluzionò letteralmente il modo di correre i Gran Premi. Tornando alla corsa in sé, il velocissimo Circuit Gilles Villeneuve premia per la prima volta in qualifica una vettura diversa dalle due Red Bull: è la McLaren di Lewis Hamilton. Seguono Vettel, Alonso, Button, Liuzzi (eccezionale quinto con la Force India), Massa e Webber, penalizzato di cinque posizioni in griglia a causa della sostituzione del cambio. La corsa è imprevedibile sin dalla partenza: Massa e Liuzzi si toccano, con il primo che si accanisce esageratamente sull’italiano (dopo il primo contatto responsabilità di Vitantonio) fino a farlo finire in testacoda. Al settimo giro inizia la girandola dei pit-stop, alla quale si sottraggono le sole Red Bull, molto più competitive nel ritmo grazie alla partenza su gomme a mescola dura. Alonso, rientrato ai box in contemporanea al leader Hamilton, riesce a sopravanzare l’inglese grazie ad un cambio gomme eccezionale dei meccanici Ferrari. Fernando mantiene la testa virtuale della corsa fino a quando Hamilton compie un sorpasso decisivo, bravissimo ad approfittare della Toro Rosso di Buemi che, non ancora rientrato ai box, difende gagliardamente il primo posto dalla Ferrari. Mentre Alonso tenta un ultimo attacco sulla McLaren di Hamilton, abortito a causa del rientro ai box della vettura grigio-rossa, la strategia Red Bull si ritorce contro le stesse monoposto austriache: le gomme soffici nel finale portano Vettel (4° con problemini al cambio) e Webber (5°) a terminare la corsa lontani dai primi. Vince Hamilton, nuovo leader di una classifica cortissima, seguito da Button ed Alonso. Il mondiale fa rotta nuovamente verso l’Europa: le quattro corse estive daranno l’identikit del futuro campione del mondo?

CLASSIFICA: HAM 109, BUT 106, WEB 103, ALO 94, VET 90.


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