Storia recente? Diametralmente opposta.
Non che serva specificarlo. Anche chi non segue ogni singolo Gran Premio di Formula Uno sa che, negli ultimi anni, Mercedes e Ferrari hanno vissuto su pianeti diversi. Ultra-vincenti gli argentati, semi-deprimenti i rossi, soprattutto dal 2020 in poi.
Eppure, visti e considerati titolo e immagine di copertina dell’articolo, una premessa risulta doverosa: sarà solo la pista a decretare un possibile ritorno in vetta del Cavallino Rampante. Non stiamo di certo ipotizzando rinascite sportive sulla base di una presentazione o qualche chilometro di shakedown.
Piuttosto, lasciando correre il pensiero dopo aver notato l’abissale differenza concettuale tra Mercedes W13 e Ferrari F1-75, sorge spontanea una riflessione che vede contrapposte in più di un aspetto le due scuderie.
All’alba dell’ultima, grande rivoluzione regolamentare (avvenuta nel 2017, ndr), il Cavallino e la Stella si presentarono in pista con due monoposto completamente contrapposte. Passo corto, muso largo e pance innovative per la Ferrari; passo lungo, muso stretto e fianchi rastremati per la Mercedes. I due concetti finirono per equivalersi in quanto a competitività, almeno fino all’autunno, quando la Rossa perse il passo soprattutto dal punto di vista motoristico.
Nel 2022, paradossalmente, le differenze sono ancora più marcate, e spaziano dall’aspetto tecnico (al quale giungeremo tra poco) fino alle squadre, passando per i piloti.
LA SQUADRA
Come accennato in precedenza, Mercedes e Ferrari possiedono storie recenti del tutto opposte.
La corazzata di Toto Wolff si dirige verso i test di Barcellona forte di otto titoli costruttori consecutivi (il record precedente era sei per la Ferrari di Todt) e una reputazione alle stelle. Meritatamente, oseremmo aggiungere. In fondo la scuderia che si divide tra Brackley (telaio) e Brixworth (Power Unit) ha brillantemente schivato il classico calo che colpisce le realtà sportive interrompendone un ciclo trionfale.
La competitività delle monoposto argentate è passata indenne da un rilevante riassestamento proprietario (ad oggi Wolff possiede un terzo del team, Ineos un altro e Daimler il restante) che ha fortemente slegato la scuderia dal controllo diretto di Stoccarda; non ha lasciato tracce un primo avvicendarsi tra il gruppo storico a capo dell’area telaio (Low, Costa, Willis) e James Allison, così come sembra indolore l’allontanarsi dello stesso inglese a favore di Elliot; ancora, la Power Unit di fine 2021 ha permesso ad Hamilton di giocarsi il titolo fino all’ultima gara, nonostante ad inizio anno il mago Andy Cowell avesse salutato la compagnia.
Tutto ciò senza citare i rari errori strategici o al pit-stop, l’enorme peso politico di Wolff e soci e una strategia comunicativa di altissimo livello. Insomma, finale amaro di Abu Dhabi a parte, per quanto sia complicato ripetersi la Mercedes sembra attrezzata al meglio.
Il mondo di Maranello, per quanto la stupenda F1-75 abbia riacceso la passione dei tifosi, è invece avvolto da una fittissima coltre di scetticismo. La squadra arriva da un 2021 solo parzialmente risarcitorio dopo l’inferno targato 2020. La vittoria manca da più di due anni e la stagione scorsa il solo Leclerc è riuscito a sfiorare un GP, nella caotica Silverstone del contatto Verstappen-Hamilton.
Nonostante ottimi miglioramenti nel 2021, i pit-stop rimangono terreno di critiche feroci nelle occasioni in cui segnano negativamente una gara, come accaduto più volte a Sainz nel 2021; stesso discorso vale per le strategie, forse moltiplicato in intensità.
Quanto è certo è che se anche la monoposto fosse altamente competitiva, l’intera squadra emiliana dovrebbe dimostrarsi all’altezza di un compito estremamente sfidante, al quale non è abituata da tempo: per vincere un mondiale, infatti, serve una precisione del tutto differente rispetto al battere la McLaren per il terzo posto.
I PILOTI
Nel 2017 Ferrari e Mercedes schieravano tre campioni del mondo tra Hamilton, Vettel, Raikkonen e Bottas. Se i finlandesi venivano considerati scudieri (tra i due, la Rossa godeva nettamente del migliore), Lewis e Sebastian rappresentavano al contrario i capisquadra indiscussi.
La situazione non potrebbe essere più diversa nel 2022.
Sainz e Leclerc rappresentano una coppia ben amalgamata e dal livello altissimo. In due, però, sommano un paio di vittorie, tutte a opera del monegasco nel 2019. Charles è iper-veloce in qualifica e ha mostrato continui progressi nella gestione del passo gara; Carlos, al contrario, si è adattato in men che non si dica al nuovo ambiente italiano ed ha raccolto, come suo solito, quasi tutte le occasioni palesatesi durante il 2021. Due piloti con la stoffa del campione, insomma, ma per forza di cose ancor privi di una certificazione rispetto alla tenuta in caso di lotta iridata.
Banale dirlo, ma vale il contrario per Lewis Hamilton, il pilota più vincente di tutti i tempi. L’inglese sbarcherà in Bahrain a metà marzo pieno di rabbia agonistica, pronto ad annichilire Verstappen dopo la sconfitta del 2021; immaginando che la Red Bull si assesti nelle zone alte della classifica, l’alzarsi dell’asticella nel duello tra l’olandese e l’inglese potrebbe mettere in seria difficoltà il duo Ferrari.
Non sarebbero gli unici, tra l'altro. Abbiamo già analizzato in maniera approfondita cosa aspetta George Russell nella nuova stagione (qui); dovesse avverarsi la più rosea delle aspettative, il duo Mercedes sarebbe almeno competitivo quanto quello del Cavallino Rampante.
LE MONOPOSTO
Le monoposto da lancio rimarranno sempre… monoposto da lancio. Il che significa che sarebbe pressoché inutile concentrarsi su ali e dettagli aerodinamici, come la porzione laterale del fondo, il diffusore o l’ingresso dei canali Venturi. Questi, infatti, cambieranno più di una volta da qui al Bahrain, dato che rappresentano i componenti più rilevanti nel bilancio prestazionale di una vettura.
Piuttosto, la W13 e la F1-75 hanno mostrato inequivocabili differenze nelle forme ‘strutturali’.
Il muso, anzitutto, è decisamente più appuntito per la Rossa, mentre è piatto e convenzionale (rispetto a quanto ammirato sulle altre monoposto) per quanto riguarda la Freccia d’Argento. La zona della presa d’aria superiore, poi, è completamente differente, con la Mercedes che pesca flussi per il raffreddamento anche intorno al roll-bar, mentre la forma triangolare della F1-75 si limita a incanalare l’aria diretta al compressore; ciò lascia libero un passaggio molto più grande verso l’ala posteriore.
I motori, poi, non potrebbero essere più diversi, dato che lo 066/7 di Maranello dovrebbe ancora vedere turbina e compressore affiancati mentre l’unità tedesca, sin dal 2014, li presenta separati ai due lati corti della testata e intervallati dall’MGU-H.
La più rilevante e apprezzabile differenza la si nota nel disegno delle pance, con lo stesso obiettivo (la ricerca di spostare all’esterno la scia delle ruote anteriori e alimentare il diffusore con flussi di qualità) perseguito in maniera opposta.
Gli ingressi dei radiatori Mercedes sono leggermente arretrati rispetto a quelli Ferrari e l’aria viene spinta verso l’esterno (freccia arancione) mediante sia un vero e proprio deviatore di flusso incorporato nella pancia, sia degli intricati e innovativi supporti degli specchietti (frecce gialle). La carrozzeria tende poi subito a rastremarsi lasciando più spazio possibile al passaggio d’aria verso il retrotreno (linee blu), proprio come accadeva nel 2021.
Le pance della F1-75 hanno invece stupito l'intero mondo del motorismo, in quanto incredibilmente innovative e non-convenzionali. L’intera struttura dei fianchi viene utilizzata per spingere all’esterno le turbolenze nocive (freccia arancione) mentre il canale inferiore e quello superiore alimentano rispettivamente la parte alta del diffusore e la beam-wing (linee blu). Tutto ciò viene però ottenuto mediante una minima generazione di carico alla fine del canale e, soprattutto e contrariamente a quanto sia immediato pensare, una rilevante riduzione teorica della resistenza aerodinamica (per chi conoscesse l’inglese e fosse interessato, qui trovate un’analisi CFD che spiega come il concetto delle pance Ferrari aiuti soprattutto a ridurre il drag).
Mercedes e Ferrari. Due opposti che approcciano al 2022 senza attrarsi neanche un po’, con il rischio di ritrovarsi ancor più vicine di prima.
Fonte immagini: Mercedes, Ferrari / Twitter
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