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  • Immagine del redattoreLuca Ruocco

2012, Scontro tra Titani - Parte I


Morio / CC BY-SA , link below.

Melbourne, marzo 2012. Sei Campioni del Mondo si presentano alle tradizionali sessioni fotografiche d’inizio stagione. Sono un quarto dei piloti partecipanti al campionato. Il ritorno di Kimi Räikkönen, ingaggiato dalla Lotus Renault, ha migliorato il record della stagione precedente, dato che al finlandese si uniscono Hamilton e Button su McLaren, Alonso su Ferrari, Schumacher su Mercedes e l’iridato in carica, Vettel su Red Bull.

Ad un parterre del genere, già da solo capace d’attrarre aspettative altissime, la FIA ha affiancato una fondamentale modifica regolamentare volta a combattere lo strapotere Red Bull del campionato 2011. Gli scarichi soffianti nel diffusore, magistralmente interpretati dai progetti di Newey, vengono infatti vietati assieme alle mappature di consumo benzina utili al loro funzionamento. La nuova posizione dei terminali, a metà altezza delle fiancate, rivoluziona completamente l’aerodinamica delle vetture, che saranno infatti decisamente più lente rispetto alla stagione precedente oltre che instabili al retrotreno.

Sebbene la stragrande maggioranza dei team lavori sul recupero almeno parziale dello sfruttamento dei gas di scarico, grazie a scivoli nelle fiancate che permettano al fluido di raggiungere il diffusore mediante l’effetto Coanda, sin dai test si è compreso come le gomme Pirelli saranno la vera variabile tecnica del campionato. La Casa milanese ha infatti introdotto un prodotto difficilissimo da interpretare. La preparazione del giro secco è complessa a causa delle enormi difficoltà nel portare correttamente in temperatura le mescole; in corsa invece gli pneumatici degradano improvvisamente e senza possibilità di recupero, rendendo la corretta gestione degli stessi compito tanto complesso quanto premiante.

Piloti, scuderie e monoposto (dotate di orrendi scalini all’avantreno dettati dall’abbassamento del musetto per questioni di sicurezza) parteciperanno al campionato più lungo della Storia della F1: 20 gare in quattro continenti, con il ritorno negli USA ad Austin come unica novità del calendario. Tra corse folli, duelli caotici e vincitori imprevedibili si svilupperà una sfida senza precedenti tra i contendenti al titolo. Un vero e proprio scontro tra titani.

GRAN PREMIO D’AUSTRALIA

I risultati delle prime qualifiche stagionali convincono anche i più scettici: il campionato 2012 non avrà, almeno all’inizio, un unico padrone. La prima fila è tutta McLaren: Hamilton e Button sono riusciti a concretizzare il potenziale della nuova arma di Woking, la Mp4-27, unica tra la vetture dei top-team immune da problemi nello sfruttamento degli pneumatici in qualifica. Il Campione del Mondo in carica, Sebastian Vettel, è solo quinto in griglia: una vera e propria sorpresa considerando che il tedesco, nella stagione precedente, ha siglato 15 pole position sulle 19 disponibili. Le nuove norme in merito agli scarichi sembrano aver centrato l’obiettivo: oltre alla Red Bull, anche la Ferrari ha importanti difficoltà iniziali. Alonso si schiera 12° mentre il compagno di squadra Massa non va oltre la 16° casella: la F2012, dotata di un disegno molto convenzionale degli scarichi già destinato alla sostituzione dopo le prime corse oltreoceano, soffre una cronica incapacità nel portare in temperatura le coperture. Il difetto potrebbe tornare utile in corsa, ma almeno fino alla primavera europea, al sabato ci sarà da soffrire. Davanti non mancano le sorprese: Grosjean, al ritorno in F1 dopo la brevissima esperienza nella seconda parte del 2009, è terzo su Lotus, mentre accanto a lui si posiziona Schumacher, autore di una delle migliori sessioni di qualifica dal ritorno in F1. La domenica, all’accensione dei semafori, nessuno sa realmente quanto bene si comporterà la propria monoposto in condizioni di gara. Le gerarchie del sabato subiranno ribaltamenti? Button scatta benissimo dalla seconda casella, sopravanzando Hamilton ed involandosi nei primi giri. Vettel e Alonso recuperano velocemente posizioni, dimostrando un ritorno ai rapporti di forza della stagione precedente almeno nel passo gara. La corsa di Grosjean termina a poche curve dalla partenza, quando il francese dopo aver perso qualche posizione al via rompe una sospensione scontrandosi con Maldonado, forte di una rinnovata Williams-Renault molto parca nel consumo delle gomme posteriori ed alla caccia di punti importanti. Alla 12° tornata Schumacher, sino a lì ottimo 3°, si ritira a causa di noie al cambio, spianando la strada al rimontante Vettel, unico pilota capace di mantenere il ritmo delle McLaren. La battaglia infuria a centro-gruppo, dove a Force India, Toro Rosso, Williams e Sauber si uniscono la Ferrari di Massa e la Lotus di Raikkonen, leggermente in difficoltà nel ritrovare il ritmo perduto durante le due stagioni di stop. Quasi tutte le vetture adottano una strategia a due pit-stop, e proprio a cavallo della seconda sosta accade l’unico colpo di scena della gara: la Caterham di Petrov si ferma a bordo pista, vittima di un guasto. Vettel, non ancora rientrato ai box, sfrutta la vettura di servizio effettuando il cambio gomme senza perdere la posizione su Hamilton, passato in pit-lane pochi giri prima. Button mantiene invece la testa del gruppo, senza cederla alla ripartenza fino a conquistare una vittoria netta e meritatissima. Sul podio lo accompagnano Vettel e Hamilton, con Webber quarto ed Alonso quinto ad una ventina di secondi dal vincitore; lo spagnolo, in difficoltà nel finale, ha potuto mantenere la posizione anche grazie ad un clamoroso errore di Maldonado, a muro nel corso dell’ultima tornata mentre segue la Ferrari da vicinissimo. Gli applausi nel finale sono tutti per la furiosa lotta tra Perez (Sauber, 8°), l’idolo di casa Ricciardo (Toro Rosso, 9°) e Di Resta (Force India, 10°): i tre transitano sul traguardo separati da meno di due decimi.

CLASSIFICA: BUT 25, VET 18, HAM 15, WEB 12, ALO 10


GRAN PREMIO DELLA MALESIA CORSA CHIAVE

Sepang, si sa, regala due tipi di corse: completamente asciutte, dettate dal consumo gomme e dalla fatica dei piloti alle prese con l’altissima umidità, oppure bagnate da piogge torrenziali. Bandiere rosse, pista allagata, auto incontrollabili e, solitamente, grandi sorprese. L’edizione 2012 del Gran Premio appartiene alla seconda categoria. La prima fila in griglia è identica a quella di Melbourne: Hamilton precede Button, ma gli avversari sono molto più vicini alla McLaren sul giro secco. Schumacher è infatti 3° staccato di pochi decimi, seguito dalle Red Bull di Webber e Vettel. Alonso è 8°, distante più di un secondo dalla vetta: la pioggia potrebbe essere una benedizione per la Rossa e le sue speranze di podio. La pioggia è presente sin dai giri di ricognizione, anche se leggera: tutti i piloti montano gomme intermedie alla partenza. Nessuno vuole abbandonare subito una corsa che si annuncia ricca di occasioni, così ai primi due tornanti la cautela è massima. L’unico contatto avviene alla quarta curva tra Grosjean (al secondo aggancio in due gare) e Schumacher, nuovamente sfortunato. I due si girano e ripartono dietro le varie Virgin, HRT e Caterham. Hamilton guida un gruppetto composto da Button, Webber, Vettel e Alonso, mentre al termine del primo giro Perez, su Sauber-Ferrari, gioca la carta delle gomme da bagnato estremo, dato che in alcune parti del tracciato la pioggia è già torrenziale. Mentre qualche pilota comincia ad insabbiarsi, e la mossa del messicano si rivela vincente, i primi entrano ai box: dopo la girandola di soste Alonso scavalca Vettel, mentre Perez è terzo dietro le McLaren. Qualche minuto dopo viene sventolata la bandiera rossa: la gara è sospesa. I motori vengono riaccesi mezzo'ora dopo, durante la quale i piloti hanno potuto studiare le strategie e pensare alle traiettorie migliori per affrontare nuovamente la pista bagnata. Alla ripartenza Button rientra subito ai box per montare coperture intermedie, seguito da qualche pilota di centro gruppo, mentre Alonso attacca all’esterno della prima curva Webber, portando a termine un sorpasso magistrale. Gli intertempi di Button convincono Ferrari e McLaren a richiamare ai box Hamilton e Alonso: i meccanici inglesi pasticciano e Lewis si ritrova così ad uscire dalla pit-lane dietro alla Rossa dello spagnolo, aiutato da un lavoro perfetto degli uomini della Scuderia. Alonso, virtualmente 2°, recupera velocemente il distacco che pagava prima delle soste nei confronti del sorprendente Perez: quando questi rientra dopo la sosta, Alonso lo attacca all’uscita dei primi tornanti sfruttando le gomme calde ed un sapiente incrocio di traiettoria, conquistando così la testa della corsa. Nella ventina di giri successivi le posizioni si consolidano salvo qualche lotta a centro gruppo, ma intorno alla 40° tornata iniziano le soste ai box per il passaggio a pneumatici da asciutto. Alonso monta gomme medie, mentre Perez, ancora 2° e con un buon vantaggio su Hamilton (Button è precipitato in classifica dopo aver distrutto l’ala anteriore in un maldestro contatto con Karthikeyan, alfiere HRT), opta per la mescola Hard. Lo spagnolo accumula un discreto vantaggio nei primi giri dello stint, ma il minor consumo delle coperture del messicano permette alla Sauber di riavvicinarsi velocemente. Al giro 50 su 56 Perez è vicinissimo, pronto a sfruttare il DRS per puntare ad una vittoria storica per il piccolo team elvetico. Sergio, alla prima battaglia per un GP, compie però un piccolo, decisivo errore, finendo lungo nell’insidiosissima curva 14. Alonso può così transitare in prima posizione sotto la bandiera a scacchi, artigliando una vittoria difficilmente pronosticabile alla vigilia e figlia soprattutto dell’immenso talento in gara dell’asturiano. Sul podio lo accompagnano Perez (comunque strabiliante vista la vettura a disposizione) e Hamilton, mentre Vettel termina 12° dopo aver forato durante il doppiaggio del tormentato Karthikeyan.

CLASSIFICA: ALO 35, HAM 30, BUT 25, WEB 24, PER 22


GRAN PREMIO DELLA CINA

La prima fila a Shangai è l’ennesima conferma che la stagione 2012 è tutto fuorché normale: Nico Rosberg e Michael Schumacher aprono lo schieramento donando alla Mercedes il primo 1-2 in qualifica dagli anni ’50. Terzo è Kobayashi su Sauber e quarto Raikkonen su Lotus. Il finlandese è tra i quattro il meglio piazzato in classifica, settimo con 16 lunghezze all’attivo, mentre tra gli alfieri Mercedes solo Schumacher ha artigliato un punticino in Malesia. Per la Casa di Stoccarda vincere in Cina, al di là dell’importanza del mercato del Dragone, potrebbe dare finalmente un senso all’avventura da Costruttore in F1. Gli addetti ai lavori sono concordi: nessuna scuderia ha capito davvero le gomme Pirelli. Lo dimostrano tanto le prime due file quanto l’assoluta incertezza rispetto alle strategie vincenti di gara. C’è chi ha pianificato due soste e chi tre, ma prima di partire è impossibile prevedere correttamente il consumo del battistrada. La presenza a centro gruppo dei favoriti al titolo (Alonso è 9° in griglia, Vettel 11°) rende combattutissimi i primi giri, anche perché vetture come Red Bull o Ferrari hanno grosso modo lo stesso ritmo di Williams, Sauber o Lotus. Davanti invece le due Mercedes dettano il passo senza grossi problemi, forti di quella che sembra essere una perfetta alchimia tra monoposto, asfalto, coperture e temperature. Purtroppo per il team argentato, e per il Kaiser, l’emozione di una possibile doppietta gioca un brutto scherzo ai meccanici Mercedes durante il pit-stop di Schumacher. Il tedesco riparte con una ruota allentata ed è costretto a parcheggiare la W03 in una via di fuga, lasciando il secondo posto a Button. Le McLaren sembrano le sole a poter insediare Rosberg, ma una strategia su tre soste, rispetto alle due di Nico, costringe Jenson ed Hamilton a compiere qualche sorpasso di troppo nel finale di gara, lasciando così via libera alla prima vittoria in carriera per Rosberg. Il podio cinese, con Button 2° ed Hamilton 3°, è una grande immagine per la Mercedes, fornitore dei motori per la McLaren e forte del primo trionfo dal ritorno nei GP come Costruttore ufficiale, avvenuto nel 2010. Le Red Bull riescono a limitare i danni, con Webber 4° e Vettel 5°, mentre Alonso è solo 9°, incapace sull’asciutto di superare la Williams di Maldonado. La necessità di importanti aggiornamenti per la F2012 si fa sempre più crescente.

CLASSIFICA: HAM 45, BUT 43, ALO 37, WEB 36, VET 28


fonte immagine.

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