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  • Immagine del redattoreLuca Ruocco

Bandiere a Scacchi - GP Francia 2021


La terza vittoria di fila Red Bull – evento storico per l’era ibrida ed estremamente minaccioso per il dominio Mercedes – arriva al termine di una corsa combattuta, piacevole e perennemente in bilico. Tra rimonte convincenti, eccellenti prestazioni nascoste e tracolli vistosissimi, chi avrà conquistato tutte e cinque le bandiere a scacchi al Paul Ricard?


LEWIS HAMILTON, 2°: 🏁🏁🏁🏁🏁

Il massimo. In ogni frangente, ogni situazione, ogni curva del fine settimana. Dalla qualifica, alla partenza e – ciliegina sulla torta – fino alla gestione del set di Hard sulle quali riesce quasi a vincere la gara. Il vecchio Hamilton, insomma. Il problema è che, complice la strategia e soprattutto una monoposto meno convincente della Red Bull, il secondo posto è il massimo traguardo raggiungibile. Intanto, rimane in corsa per l’iride.


VALTTERI BOTTAS, 4°: 🏁🏁🏁

La tensione palese, palpabile, visibile anche se nascosta che aleggia tra Bottas e la dirigenza Mercedes non pregiudica le prestazioni del finlandese a Le Castellet – tutto sommato accettabili, in discesa solo nel finale della corsa -; lascia però poco spazio all’immaginazione in merito al futuro di Valtteri. La cui disponibilità verrà forse rimpianta da Hamilton, il quale dovrà però pur iniziare a porsi delle domande: e se il numero 77 non avesse commesso un errore, rallentando Verstappen anche solo per un giro in più?


MAX VERSTAPPEN, 1°: 🏁🏁🏁🏁🏁

Vincere una corsa dopo una sbavatura della portata di quella commessa alla prima curva – pregiudicare una qualifica tanto buona è sempre grave, soprattutto se il poco carico della monoposto a disposizione esige aria libera per gestire al meglio gli pneumatici – non è affatto banale. Max riesce a far apparire l’esercizio esattamente così. Un giro d’uscita spaventoso dopo il primo pit-stop, una resistenza alla pressione di Hamilton encomiabile, e infine un’esecuzione perfetta di una strategia alquanto coraggiosa. Gomme gestite al meglio, sorpassi chirurgici, ritmo indiavolato. Comincia davvero a far paura.


SERGIO PEREZ, 3°: 🏁🏁🏁🏁

Una sorta di flemma sembra caratterizzare l’azione del messicano fino all’unico pit-stop della sua corsa. Quarto in qualifica, quarto in gara mentre gestisce come nessun altro la gomma media a serbatoio pieno. Montata la Hard, il passo di Sergio si trasforma, e se i picchi non sono a livello di Verstappen, la media dei suoi cronologici è paurosa. Rende strategicamente difficile la vita alle Mercedes, conquista un podio e conferma di possedere a pieno merito uno dei volanti più ambiti del Circus.


LANDO NORRIS, 5°: 🏁🏁🏁🏁🏁

La consistenza è l’ormai innegabile cifra della stagione 2021 targata Lando Norris. In qualifica ottiene il massimo che la McLaren, abilmente settata per la corsa, offre ai sui piloti; in partenza perde qualche posizione ma si ricompone in fretta e comincia una rimonta inesorabile. Impreziosita, tra l’altro, da una gestione magistrale delle gomme che gli permette di allungare il primo stint acquisendo un vantaggio netto per la restante porzione di gara, che lui, a centro gruppo, domina letteralmente.


DANIEL RICCIARDO, 6°: 🏁🏁🏁🏁

Finalmente Ricciardo è convincente. Questo non significa il suo viaggio verso la comprensione della MCL35M sia finito; in fondo, nelle previsioni invernali chiunque lo avrebbe immaginato in zona Norris, dal quale invece è ancora lontano. Stavolta, però, grazie ad una partenza super e ad un’ottima resistenza nel finale ottiene il 6° posto proprio alle spalle di Lando, scacciando almeno qualche fantasma.


LANCE STROLL, 10°: 🏁🏁🏁

Non è per nulla vero che Stroll sia stato sfortunato in qualifica; al contrario, il canadese ha enormemente pagato un errore comunque netto, andando largo in curva 6 e vedendosi cancellato il tempo. Le bandiere rosse hanno terminato il compito, costringendolo a partire ultimo e ad una rimonta lunga, soddisfacente e segnata da un ritmo abbastanza simile a quello di Vettel.


SEBASTIAN VETTEL, 9°: 🏁🏁🏁

Il tedesco si conferma tra i migliori nella gestione degli pneumatici. Peccato però che – a parte per Verstappen – la gomma da calzare ieri fosse la Hard; Sebastian, 12° in qualifica, la sfrutta magistralmente nella prima porzione di gara, mostrando forse il miglior passo a centro gruppo, ma nel finale per forza di cose ne è sprovvisto e riesce solo a sbarazzarsi di Sainz. Limitazioni della vettura a parte, manca quindi – arriverà – il tipico guizzo di Vettel in qualifica. Partendo per esempio 8°, avrebbe facilmente retto il ritmo della migliore McLaren.


ESTEBAN OCON, 14°: 🏁🏁

Una corsa estremamente negativa conclude un fine settimana iniziato alla grande con la notizia del rinnovo fino al 2024 e delle prove libere promettenti. In qualifica è 11° ma in gara, a serbatoi pieni, l’Alpine soffre come la Ferrari di molto graining e lui rovina l’unico set di Hard a disposizione. La corsa diviene un inevitabile calvario fino alla bandiera a scacchi, vista prima del compagno di squadra solo perché è doppiato.


FERNANDO ALONSO, 8°: 🏁🏁🏁🏁🏁

Il nuovo servosterzo tira fuori l’ultima goccia dell’Alonso di un tempo, che a Le Castellet si prende nuovamente la scena sbaragliando la concorrenza interna e andando ben oltre gli evidenti limiti della vettura. La partenza è leonina, ma il primo stint prosegue con l’insorgere di un fastidioso graining; montate le Hard, Fernando ritrova passo e pian piano si avvicina all’Alpha Tauri di Gasly e alla McLaren di Ricciardo, inserendosi tra i migliori del centro gruppo. Il Nano è tornanto.


CHARLES LECLERC, 16°: 🏁🏁

Abbiamo parlato ampiamente qui del tracollo Ferrari a Le Castellet, una prestazione orrenda, a livello delle peggiori 2020 (il che, paradossalmente, per adesso tranquillizza in quanto speranzoso sintomo di esagerate condizioni a sfavore, l’esatto contrario di Monaco). Concentrando la visione del fine settimana su Charles, non si può evitare di notare come il monegasco, quando la vettura tende al sottosterzo, fatichi enormemente di più rispetto ai compagni di squadra. Accadeva con Vettel, accade con Sainz. In fondo accadeva anche a Schumacher. Ciò non toglie Leclerc debba lavorarci sopra con fare immediato e risoluto; proprio come il Kaiser, lui non è un pilota normale, ergo è lecito aspettarsi sempre di più. Anche nelle difficoltà.


CARLOS SAINZ, 11°: 🏁🏁🏁

Il fine settimana di Sainz è tutto sommato positivo, anche se la corsa – a causa della SF21 – anche per lui è deprimente. Carlos ottiene il massimo possibile, in ogni frangente, e meriterebbe almeno un punticino consolatorio. Intanto, ha nuovamente mostrato di sapersi caricare sulle spalle la Scuderia quando Leclerc, per un motivo o per l’altro, latita.


PIERRE GASLY, 7°: 🏁🏁🏁🏁

Nuovamente veloce, nuovamente impeccabile, in corsa Gasly soffre più che in qualifica ma in fondo perde posizioni solo sulle McLaren, francamente inarrivabili. Franz Tost sostiene lo si debba ormai annoverare nel gruppo d’elite dei migliori; sia vero o meno, è innegabile stia praticamente costruendo da solo la classifica faentina e un posto in una scuderia di vertice sarebbe meritatissimo. Peccato la Mercedes abbia già sotto contratto Russell.


YUKI TSUNODA, 13°: 🏁

L’errore in Q1 è fotocopia di quello commesso ad Imola: chicane affrontata troppo forte, cordolo interno colpito di netto, monoposto scomposta e qualifiche finite senza neanche segnare un tempo. Danni e partenza dal fondo. Unito alle urla via radio, certifica nuovamente un problema di gestione dell’agonismo, della tensione e delle aspettative, interne o esterne esse siano. È un peccato, perché va forte, ma serve cercare e trovare una qualsivoglia forma d'aiuto. Lo meritano il suo potenziale e la sua storia.


KIMI RÄIKKÖNEN, 17°: 🏁🏁

C’è poco da dire: l’Alfa Romeo, un po’ come la Ferrari, al Paul Ricard va in sofferenza. Kimi paga la bandiera rossa in qualifica – vale però lo stesso discorso di Stroll – e in gara è anonimo, nonostante una partenza tutto sommato positiva. Testa all’Austria al più presto.


ANTONIO GIOVINAZZI, 15°: 🏁🏁🏁

Ottiene un voto superiore al compagno di squadra solamente perché gli rimane davanti per tutto il fine settimana. In corsa, però, si stacca velocemente dalle Aston Martin una volta che le Ferrari sono ai box, lasciando liberi gli altri di mostrare il proprio passo. In sostanza, non può nulla di più.


MICK SCHUMACHER, 19°: 🏁🏁🏁

Passa in Q2 per la prima volta in carriera, anche se l’incidente al termine del Q1 lo aiuta e soprattutto denota ancora qualche spigolo da smussare, in particolare quando sul giro secco lascia presagire ottimi risultati (Monaco docet). In gara si sbarazza di Mazepin nonostante un errore nei primi giri e l’esser stato sbattuto fuori dal russo stesso; il confronto rimane impietoso, e Mick continua a correre nella terra di nessuno.


NIKITA MAZEPIN, 20°: 🏁

Fa il gradasso con Schumacher, continua a non capirsi durante le libere con i colleghi, puntualmente arriva ultimo tra i classificati pagando nel ritmo dal compagno di squadra. Ogni commento è ormai superfluo.


GEORGE RUSSELL, 12°: 🏁🏁🏁🏁🏁

Finalmente una prestazione convincente in gara quanto in qualifica, se non di più. Russell agguanta un 12° posto prezioso e meritato, frutto di un passo quasi inspiegabile (la FW43B soffre relativamente poco il graining), nessun errore e tanta costanza a cavallo degli interi stint. È proprio il momento giusto per mostrarsi ancora più in forma.


NICOLAS LATIFI, 18°: 🏁

Mentre il compagno di squadra trova finalmente ritmo a serbatoi pieni, Nicolas rimane in difficoltà per quasi tutta la corsa, almeno fino a metà dello stint finale. A quel punto sembra risvegliarsi, ma ormai è troppo tardi. Il discorso è sempre lo stesso: non demerita di certo il volante acquistato dal padre, senza però sarebbe un professionista in altre categorie del motorsport.

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